"Never normal" vs "older risk": come affrontare il nuovo paradigma

Convegno di Fine Anno

Dopo un 2022 che sarà ricordato come un annus horribilis per i mercati finanziari, il 2023 ha registrato un parziale recupero pur in un contesto ancora caratterizzato da elevata incertezza, mentre la Commissione europea si prepara a ripristinare il Patto di Stabilità e Crescita a partire dal prossimo anno, con alcuni cambiamenti per riflettere su sfide e priorità economiche nel post-COVID.

Il ritorno alla normalità superata la crisi pandemica, bruscamente scosso dallo scoppio della guerra in Ucraina, ha sancito l’ingresso in un periodo che, piuttosto di new normal, sembra più corretto definire never normal, caratterizzato da un’innovazione continua e in rapidissima evoluzione. Uno scenario in cui sono tornati in auge alcuni older risk che si erano attenuati negli ultimi decenni, tra cui inflazione, aumento del costo della vita, tensioni sociali e geopolitiche; rischi amplificati da sviluppi relativamente recenti all’interno del panorama globale, come elevati livelli di debito pubblico, una nuova era di bassa crescita, scarsità delle risorse naturali, spinte alla deglobalizzazione, la transizione demografica in molte economie avanzate e il cambiamento climatico. E se, da una parte, è prevedibile che alcuni di questi fattori giocheranno un ruolo predominante soprattutto nel breve termine, dall’altra la maggior parte di essi sembra destinata a caratterizzare i prossimi dieci anni, rendendo necessario già oggi adattare le proprie scelte di investimento al mutato quadro congiunturale. 

In questo never normal, gli Stati europei dovranno adottare politiche di bilancio che garantiscano sostenibilità del debito a medio termine, in un quadro in cui il forte rialzo dei tassi di interesse provocherà un deciso aumento della spesa per interessi, e senza il paracadute del Quantitative Easing della BCE. E mentre da un lato il rapido aumento dei tassi ha riportato il comparto obbligazionario ad avere un ruolo significativo all’interno dei portafogli, dall’altro l’esigenza di politiche fiscali “prudenti”, soprattutto in Paesi fortemente indebitati come l’Italia, rende ancora più necessarie iniziative a sostegno della crescita, come investimenti in economia reale e nell’ambito delle grandi transizioni che stiamo attraversando (demografica, digitale ed ecologica) anche in un’ottica di “protezione” contro l’inflazione. Per gli investitori istituzionali si pone quindi la questione di come affrontare i nuovi e i vecchi rischi, cogliendo al contempo le opportunità offerte dai cambiamenti in atto.

Questi i temi affrontati nel corso del Convegno di Fine Anno che, come ormai da tradizione, conclude le attività istituzionali in presenza di Itinerari Previdenziali, attraverso un'analisi condotta lungo una duplice prospettiva, quella economica e quella legislativa. La prima finalizzata a valutare le condizioni che influenzeranno i mercati e lo sviluppo nazionale e internazionale, nonché quelle che determineranno le opportunità di investimento nell’economia reale domestica; la seconda, invece, improntata a un’ottica di più lungo periodo, ponendo l'accento sulla necessità di un quadro normativo stabile, sicuro ed efficace, che sappia garantire il rilancio del sistema Italia, anche in un contesto complesso come quello attuale. L'evento, dunque, si propone anche e soprattutto come un momento di riflessione e dialogo che, grazie alla possibilità di interloquire con i rappresentanti dei principali player istituzionali italiani, concorra insieme al dibattito politico alla delineazione della strategia di ripresa e di ammodernamento del nostro Paese.


Il convegno è a porte chiuse e la partecipazione strettamente su invito. Per informazioni, potete contattarci via e-mail all'indirizzo: info@itinerariprevidenziali.it

 

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