Il ruolo della sanità integrativa per la sostenibilità del sistema socio-sanitario

Congresso nazionale dei fondi socio-sanitari

Il settore della sanità integrativa è in continua espansione, con più di 300 operatori attivi, e coinvolge oltre 16 milioni di cittadini, poco meno del doppio di quelli iscritti alla previdenza complementare. Peraltro, questi dati raccolti dall’Anagrafe dei Fondi sanitari istituita presso il Ministero della Salute possono offrire una fotografia parziale del sistema in quanto l’iscrizione da parte delle forme di assistenza socio-sanitaria integrativa è facoltativa e finalizzata all’ottenimento dei benefici fiscali previsti dalla normativa vigente.

Seppur parziali, dunque, i dati evidenziano un tasso di crescita significativo in termini di numerosità degli operatori (324 soggetti attestati nel 2023 relativi all’anno fiscale 2022, ultimo anno disponibile), in controtendenza rispetto ad altri investitori istituzionali come ad esempio i fondi pensione, ma soprattutto un aumento degli iscritti (nel 2011 erano 3,3 milioni, circa 5 volte meno rispetto ai 16 milioni del 2022) e degli importi delle prestazioni erogate (3,2 miliardi nel 2022, di cui 1 miliardo relativo a prestazioni extra LEA). Incrementi che implicano anche un aumento del patrimonio complessivamente gestito e del mix di investimenti che risulta sempre più diversificato, soprattutto per i fondi medio-grandi, nonostante la necessità di operare scelte coerenti con l’attività specifica di questi enti e la valutazione degli impegni nei confronti degli aderenti.

Il contesto economico, sociale e demografico che fa da perimetro all’operatività delle forme di assistenza socio-sanitaria integrativa è complesso e richiederà una forte integrazione tra pubblico e privato: se infatti, da un lato, l’aumento dell’aspettativa di vita e l’invecchiamento della popolazione faranno aumentare la richiesta di prestazioni sanitarie e assistenziali legate anche alla gestione della non autosufficienza, dall’altro, per via dei vincoli al bilancio pubblico, difficilmente lo Stato sarà in grado di incrementare ulteriormente la spesa destinata a queste funzioni, mettendo in difficoltà il Servizio Sanitario Nazionale e quello socio assistenziale INPS. Ragione per cui le forme di assistenza sanitaria integrativa, proprio per la loro funzione assistenziale (almeno il 20% delle prestazioni extra LEA deve essere destinato all’odontoiatria, recupero della salute, prestazioni sociali a rilevanza sanitaria e prestazioni sanitarie a rilevanza sociale) e, in prospettiva, di sostegno alla non autosufficienza, possono svolgere un ruolo fondamentale per garantire la sostenibilità finanziaria e sociale del sistema. Del resto, con un aumento degli iscritti al secondo pilastro, il sistema sanitario nel suo complesso subirà una fortissima riorganizzazione con riduzione delle liste di attesa e quindi ampi benefici anche per i non iscritti ai fondi. Benefici che per gli iscritti comportano, oltre una maggiore facilità di accesso alle prestazioni, una significativa riduzione dei costi: la voce più consistente di spesa per welfare privato è quella per l’assistenza sanitaria integrativa sostenuta dai singoli cittadini e dalle loro famiglie, la cosiddetta spesa out of pocket (quasi 45 miliardi nel 2023), spesa che potrebbe ridursi grazie all’intermediazione di fondi sanitari e assicurazioni.

Ciononostante manca ancora oggi una legge quadro e un sistema di vigilanza strutturato che regolino il sistema della sanità integrativa. Diviene sempre più urgente, dunque, anche per salvaguardare il sistema e gli iscritti, discutere sulle questioni aperte: quale normativa adottare, quale vigilanza, quali prestazioni, quali le sinergie saranno necessarie tra pubblico e privato e tra fondi pensione e fondi sociosanitari, come potrà evolversi la gestione finanziaria. Domande a cui si cercherà di dare risposte in questo secondo Congresso nazionale, portando avanti il dibattito avviato dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali oltre 10 anni fa nell’ambito degli eventi dedicati al “welfare integrato”. 

 

Il congresso è a porte chiuse e la partecipazione strettamente su invito. Per informazioni scrivere a info@itinerariprevidenziali.it