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VI ITINERARIO PREVIDENZIALE

Notizie Utili




DOCUMENTI: carta d’identità valida per l’espatrio o passaporto in corso di validità. Non sono richieste vaccinazioni.

PRECAUZIONI SANITARIE: in Turchia non è sicuro bere l'acqua di rubinetto, per cui è consigliabile consumare solo acqua in bottiglie sigillate oppure bevande calde.

FUSO ORARIO: un’ora in più rispetto all’Italia. Anche la Turchia osserva l’ora legale.

ELETTRICITA’: 220v, 50Hz - Le prese elettriche sono simili a quelle italiane (ma tutte con 2 soli buchi)

LINGUE: negli alberghi diffusi inglese e francese; un po’ meno l’italiano.

MONETA: la Valuta ufficiale è la Nuova Lira turca. Sono in corso monete da 1, 5, 10, 25, 50 centesimi e da 1 lira. Per quanto riguarda le banconote, ve ne sono da 1, 10, 5, 20, 50 e 100 Lire turche. Le carte di credito Visa e MasterCard sono ampiamente accettate in alberghi, negozi, bar e ristoranti. Le carte American Express spesso non sono accettate. Le valute che si cambiano con maggior facilità sono euro e dollaro americano. Questa operazione si può fare negli uffici di cambio, nelle banche e in alcuni uffici postali, negozi e alberghi.

CLIMA: I periodi più indicati sono la primavera (da aprile a giugno) e l'autunno (da settembre a novembre), stagioni in cui, sia sulle coste dell'Egeo sia a Istanbul, il clima è perfetto. Istanbul ha un clima simile a quello dell’Italia centro-settentrionale. La Cappadocia ha un clima continentale caratterizzato da forti escursioni termiche tra il giorno e la notte. Suggeriamo un abbigliamento a strati e qualche capo più pesante per la sera.

CUCINA: il palato e lo stomaco vi ringrazieranno di averli portati in Turchia. Lo 'shish kebab' (carne di agnello allo spiedo) è un'invenzione turca e i 'kebapçi' sono dappertutto. In ogni ristorante si trovano agnello e pesce. Fra le verdure, le melanzane sono le più comuni: provate 'imam bayildi' ('il prete svenuto'), squisito piatto di melanzane ripiene. I dolci sono molto dolci (spesso zuppi di miele) e in genere sono fantasiosamente preparati con frutta o noci. I vegetariani non hanno vita facile, ma non rischiano di patire la fame: si può consumare un pasto con diversi 'meze' (antipasti). La bevanda nazionale è il 'çay' (tè). La birra si trova facilmente e il vino è ottimo. Provate il 'raki', bevanda alcolica all'anice.

ACQUISTI: la Turchia è tutta un enorme e affascinante bazar. L'abilità dei mercanti è proverbiale. Per cui succede un po' a tutti di ritrovarsi in casa oggetti di dubbio gusto che sul posto sembravano un affare irresistibile. Per evitare rimpianti, conviene puntare su tappeti, argenti tradizionali, ceramiche di Iznik e pipe. E ricordare che contrattare è un obbligo. Tutto si concentra intorno e nel Gran Bazar. E' l'antenato dei moderni shopping center: 5 mila negozi, vari ristoranti, caffè, banche, moschee, laboratori artigianali, due uffici postali, una sala d'aste, un bagno turco. Se avete intenzione di acquistare un tappeto, diffidate di quelli troppo lucidi (sono in fibre sintetiche). Tanti kilim sono spacciati per antichi, ma gli originali sono rarissimi e risalgono al secolo scorso. Girando un angolo del tappeto chiedete quanti sono i nodi per centimetro quadro. Più la trama è fitta e più piccoli sono i nodi e più il tappeto vale.

VI ITINERARIO PREVIDENZIALE

Istanbul e Cappadocia




La storia è una di quelle storie in cui è facile perdersi, densa di avvenimenti che comincia molto tempo fa in una città chiamata prima Bisanzio e poi Costantinopoli. Fu una delle più grandi e ricche città d’Europa e le sue mura fortificate la mantennero inespugnata per secoli. Conobbe l’orrore delle guerre sante e lo splendore dell’impero Ottomano. Solo dai primi anni del ‘900 noi tutti la chiamiamo Istanbul.

Lo splendore dei suoi preziosi gioielli architettonici all’interno di chiese e moschee, si trasforma sotto improbabili sfumature di luce, cogliendo, nell’istantaneo bagliore di un momento, tutti i misteri che hanno accompagnato la sua storia …

La scoperta di Istanbul porta a conoscere la Moschea Sultan Ahmet Camii, universalmente conosciuta come la Moschea Blu. E’ infatti il turchese il colore dominante nel tempio. La Moschea Blu, che risale al XVII secolo, è anche l'unica a poter vantare ben sei minareti: superata in questo solo dalla moschea della Kaaba, alla Mecca, che ne ha sette. Tale particolarità architettonica è l'espressione delle manie di grandezza del Sultano Ahmet I che, non potendo eguagliare la magnificenza della Moschea di Solimano né quella di Aya Sofya, non trovò soluzione migliore per distinguerla da tutte le altre che aggiungervi due minareti supplementari.

La Basilica-Moschea di Santa Sofia, che sorge sulla stessa piazza della Moschea Blu è il simbolo della storia millenaria di Istanbul. Per costruire la chiesa destinata a diventare il centro del potere religioso dell'Impero Bizantino, Giustiniano, nel VI secolo, non badò a spese, impiegando i materiali più preziosi, innalzando una cupola come non se ne erano mai viste e rivestendola di mosaici d'oro e pietre preziose. Oggi Aya Sofya non è più chiesa né moschea, ma un museo in cui si possono ammirare alcuni fulgidi esempi dell'arte musiva bizantina.

La parte più curiosa della città, risulta essere quella sotterranea, rappresentata dalle Cisterne. Sorte numerose nel periodo bizantino per sopperire alla mancanza d'acqua in caso d'assedio, questi enormi serbatoi, spesso realizzati con materiali di recupero, sono una vera scoperta. La più famosa è la Yerebatan Sarayi, la Cisterna Basilica (visitabile ogni giorno tranne il giovedì, a pagamento): una sala di 140 metri di lunghezza per 70 di larghezza, coperta da un soffitto a volte sorretto da 336 colonne. Una passerella permette di raggiungerne il fondo, dove si trovano due blocchi di marmo.

Per continuare il percorso culturale non si può non citare il Palazzo Topkapi, un labirinto di costruzioni e il centro del potere dell' lmpero Ottomano tra il XV ed il XIX sec. In questo ricco palazzo i sultani e la loro corte vivevano e governavano. Qui si trova anche il padiglione del Mantello Sacro che conserva le reliquie del Profeta Maometto, riportate a Istanbul quando gli ottomani assunsero il califfato dell'lslam.

Un viaggio a Istanbul non avrebbe senso senza una sosta in un bazar: spezie, libri antichi, incisioni, tappeti, oggetti in rame, gioielli, cristallerie, mosaici, ceramiche e tessuti. Si trova di tutto e si può comprare di tutto. Unica condizione: trattativa gentile e cordiale obbligatoria.

Benvenuti a Istanbul!

Un labirinto di torri, crepacci, canyon, pinnacoli e castelli rupestri: è un paesaggio fiabesco quello che si presenta agli occhi di chi raggiunge la Cappadocia, quella magica regione con al centro le città di Nevsehir, Avanos e Urgup. E' un paesaggio surreale quello che si dipinge davanti agli occhi del visitatore. L'erosione millenaria di acqua, vento e sbalzi di temperatura hanno disegnato un quadro che nemmeno il più fantasioso dei pittori sarebbe riuscito a comporre. Picchi di formazione diversa, città sotterranee, canyon e distese infinite: tutto lascia a bocca aperta. La Cappadocia ha in sé qualcosa di fiabesco … Tutto stimola la fantasia. In questa parte dell'Anatolia centrale prevale un'atmosfera misteriosa e storica: ci si inchina alla prodigiosità della natura che nei millenni ha trasformato il paesaggio. Chissà come vivevano gli Ittiti, il popolo che abitava qui millenni fa, e che ha dato il nome alla Cappadocia: letteralmente "terra di bellissimi cavalli". Ora di meraviglioso c'è tanto altro. Come il villaggio di Uçhisar, dominato da case scavate nella roccia. La valle di Goreme è Patrimonio dell'umanità secondo l'Unesco. E ancora: la Valle dei Cacciatori, la Valle dell’Amore, la Valle di Ihlara...

Benvenuti in Cappadocia!