Il welfare aziendale per la protezione delle famiglie dai rischi gravi

Una ricerca condotta da elipsLife insieme a Prometeia mostra che il welfare pubblico non è al momento in grado di tutelare i redditi delle famiglie contro i rischi gravi: in tutti questi casi, e con il sostegno delle associazioni di categoria e del legislatore, dovrebbe giocare un ruolo essenziale il welfare aziendale 

Massimo Carassinu


Scoperto l’82% della domanda di protezione

Facendo fronte solo al 15% del potenziale fabbisogno, il sistema di welfare pubblico italiano, il cosiddetto primo pilastro, è oggi insufficiente per proteggere le famiglie dall'impatto finanziario di eventi gravi come la morte e l'invalidità permanente. Del resto, in una famiglia che conta solo sul welfare pubblico, le rendite garantite da enti come INPS, INAIL e Casse di Previdenza sono in media inferiori ai 9.000 euro lordi all'anno.  Una cifra molto bassa se consideriamo che solo la spesa totale per la crescita di un figlio da 0 a 18 anni oscilla tra i 114.000 e i 271.000 euro (in base al reddito familiare).

D'altra parte, solo il 3% circa del fabbisogno complessivo stimato di protezione dei lavoratori italiani è a oggi coperto da polizze vita collettive e individuali. Questo lascia l'82% dei salari lordi italiani senza alcuna assicurazione contro i rischi biometrici.

 

I vantaggi del secondo pilastro

La soluzione potrebbe allora prevedere nel secondo pilastro (welfare aziendale) assicurazioni collettive a protezione dalle conseguenze finanziarie di decesso, invalidità permanente, infortuni e non autosufficienza.

Il secondo pilastro, e più in generale le polizze collettive, rappresentano lo strumento più efficiente, e più economico, per assicurare la tutela da questa tipologia di rischi per tre motivi specifici. In primo luogo, le polizze collettive assicurano un gruppo, per cui il rischio è omogeneo e prevedibile, quindi il costo del rischio è più basso, oltre a diminuire sensibilmente il rischio di anti-selezione a vantaggio di una maggiore mutualità. In secondo luogo, essendo stipulate da una persona giuridica per una collettività, i costi operativi sono più bassi rispetto alla gestione individuale del contratto. Infine, le dimensioni del gruppo assicurato con intermediazione one-to-many permettono l'applicazione di costi di distribuzioni più bassi.

Il seguente grafico, tratto dalla ricerca, mostra che il risparmio ottenuto con la stipula collettiva rispetto alla stipula individuale è dell’ordine del 50%, a omogeneità di somma assicurata.
 

Indicazione dell'ordine di grande dell'ipotetico premio annuo

Fonte: "Life Insurance - Proteggere il reddito familiare dalle conseguenze finanziarie dei rischi biometrici"

Il problema è che oggi solo il 3% dei lavoratori, generalmente dirigenti dei settori industria, commercio e servizi, ha diritto a coperture assicurative di questo tipo, come previsto dagli accordi contrattuali nazionali. Inoltre, la Pubblica Amministrazione non prevede da contratto nazionale alcuna copertura contro i rischi biometrici, e in pochi casi si sono attivate coperture da contrattazione di secondo livello (accordi intra-aziendali).  

I lavoratori indipendenti, che per definizione non hanno accesso al secondo pilastro, sono ancora più esposti alla cronica sotto-assicurazione.  In particolare, famiglie giovani con pochi anni di contribuzione sono infatti le meno protette contro i rischi gravi, in quanto le Casse di Previdenza in genere non dispongono di coperture assicurative contro il rischio decesso, mentre le pensioni ai sopravvissuti sono proporzionate agli anni di contribuzione.

 

Il ruolo delle associazioni di categoria e del legislatore

La ricerca pone l'interrogativo di come le associazioni di categoria, le Casse di Previdenza e il legislatore possano contribuire, a diverso titolo, allo svilupparsi in Italia di un’adeguata cultura del rischio biometrico e di una coerente diffusione delle relative forme di copertura.   

Le rappresentative sindacali e i datori di lavoro dovrebbero essere sensibili a queste forme di welfare: concedere e sviluppare le coperture assicurative da CCNL/CIA non solo è un grosso segno di attenzione e di cura per i propri dipendenti, ma garantisce un sensibile risparmio, se confrontate con le polizze individuali che i dipendenti dovrebbero pagarsi in modo autonomo.

Il legislatore, preso atto del gap di protezione, potrebbe contribuire all'espansione del secondo pilastro attraverso la promozione di meccanismi di incentivazione di carattere fiscale, in particolare a favore delle fasce di lavoratori più giovani e a più basso reddito. Un intervento di agevole attuazione e al tempo stesso di particolare rilevanza potrebbe essere l’inserimento delle coperture Temporanea Caso Morte fra i servizi deducibili del paniere del welfare aziendale. Questa operazione di sostanziale defiscalizzazione andrebbe in parte a compensare l’intervento di senso opposto operato con la recente riduzione della detraibilità dei premi corrisposti per le coperture Vita e Infortuni nel 730 e Unico.

Massimo Carassinu, Amministratore Delegato elipsLife Italia

24/6/2019

 
 

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