COVID-19, elezioni regionali e amministrative: quali legami?

Le gestione dell'emergenza pandemica che ha caratterizzato soprattutto il biennio 2020-2021 sembra aver avuto un certo peso nei risultati elettorali di quel periodo: in momenti di crisi, i cittadini italiani preferiscono forse amministratori di cui già conoscono l'operato a eventuali novità?

Lorenzo Vaiani

La fase più acuta e intensa della pandemia da COVID-19 è stata ormai lasciata alle nostre spalle da diversi mesi, il tempo necessario per cominciare a valutare le ripercussioni che il periodo pandemico ha avuto su ambiti non strettamente legati alla dimensione della salute, bensì maggiormente connessi con la gestione politico-amministrativa di quel drammatico periodo.

Per provare a fare ciò si analizzeranno in questa sede le elezioni regionali e quelle amministrative avvenute su tutto il territorio nazionale tra il 2020 e il 2022. A tal proposito occorre sin da subito una doverosa precisazione di metodo: l’analisi del voto amministrativo si focalizzerà esclusivamente sui soli Comuni Capoluogo di Provincia, al fine di poter incentrare lo studio sui comuni di maggiori dimensioni in termini di numerosità di abitanti. Tuttavia, sebbene Capoluoghi di Provincia, non verranno considerati nell’analisi i Comuni di Andria, Crotone, Viterbo, Barletta, Taranto e Messina in quanto uscenti da un periodo di amministrazione commissariale.

Un’ulteriore specificazione introduttiva: la gestione della sanità e delle misure di tutela della salute adottate nel periodo pandemico hanno fatto capo principalmente allo Stato centrale e al governo regionale. Tuttavia, se per questi ultimi è disponibile un numero sufficiente di casi da analizzare, soprattutto grazie al blocco di elezioni avvenute a settembre 2020 (ben 7 elezioni regionali), altrettanto non può dirsi per quanto concerne lo Stato centrale. Infatti, sebbene durante l’arco temporale analizzato si siano susseguiti ben 3 governi (Conte II, Draghi e l’attuale Governo Meloni), sono state svolte elezioni politiche solo a fine del 2022 e risulta, almeno a parere dell’autore, più difficile ricondurre l’esito delle stesse alle precedenti gestioni del periodo pandemico tanto del Governo Draghi quanto del Governo Conte II. 

Prima di procedere con l’analisi un passaggio conclusivo sulle elezioni regionali. Anche se oltre alle sopraccitate elezioni del 2020 siano avvenute anche due elezioni regionali tra il 2021 e il 2022, queste non saranno ricomprese nel campione oggetto di studio in quanto chiamate al voto Regioni caratterizzate da situazioni particolari: in Calabria si è andati nuovamente alle urne appena 8 mesi dopo le precedenti elezioni a causa della scomparsa della Presidente Elena Santelli, mentre per la Sicilia le elezioni sono avvenute in concomitanza con le elezioni politiche e quindi in qualche misura maggiormente “influenzate” da queste. 

 

L'andamento delle elezioni nel 2020 

Fatte queste doverose precisazioni di metodo procediamo con l’analisi a partire dalle elezioni amministrative del 2020. La tabella 2.1 riporta i diversi Capoluoghi di Provincia raggruppati per regione chiamati alle urne nel corso dell’anno, mostrando sindaco e coalizione/partito uscente e vincente. In particolare, nell'ultima colonna viene riportato il tasso di riconferma regionale calcolato nel seguente modo: al numeratore il numero di riconferme tra sindaci (laddove il sindaco si fosse ricandidato) e coalizioni, mentre al denominatore il totale potenziale di riconferme nell’intera regione (sempre tra sindaci e coalizioni). 

Come si può osservare, vi è una distribuzione piuttosto uniforme neli tassi di conferma, con i valori più alti registrai in Valle d’Aosta, Puglia, Calabria e Sardegna, tutti pari al 100%. Seguono poi con percentuali di riconferma superiori ai due terzi Lombardia, Trentino-Alto Adige e Marche. A metà strada si situa la Sicilia con un coefficiente di riconferma del 50%, mentre sul versante opposto, ovvero le regioni all’interno delle quali si sono verificati i tassi di riconferma più contenuti, si trovano Abruzzo, Basilicata con valori pari allo 0%.

Tabella 1 - Elezioni regionali e comunali, il coefficiente di riconferma al 2020 

Tabella 1 - Elezioni regionali e comunali, il coefficiente di riconferma al 2020

Fonte: elaborazioni a cura dell'autore, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali

 

Ampliando la prospettiva alle elezioni regionali si osserva come, con la sola eccezione delle Marche che hanno visto il passaggio da una amministrazione di Centro-Sinistra a una di Centro-Destra, tutte le altre Regioni hanno riconfermato tanto i presidenti (ad esclusione della Toscana dove il presidente uscente, Enrico Rossi, non si è ricandidato) quanto le precedenti coalizioni.

Utilizzando un indicatore sintetico, che misura in una scala da 0 (totale assenza di riconferma) a 1 (completa riconferma), gli andamenti per Sindaco o presidente di Regione e coalizione/partito si osserva come, nel caso dei sindaci, l’indicatore sia pari a 0,73, significativo di un elevata persistenza negli incarichi di Primo Cittadino, mentre è ancora più elevato il dato se si considerano i presidenti di Regione (pari a 1). Analogo il discorso in merito alle coalizioni/partiti, in questo caso per le elezioni comunali si riscontra un valore pari a 0,75, ovvero ogni 4 coalizioni candidate uscenti dal ruolo di amministrazione cittadina 3 sono state in grado di riconfermarsi alle elezioni. E, di nuovo, il dato è ancora più elevato se si considera il contesto delle elezioni regionali, all’interno del quale è pari a 0,83. 

 

COVID-19 ed elezioni: l'analisi delle tornate 2021

Nel corso del 2021, come emerge subito dalla tabella 2.2, si osserva un’importante novità rispetto all’anno precedente: infatti, nelle Regioni collocate al Nord o al Centro, ad eccezione della Liguria, i tassi di riconferma sono quasi ovunque prossimi al 100%. Ciò significa che in tutti i Capoluoghi di Provincia collocati in queste regioni sono stati riconfermati sia i sindaci, qualora si fossero ricandidati (gli unici Comuni dove il sindaco uscente non si è ricandidato sono Torino, Bologna, Rimini e Savona), che le coalizioni. Viceversa, nei Comuni in Calabria, Molise e Liguria non vi è stata alcuna riconferma né di coalizione né tantomeno di sindaco. Situazione leggermente migliore nel Lazio dove il coefficiente è del 33% e sul quale pesano le mancate riconferme tanto del sindaco quanto della coalizione nella Capitale. 

Una considerazione sul caso di Carbonia (Sardegna): a causa della mancata ricandidatura del sindaco uscente e dell’unione del M5S in coalizione con le forze di Centro-Sinistra, non è possibile disporre né del dato relativo al sindaco né di quello relativo alla coalizione. 

Occorre, inoltre, notare un’ulteriore importante differenza rispetto al 2020; infatti, nel corso del secondo anno pandemico si riscontra un maggiore numero di sindaci uscenti che non si sono presentati alle successive elezioni, ben 8 rispetto ai 5 del 2020.

Tabella 2 - Elezioni comunali, il coefficiente di riconferma al 2021 

Tabella 2 - Elezioni comunali, il coefficiente di riconferma al 2021

Fonte: elaborazioni a cura dell'autore, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali

Come fatto per il precedente anno, anche in questo caso usare l’indicatore sintetico può fornire valide informazioni per le successive conclusioni. Il tasso di conferma dei Sindaci si alza ulteriormente e sale a 0,92 (era 0,73 nel 2020). Dato che mostra chiaramente come, qualora un sindaco avesse optato per la ricandidatura, la rielezione fosse quasi certa. Discorso inverso per quanto riguarda le coalizioni, in questo caso infatti il tasso scende dallo 0,75 allo 0,65. 

L’elevata differenza tra i due tassi (di coalizione e dei Sindaci) registrata nel corso dell’anno si spiega se si considera l’elevato numero di sindaci che non si sono ripresentati alle elezioni. Con l'eccezione dei casi di Rimini e Salerno, in tutti gli altri Capoluoghi di Provincia si osserva il passaggio da una coalizione di Centro-Sinistra a uno di Centro-Destra, o viceversa, qualora il Primo Cittadino non si sia ricandidato.  

 

La situazione aggiornata al 2022

Passando all’anno più vicino a noi, il 2022, si rileva una forte riduzione delle Regioni caratterizzate da coefficienti di conferma elevati e da un contestuale aumento del numero di quelle con coefficienti pari a 0. Le Regioni più “virtuose” sono state: Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lazio, Abruzzo e Sardegna e tutte con tassi del 100%. Viceversa, le Regioni con il coefficiente pari allo 0% sono Lombardia, Emilia-Romagna, Calabria e Sicilia. Da sottolineare in modo particolare il caso della Lombardia dove, su 3 Capoluoghi di Provincia (Como, Lodi, Monza), nemmeno uno ha visto riconfermato né il Sindaco né la precedente coalizione. A metà strada si collocano invece 3 Regioni situate tra il Nord e il Centro Italia, ovvero Toscana, Piemonte e Veneto, con tassi che vanno da un massimo del 67% ad un minimo del 40%.

A riprova della diversa dinamica in atto nel corso del 2022 sono i valori dei tassi di conferma, che hanno registrato i valori più bassi rispetto ai tre anni considerati, e rispettivamente pari a 0,58 per la riconferma del Sindaco e 0,56 per quella della coalizione/partito. 

Tabella 3 - Elezioni comunali, il coefficiente di riconferma al 2022

Tabella 3 - Elezioni comunali, il coefficiente di riconferma al 2022

Fonte: elaborazioni a cura dell'autore, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali

Parrebbe dunque che man mano che ci si allontana dalle fasi più acute e gravi della pandemia e maggiormente gli amministratori cittadini siano soggetti a severi risultati elettorali. Sicuramente da questi pochi dati non è possibile attribuire un effetto diretto di COVID su tassi di conferma e, senza ombra di dubbio, ci sono altri elementi che devono essere considerati (in alcune Regioni o Comuni vi può essere una maggiore o minore persistenza di certe forze politiche rispetto ad altre, per esempio). Tuttavia a giudizio di chi scrive non pare del tutto errato poter affermare che le complesse fasi di emergenza che si sono succedute nel 2021 e, soprattutto nel 2020, abbiano rivestito un ruolo nel favorire in una certa qual misura la riconferma degli amministratori.

Come se i cittadini durante le fasi più severe della tempesta avessero preferito evitare "novità" affidandosi nuovamente a coloro i quali avevano già governato in precedenza la Regione o il Comune.

Lorenzo Vaiani, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali

8/5/2023

 
 
 

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