A che età si va (davvero) in pensione?

Una delle maggiori criticità del nostro sistema previdenziale è l'elevato numero di norme che hanno previsto anticipi rispetto all'età legale di pensionamento: un'autentica "giungla pensionistica", che ha prodotto un abbassamento dell'età effettiva di cui spesso non si tiene conto nel dibattito mediatico e politico

Michaela Camilleri

Una delle maggiori criticità del sistema pensionistico italiano è l’elevato numero di norme che hanno concesso nel tempo deroghe rispetto all’età legale di pensionamento per alcune categorie di lavoratori: dalle baby pensioni del 1969 ai prepensionamenti dovuti alle diverse crisi di settore, dalle 9 salvaguardie per gli esodati alle anticipazioni come APE, Opzione Donna e Quota 100. Una vera e propria “giungla pensionistica”, come l’ha più volte definita il Professor Alberto Brambilla, che ha prodotto un abbassamento dell’età effettiva di pensionamento di cui spesso non si tiene conto nel dibattito sui requisiti pensionistici e nelle conseguenti scelte politiche.

Sulla base dei dati tratti dall’Osservatorio pensioni INPS e rielaborati nel Decimo Rapporto su “Il Bilancio del Sistema Previdenziale italiano. Andamenti finanziari e demografici delle pensioni e dell’assistenza per l’anno 2021” curato dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, è possibile mettere a confronto l’età legale con l’età media effettiva alla decorrenza della pensione.

Per quanto riguarda la pensione di vecchiaia, nel 1997 l’età legale richiesta per i lavoratori dipendenti del settore privato era di 63 anni per gli uomini e 58 anni per le donne, con un’anzianità contributiva di almeno 18 anni, mentre l’età media effettiva al pensionamento è stata di 63,5 anni per gli uomini e di 59,3 anni per le donne. Nel 2018 l’età legale per la pensione di vecchiaia viene unificata per genere e attività lavorativa nell’anno precedente e dal 2019 resta bloccata a 67 anni fino al 31 dicembre del 2024, così come previsto da apposito decreto del MEF del 27 ottobre 2021. Gli ultimi dati relativi al 2021 evidenziano un’età media effettiva di pensionamento per la vecchiaia pari 67,3 anni, quindi oltre l’età legale di 67 anni. 

Per la pensione di anzianità, invece, nel 1997 era sufficiente avere 35 anni di contribuzione e un’età di almeno 52 anni oppure 36 anni di anzianità con qualsiasi età e l’età media alla decorrenza era di 56,5 anni per i maschi e di 54,4 anni per le donne, quindi oltre l’età legale. Nel corso degli ultimi anni, però, per effetto dei diversi canali di uscita anticipata introdotti, l’età media effettiva alla decorrenza per la pensione di anzianità/anticipata si è costantemente ridotta: nel 2021 si è attestata a 61,8 anni per gli uomini (era di 62,5 nel 2019 e 61,9 nel 2020) e resta a 61,3 anni per le donne (era di 62,4 nel 2019 e 61,3 nel 2020); nella media maschi - femmine, l’età effettiva della pensione anticipata diminuisce ancora a 61,6 anni, era 62,2 anni nel 2019 e 61,7 nel 2020. Senza deroghe l’età di uscita anticipata sarebbe stata ben maggiore. 

Si consideri, appunto, che per il periodo compreso tra l'1 gennaio 2019 e il 31 dicembre 2026 sono stati bloccati gli adeguamenti della speranza di vita per i requisiti contributivi richiesti per la pensione anticipata indipendentemente dall’età, fissando almeno un’anzianità di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e di 41 anni e 10 mesi per le donne. Anche Quota 100, i cui requisiti richiedevano almeno 62 anni di età (non adeguabili alla speranza di vita) e 38 anni di anzianità, dall'1 aprile 2019 è rientrata statisticamente tra le pensioni anzianità/anticipate; lo stesso principio vale per Quota 102 (64 anni di età e 38 di contributi) e per Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi). Un altro canale di uscita per la pensione anticipata è Opzione Donna, nata sperimentalmente nel 2004 e prorogata di anno in anno, che prevedeva nel 2022 un’anzianità contributiva di almeno 35 anni e un’età di almeno 58 anni per le lavoratrici dipendenti e 59 anni per le autonome. Per il 2023 sono stati confermati i 35 anni di contributi, mentre l’età anagrafica è stata incrementata a 60 anni, con uno sconto di 1 anno per figlio nel limite massimo di 2 anni; possono tuttavia accedervi solo le lavoratrici che, raggiunti i requisiti entro il 31 dicembre 2022, siano caregiver, invalide almeno al 74% oppure licenziate o dipendenti di aziende per le quali è attivo un tavolo di crisi.

Se si considera il complesso della vecchiaia (anzianità, vecchiaia e prepensionamenti) si osserva che nel 2021 l’età media effettiva del pensionamento è di 64,3 anni. Nel calcolo di tale età media, ponderata per genere, pesa dipiù l’età degli uomini  (che sono il 60,8% dei due generi), pari a 64,1 anni, che quella delle donne (il 39,2%), pari a 64,6 anni: d'altro canto, l’età di pensionamento femminile ha subito nel tempo un graduale innalzamento dei requisiti anagrafici, iniziato in modo più incisivo dal 2014, che ha provocato una brusca frenata nel numero delle pensioni di vecchiaia delle donne e il prevalere come via di uscita, anche se in misura molto ridotta, del canale anzianità/anticipata, di cui tipicamente beneficiavano soprattutto gli uomini con anzianità più elevate e carriere continue. 

                          Tabella 1 – Età effettiva al pensionamento IVS e numero di pensioni IVS liquidate nel settore privato                     Tabella 1 – Età effettiva al pensionamento IVS e numero di pensioni IVS liquidate nel settore privatoFonte: Decimo Rapporto sul Bilancio del Sistema Previdenziale italiano, Itinerari Previdenziali

Se insieme all’età media effettiva di pensionamento per vecchiaia o anzianità/anticipata si considera anche quella per invalidità previdenziale, ossia l’età media effettiva di tutte le uscite per pensionamento previdenziale diretto, nel 2021 si arriva a 63,1 anni per gli uomini e 63,5 anni per le donne, con una media dei due generi di 63,3 anni. 

Numeri di cui la politica dovrebbe quanto meno tener conto nelle valutazioni relative all’introduzione di nuovi canali di pensionamento anticipato. 

Michaela Camilleri, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali

25/1/2023

 
 

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