Fondi pensione, per difendere i portafogli conta più la strategia che la tattica

Le tensioni geopolitiche, che non accennano a placarsi, potrebbero presto alimentare brusche impennate della volatilità sui mercati finanziari: quali le strategie per "proteggere" al meglio i portafogli dei fondi pensione? 

Leo Campagna

Dopo un buon primo trimestre (+2,5% il guadagno medio in base alle performance medie dei 315 comparti censiti con il Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali), anche i gestori dei fondi pensione aperti stanno studiando le possibili mosse da adottare dopo che il mercato ha cominciato a prendere seriamente in considerazione la situazione geopolitica: il principale indice di volatilità (VIX), dopo aver stazionato per mesi intorno a quota 13, è balzato nelle ultime settimane a ridosso di 20, in linea alla sua media storica. L’oro, nel frattempo, ha registrato un rialzo del 15% rispetto alla fine dello scorso anno. 

Le dinamiche capaci di determinare potenziali impatti negativi sulle Borse potrebbero essere amplificate dalla struttura del mercato azionario, caratterizzato da una prevalenza di scambi tramite algoritmi. Questi automatismi, infatti, sono in larga misura strettamente guidati dalla volatilità. Quando è bassa, come lo è stata fino a poche settimane fa, porta ad aumentare l’esposizione azionaria ma, nel caso di un evento negativo che facesse impennare la volatilità, potrebbe innescarsi un temporaneo effetto domino di instabilità. 

Diverse strategie consentono di prepararsi a mitigare i possibili effetti negativi in portafoglio, a cominciare dal reddito fisso con un buon rating e scadenze medio-lunghe: laddove l’economia dovesse sorprendere in negativo e le Banche Centrali fossero costrette ad accelerare i tagli dei tassi d’interesse, questi titoli aumenterebbero di valore (oltre a offrire una buona cedola). Nell’azionario, invece, sono da privilegiare i titoli di aziende con buona redditività e basso indebitamento, oltre che verso settori che si difendono meglio nei periodi di bassa crescita, come la tecnologia (senza esagerare, viste le attuali valutazioni) e l’healthcare. Anche un’esposizione al settore dell’energia può essere di aiuto. Tra gli asset di rifugio, mentre l’oro è da mantenere ma non aumentare di peso in portafoglio (alla luce della forte rivalutazione), lo yen - che è ai minimi rispetto al dollaro USA - offre un buon cuscinetto di protezione, dal momento che nei periodi di recessione passati si è apprezzato di circa l’8% rispetto al dollaro. 

Tuttavia, allargando l’orizzonte alle statistiche storiche dei mercati finanziari, si scopre che le due principali "regole" sono mantenere un’ampia diversificazione a livello geografico e di asset class e restare investiti in modo fedele alla strategia di medio lungo termine. Perché la tattica aiuta a difendere i portafogli, ma la strategia è cruciale.

Leo Campagna

10/5/2024 

 
 

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