Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate 2021 - "Redditi di cittadinanza ed emergenza: aumentano i sussidi ma anche la povertà
A partire dall1 aprile 2019, lItalia ha speso per reddito di cittadinanza, pensione di cittadinanza e reddito di emergenza circa 13 miliardi di euro, complessivamente erogati a 4,4 milioni di persone e circa 2 milioni di nuclei familiari. Un impiego di risorse notevole a fronte del quale il nostro Paese si ritrova però a dover fronteggiare sia un incremento delle persone in condizioni di povertà rispetto alla stima 2019 operata dallIstat (circa 600mila) sia una riduzione tutto sommato marginale della povertà assoluta (-1,6% nel 2020).
Dando ormai per conclamato il fallimento del reddito di cittadinanza sul fronte delle politiche attive per il lavoro, come spiegare numeri alla mano la sua inefficacia anche nel contrasto alla povertà economica? Questa la domanda da cui muove le sue premesse lultimo Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate curato per il Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali da Alberto Brambilla e Natale Forlani che, a partire dallanalisi dei dati diffusi da INPS, ANPAL e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, tracciano un bilancio della misura. A poca distanza dal decreto governo Draghi che ne ha di recente stabilito il rifinanziamento e, nella sostanza, anche lampliamento della platea di potenziali beneficiari.
Scarsa attinenza degli indicatori di reddito fiscalmente dichiarati rispetto alla concreta realtà, inconsistenza dei sistemi di controllo e criteri di calcolo ed erogazione che penalizzano i soggetti più deboli (si pensi ad esempio ai casi dei nuclei numerosi o ai limiti fissati per la partecipazione degli immigrati) sono i limiti e gli errori derivanti da questioni politiche più che tecniche - che, secondo lo studio, maggiormente hanno concorso ad alimentare il divario tra la mole degli interventi mobilitati e leffettivo conseguimento della sua finalità principale, vale a dire ridurre il numero di persone in condizioni di povertà.
Nonostante la critica radicale, lOsservatorio e i suoi estensori non si fanno però promotori di unabrogazione del reddito di cittadinanza, a maggior ragione tenuto conto della complessa realtà economica con cui il Paese dovrà fare i conti post COVID-19. Al contrario, la proposta è semmai quella di svuotare gradualmente gli spazi di intervento dello strumento, affidando ad altri ambiti del welfare (politiche educative, politiche attive per il lavoro e di sostegno alle famiglie) il compito di prevenire i rischi di impoverimento, così da ricondurre RDC e analoghi al ruolo che effettivamente compete loro: quello di interventi in ultima istanza.
Un passaggio fondamentale per evitare che lItalia imbocchi una pericolosa deriva assistenzialista, in verità già ampiamente percorsa negli ultimi anni con finalità spesso squisitamente elettorali e che, soprattutto, rischia di portare a risultati del tutto opposti a quelli, prefissati almeno allapparenza o comunque dichiarati a scopo propagandistico. Come evidenziato dallOsservatorio, non cavalcare o alimentare la povertà con aiuti fini a sé stessi, ma individuarne le cause e mettere in campo tutte le azioni, dalla formazione alla presa in carico, per contrastarla è lunica soluzione per assistere davvero a una riduzione delle statistiche in materia.