La storia è una di quelle storie in cui è facile perdersi, densa di avvenimenti che comincia molto tempo fa in una città chiamata prima Bisanzio e poi Costantinopoli. Fu una delle più grandi e ricche città d’Europa e le sue mura fortificate la mantennero inespugnata per secoli. Conobbe l’orrore delle guerre sante e lo splendore dell’impero Ottomano. Solo dai primi anni del ‘900 noi tutti la chiamiamo Istanbul.
Lo splendore dei suoi preziosi gioielli architettonici all’interno di chiese e moschee, si trasforma sotto improbabili sfumature di luce, cogliendo, nell’istantaneo bagliore di un momento, tutti i misteri che hanno accompagnato la sua storia …
La scoperta di Istanbul porta a conoscere la Moschea Sultan Ahmet Camii, universalmente conosciuta come la Moschea Blu. E’ infatti il turchese il colore dominante nel tempio. La Moschea Blu, che risale al XVII secolo, è anche l'unica a poter vantare ben sei minareti: superata in questo solo dalla moschea della Kaaba, alla Mecca, che ne ha sette. Tale particolarità architettonica è l'espressione delle manie di grandezza del Sultano Ahmet I che, non potendo eguagliare la magnificenza della Moschea di Solimano né quella di Aya Sofya, non trovò soluzione migliore per distinguerla da tutte le altre che aggiungervi due minareti supplementari.
La Basilica-Moschea di Santa Sofia, che sorge sulla stessa piazza della Moschea Blu è il simbolo della storia millenaria di Istanbul. Per costruire la chiesa destinata a diventare il centro del potere religioso dell'Impero Bizantino, Giustiniano, nel VI secolo, non badò a spese, impiegando i materiali più preziosi, innalzando una cupola come non se ne erano mai viste e rivestendola di mosaici d'oro e pietre preziose. Oggi Aya Sofya non è più chiesa né moschea, ma un museo in cui si possono ammirare alcuni fulgidi esempi dell'arte musiva bizantina.
La parte più curiosa della città, risulta essere quella sotterranea, rappresentata dalle Cisterne. Sorte numerose nel periodo bizantino per sopperire alla mancanza d'acqua in caso d'assedio, questi enormi serbatoi, spesso realizzati con materiali di recupero, sono una vera scoperta. La più famosa è la Yerebatan Sarayi, la Cisterna Basilica (visitabile ogni giorno tranne il giovedì, a pagamento): una sala di 140 metri di lunghezza per 70 di larghezza, coperta da un soffitto a volte sorretto da 336 colonne. Una passerella permette di raggiungerne il fondo, dove si trovano due blocchi di marmo.
Per continuare il percorso culturale non si può non citare il Palazzo Topkapi, un labirinto di costruzioni e il centro del potere dell' lmpero Ottomano tra il XV ed il XIX sec. In questo ricco palazzo i sultani e la loro corte vivevano e governavano. Qui si trova anche il padiglione del Mantello Sacro che conserva le reliquie del Profeta Maometto, riportate a Istanbul quando gli ottomani assunsero il califfato dell'lslam.
Un viaggio a Istanbul non avrebbe senso senza una sosta in un bazar: spezie, libri antichi, incisioni, tappeti, oggetti in rame, gioielli, cristallerie, mosaici, ceramiche e tessuti. Si trova di tutto e si può comprare di tutto. Unica condizione: trattativa gentile e cordiale obbligatoria.
Benvenuti a Istanbul!
Un labirinto di torri, crepacci, canyon, pinnacoli e castelli rupestri: è un paesaggio fiabesco quello che si presenta agli occhi di chi raggiunge la Cappadocia, quella magica regione con al centro le città di Nevsehir, Avanos e Urgup. E' un paesaggio surreale quello che si dipinge davanti agli occhi del visitatore. L'erosione millenaria di acqua, vento e sbalzi di temperatura hanno disegnato un quadro che nemmeno il più fantasioso dei pittori sarebbe riuscito a comporre. Picchi di formazione diversa, città sotterranee, canyon e distese infinite: tutto lascia a bocca aperta. La Cappadocia ha in sé qualcosa di fiabesco … Tutto stimola la fantasia. In questa parte dell'Anatolia centrale prevale un'atmosfera misteriosa e storica: ci si inchina alla prodigiosità della natura che nei millenni ha trasformato il paesaggio. Chissà come vivevano gli Ittiti, il popolo che abitava qui millenni fa, e che ha dato il nome alla Cappadocia: letteralmente "terra di bellissimi cavalli". Ora di meraviglioso c'è tanto altro. Come il villaggio di Uçhisar, dominato da case scavate nella roccia. La valle di Goreme è Patrimonio dell'umanità secondo l'Unesco. E ancora: la Valle dei Cacciatori, la Valle dell’Amore, la Valle di Ihlara...
Benvenuti in Cappadocia!