IRPEF, chi paga il conto? La mappa per regione

I dati ricavabili dalle dichiarazioni dei redditi ai fini IRPEF sembrano confermare l'immagine di un Paese frammentato, con un Nord più sviluppato, un Centro che gli si avvicina trainato soprattutto dal Lazio e un Sud decisamente più povero: un'immagine veritiera o falsata da ampie sacche di sommerso?  

Michaela Camilleri

Dai dati MEF e Agenzia delle Entrate rielaborati nell'ultimo Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate Itinerari Previdenziali emerge un quadro chiaro relativo al versamento della più importante imposta diretta che dovrebbe far riflettere in vista di una possibile riforma del sistema fiscale: il totale dei redditi prodotti nel 2020 e dichiarati nel 2021 ai fini IRPEF è ammontato a 865,074 miliardi, per un gettito IRPEF generato di 164,36 miliardi (147,38 per l’IRPEF ordinaria; 11,99 per l’addizionale regionale e 4,99 per l’addizionale comunale), in calo del 4,75% rispetto all’anno precedente. I dichiaranti si riducono a 41.180.529 e i versanti, vale a dire coloro che versano almeno 1 euro di IRPEF, scendono a quota 30.327.388, valore più basso registrato dal 2008. Cala anche la percentuale di contribuenti che sopporta la gran parte del carico fiscale: da un lato, quasi la metà degli italiani (il 49,15%) non dichiara redditi e, dall’altro, circa il 13% dei contribuenti con redditi dai 35mila euro in su corrisponde da solo il 60% dell’imposta sui redditi delle persone fisiche.  

 

Come si ripartisce il gettito IRPEF a livello regionale?

La distribuzione geografica del versamento IRPEF relativo ai redditi 2020 evidenzia che il Nord contribuisce per 93,9 miliardi (pari al 57,10% dell’IRPEF totale), il Centro con 36,1 miliardi (il 21,95%) e il Sud con 34,4 miliardi (il 20,94%). Questi dati indicano un importante divario tra Nord e Sud, e in parte anche con il Centro; divario che, peraltro, è rimasto sostanzialmente stabile nel tempo, al netto di alcune leggere variazioni, nonostante si sia susseguita una serie di interventi, evidentemente inefficaci nel migliorare una situazione che presenta evidenti criticità e insufficienze nella capacità di finanziamento del welfare e, più in generale, della spesa pubblica per queste macroaree.

La riduzione del gettito complessivo rispetto all’anno precedente è di 8,2 miliardi, pari al -4,75%, e dovuta a una contrazione uniforme tra le singole regioni, del -5,38% al Nord, del -4,58% al Centro e del -3,19% al Sud: tra le caude principali, la pandemia e la chiusura delle delle attività produttive maggiormente presenti nelle regioni settentrionali. Considerando le singole regioni, la Lombardia, con circa 10 milioni di abitanti, versa 37,5 miliardi, un importo maggiore rispetto ai 34,4 miliardi dell’intero Sud, che conta più del doppio degli abitanti (20,2 milioni), ma superiore anche anche ai 36,1 milardi del Centro che ne conta invece 11,8 milioni.

Figura 1 – Percentuale IRPEF versata e rapporto versanti su popolazione per macroarea

Figura 1 – Percentuale IRPEF versata e rapporto versanti su popolazione per macroarea

Fonte: Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate 2022 dedicato alle dichiarazioni dei redditi ai fini IRPEF, Itinerari Previdenziali

Un ulteriore indicatore di sostenibilità della spesa per welfare, considerato che tutti gli abitanti beneficiano della sanità e buona parte anche dell’assistenza a carico della fiscalità generale, è il rapporto tra numero di contribuenti/versanti e la popolazione: confrontando il numero dei contribuenti con quello degli abitanti (1,448 nella media nazionale) risulta che al Sud a ogni singolo contribuente corrispondono 1,64 abitanti, 1,42 al Centro e 1,35 al Nord. Valori che, senza troppe sorprese, riflettono il minore tasso di occupazione nelle regioni meridionali. Passando invece al rapporto tra numero di versanti sulla popolazione, al Nord il 58,13% degli abitanti versa almeno 1 euro di IRPEF, percentuale che si riduce al 52,58% al Centro e addirittura al 39,87% al Sud. 

Il dato più significativo da considerare è tuttavia l’ammontare del versamento IRPEF pro capite: l’ammontare medio per ciascun versante è di 5.847 euro al Nord, 5.801 euro al Centro e 4.274 euro al Sud. A livello di singola regione, il versamento pro capite, come per l’anno precedente, vede in testa il Lazio con 6.785 euro (la regione ospita sia le istituzioni italiane e straniere sia il Vaticano e presenta quindi variazioni minori nei redditi); seguono la Lombardia con 6.543 euro, la provincia autonoma di Bolzano con 5.850 euro, le altre regioni del Nord e la Toscana con più di 5.000 euro circa. 

Figura 2 – Classifica regionale dell’ammontare IRPEF pro capite per versante

Figura 2 – Classifica regionale dell’ammontare IRPEF pro capite per versante

Fonte: Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate 2022 dedicato alle dichiarazioni dei redditi ai fini IRPEF, Itinerari Previdenziali

Il pro capite per abitante vede invece al vertice la Lombardia con 3.739, seguita dalla Provincia autonoma di Bolzano con 3.634 euro e dall’Emilia-Romagna con 3.399 euro; di contro, le quote più basse si trovano in Calabria con 1.518 euro per abitante, seguita dalla Sicilia con 1.579 euro. Per avere un ordine di confronto, basti pensare che la spesa media pro capite per la sola sanità, pari a 2.058 euro annui, è superiore all’IRPEF media pro capite versata nel Mezzogiorno (1.704 euro) e di alcune regioni come Calabria, Sicilia, Campania, Puglia e Basilicata.  

I dati confermano, dunque, l’immagine di un Paese spaccato con il Nord più sviluppato, un Centro che gli si avvicina trainato dal Lazio e un Sud decisamente più povero. Rimane, tuttavia, qualche dubbio che porta a chiedersi se questi livelli di povertà molto spesso non nascondano anche vaste aree di “economia non osservata”…

Michaela Camilleri, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali

29/12/2022 

 
 

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