Welfare aziendale e servizi alla persona come motore dell'economia

  • I cambiamenti demografici e il mutamento delle strutture familiari hanno messo in discussione le “capacità di welfare” delle famiglie, sinora il principale ammortizzatore sociale
  • L’allungamento dell’aspettativa di vita amplia le schiere delle generazioni “sandwich”: da un lato devono prendersi cura dei figli, dall’altro assistere genitori anziani e non autosufficienti
  • La spesa pubblica per long term care ammonta all’1,9% del Pil: circa due terzi sono erogati a soggetti con più di 65 anni, il 90% è costituito in parti praticamente  uguali da spesa sanitaria e indennità di accompagnamento

“Può il welfare costituire un motore per l’economia?”: per rispondere a questo interrogativo e stimolare il dibattito Assoprevidenza e Itinerari Previdenziali, in collaborazione con Percorsi di Secondo Welfare, hanno realizzato un Quaderno di approfondimento  che riprende e sviluppa i contenuti del Workshop “Il Welfare come motore dell’economia: domiciliarità e servizi alla persona” tenutosi il 12 maggio 2016 in occasione della Giornata Nazionale della Previdenza e del Lavoro tenutosi a Napoli.

La risposta è affermativa a condizione che si uniscano gli sforzi in un “welfare mix” che veda il contributo di Stato, parti sociali e terzo settore al rinnovamento e alla modernizzazione dei sistemi di assistenza. L’implementazione di nuove e più attuali politiche di welfare, infatti, gioverebbe sia alle aziende, che andando incontro alle esigenze dei dipendenti possono incrementare la produttività, sia allo Stato, che oltre a contenere le spese sanitarie e di welfare pubblico avrebbe ricadute positive sull’occupazione, anche attraverso il potenziamento delle strutture del terzo settore.