Tra investimenti sostenibili e reali, si consolida il mercato istituzionale italianoCon un patrimonio complessivo di 917 miliardi di euro totali (185 per la sola previdenza complementare), anche lItalia inizia a vantare un mercato istituzionale di spessore: si mantiene alta la sensibilità nei confronti della sostenibilità ambientale e sociale mentre, seppur con la significativa eccezione delle Fondazioni di origine Bancaria, ancora modesti si rivelano gli investimenti in economia reale | |
Più tasse si pagano, meno servizi pubblici si ricevonoUn altro dei grandi paradossi del sistema italiano: tartassa i contribuenti che dichiarano più di 35mila euro e offre una giungla di agevolazioni, in aumento dopo la pandemia, al 57% degli italiani con redditi sotto i 15mila, mentre le detrazioni "buone", che potrebbero favorire il contrasto di interessi, latitano. Nella maggior parte dei casi lo Stato preferisce assistere, pagando a piè di lista, senza controllare che ci sia un reale bisogno | La redistribuzione della ricchezza in Italia: ecco chi paga per tuttiTra i temi più ricorrenti nell'agenda della politica italiana spiccano riduzione del carico fiscale e redistribuzione della ricchezza per mitigare le disuguaglianze: secondo Alberto Brambilla, Presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, basterebbe però guardare ai dati per capire come molte di queste proposte siano poco aderenti alla realtà dei fatti e abbiano spesso una finalità squisitamente "elettorale" |
Una storia pericolosaSe è fuor di dubbio che bonus e agevolazioni varie siano stati indispensabili nel gestire le primissime fasi della pandemia, lo dovrebbe essere altrettanto che oggi non solo non lo sono più, ma rischiano anzi di "addormentare" l'economia: al Paese servono semmai cantieri, lavori pubblici e infrastrutture (in particolare al Sud) per rilanciare produttività e occupazione | |
L'occupazione torna a salire, ma attenzione... alla fine dell'anno!Gli ultimi dati Istat sull'andamento del mercato del lavoro evidenziano segnali di ripresa ormai relativamente consolidati ma è troppo presto per tirare un sospiro di sollievo: con la fine dell'anno, potrebbe infatti esplodere la bolla dei licenziamenti "congelati", innescando una situazione occupazionale ben difficile da gestire | |
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