Le Fondazioni di origine Bancaria tra scelte strategiche e cambiamento sociale: la sfida di COVID-19

La pandemia ha imposto modalità di intervento emergenziali volte a fronteggiare gli choc economici, sociali e sanitari che ha scatenato. In questo contesto la filantropia istituzionale ha agito, come prima della crisi, sviluppando strategie volte alla promozione del cambiamento sociale? Alcune riflessioni dal Quinto Rapporto di Percorsi di secondo welfare

Elisabetta Cibinel e Valeria De Tommaso

Il Quinto Rapporto sul secondo welfare in Italia (2021) ha analizzato l’impatto della pandemia e le sue possibili implicazioni future in tre ambiti cruciali del secondo welfare: aziendale e territoriale, filantropico e di prossimità. La ricerca si è avvalsa di 3 focus group e di un’expert survey somministrata a 225 esperti, accademici e professionisti che si occupano dei temi legati al welfare e ai suoi sviluppi. In prima battuta agli interlocutori è stato chiesto di esprimersi sull’attuale sviluppo e le possibili evoluzioni dei tre settori, con riferimento alla ridefinizione dei rapporti tra pubblico-privato e nazionale-locale. Sono stati quindi interrogati circa le trasformazioni che, durante la pandemia di COVID-19, hanno interessato gli ambiti di analisi e quelle che potranno verificarsi in futuro. Infine è stato chiesto agli esperti di giudicare come il secondo welfare contribuisca al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030. Di seguito proponiamo alcune riflessioni sviluppate alla luce della parte di rilevazione dedicata alle istituzioni filantropiche.

 

L’azione delle fondazioni tra presente e futuro

La survey dedicata al welfare filantropico (dettagliata nel capitolo 4 del Rapporto) offre un’analisi approfondita sul comportamento delle istituzioni filantropiche nella fase più acuta della pandemia. Circa il 70% dei rispondenti alla survey ritiene che questi enti abbiano operato efficacemente per rispondere ai bisogni sociali emersi durante l’emergenza e limitarne le ricadute attraverso un crescente investimento di risorse nel welfare territoriale, anche spingendosi oltre il loro confine “tradizionale” di intervento a favore di nuove aree (ad esempio, sport, cultura e ambiente). L’irruenza della pandemia di COVID-19 ha richiesto risposte efficaci, spesso contestualizzate nel qui ed ora, poiché le amministrazioni pubbliche, da sole, non erano pronte a gestire un volume così importante di bisogni sociali. Secondo la survey, tuttavia, gli enti filantropici hanno giocato un ruolo cruciale non solo nella predisposizione di risposte immediate ai bisogni creati o inaspriti dalla pandemia, ma si sono dimostrati efficaci consolidatori e promotori di reti multi-attore, in virtù della loro capacità di sperimentazione di potenziali strategie risolutive a problemi sociali e, inoltre, vettori efficaci di best practices di innovazione sociale dal livello locale a quello nazionale. 

Quanto alla collocazione degli esperti riguardo le dicotomie nazionale-locale e pubblico-privato, la survey registra posizionamenti differenti. Le opinioni degli attori spaziano da quelle che considerano il welfare filantropico una win-win solution, un vettore per l’innovazione sociale e una risorsa per le amministrazioni locali a quelle che, invece, ritengono che contribuisca ad acuire l’intensità dei rischi già presenti nei sistemi di welfare come, ad esempio, le disparità territoriali e sociali. Tuttavia, l’analisi congiunta della survey e del focus group evidenziano almeno due aspetti di interesse. Da un lato gli enti filantropici, per la loro capacità pervasiva di fare advocacy, ricoprono un ruolo di preminenza nel dialogo con gli attori del primo welfare. Dall’altro, nazionale e locale devono essere tenuti insieme: essi, infatti, possono essere stimolo allo sviluppo di una strategia che abbia una baseline comune, il cui effetto positivo possa propagarsi ovunque.

Infine, in relazione all’Agenda 2030, gli esperti ritengono che durante la pandemia il welfare filantropico abbia concorso al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile e che l’apporto potrà̀ essere sempre più significativo in futuro: l’ingaggio delle Fondazioni è infatti già orientato al raggiungimento degli Obiettivi fissati dall’ONU. Ma tale impegno rischierebbe - se non alimentato in futuro - di restare circoscritto ad un numero limitato di Goal, concentrandosi sul perseguimento di alcuni obiettivi specifici così sottovalutando la rilevanza dell’impianto complessivo dell’Agenda 2030 a cui, anche in futuro, dovremo fare necessariamente riferimento nel suo complesso.

 

Accompagnare i territori nel cambiamento: il caso di OsservaBiella

Anche alla luce delle evidenze registrate dalla survey, il Rapporto - nel capitolo 9 - approfondisce il ruolo delle Fondazioni di origine Vancaria (FoB) nel contrasto alle conseguenze della pandemia.  Nel corso degli ultimi anni esperti, studiosi e operatori della filantropia si sono interrogati sul ruolo delle FoB nella promozione dell’innovazione sociale, sottolineando la necessità di realizzare iniziative sperimentali che non si esauriscano e possano essere stabilizzate e adottate dal sistema locale di welfare. Nel precedente Rapporto sul secondo welfare avevamo proposto uno schema volto alla realizzazione di iniziative improntate alla promozione di un cambiamento sociale duraturo e condiviso (ne avevamo parlato qui).

A partire da questo quadro, nel Quinto Rapporto ci siamo interrogati sulle conseguenze determinate dalla pandemia di COVID-19: il modello di intervento attento alla promozione del cambiamento sociale duraturo ha contribuito a superare gli ostacoli posti dalla crisi? Il tema è stato affrontato grazie all’analisi dei dati sull’attività istituzionale delle FoB nel 2020 e con l’approfondimento di un caso studio realizzato in provincia di Biella.

L’analisi delle modalità operative delle Fob ha mostrato una prevalenza di iniziative promosse su base annuale e un incremento dei progetti di dimensione locale e di origine interna alle Fob. Queste dinamiche, che possono essere spiegate con motivazioni pratiche e di tempestività legate alla volontà delle Fob di intervenire prontamente e direttamente nei propri territori di riferimento, appaiono coerenti con le evidenze registrate dalla survey e confermano la (comprensibile) tendenza a erogazioni e interventi di carattere emergenziale nel corso del 2020. Proprio a fronte di queste dinamiche particolari è stato approfondito il caso studio di OsservaBiella, un progetto sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella (CRB) e realizzato dal Laboratorio "Percorsi di secondo welfare". L’iniziativa - infatti - pur potendo essere inquadrata nel contesto dei progetti avviati dalle FoB in risposta alla pandemia, non è improntata a una logica puramente emergenziale e, anzi, si muove in un orizzonte di lungo periodo.

OsservaBiella è nato da un attento ascolto dei bisogni espressi dagli attori del territorio, attraverso una commissione appositamente istituita dalla Fondazione CRB a seguito dello scoppio della pandemia: lo scambio con gli attori locali ha fatto emergere la necessità di disporre di strumenti condivisi per leggere costantemente le esigenze del territorio. Da qui è nata l’idea di istituire un Osservatorio per rilevare le principali dimensioni demografiche, sociali ed economiche dell’area biellese. Il nostro Laboratorio ha accompagnato i principali attori pubblici e privati nell’individuazione di circa 160 indicatori in grado di descrivere il contesto provinciale di Biella e i bisogni sociali dei suoi abitanti (per un approfondimento sul percorso svolto si rimanda a questo articolo).

 

Oltre la logica emergenziale

Le dinamiche emerse dalla nostra survey e l’analisi empirica dell’attività delle FoB nel 2020 restituiscono l’immagine di un welfare filantropico reattivo, pronto ad attivare risorse economiche e progettuali in risposta a grandi sfide improvvise come quella determinata dalla pandemia, ma propenso a operare  sulla base di logiche emergenziali. Proprio sulla base di questi aspetti appare di particolare rilevanza l’esperienza di OsservaBiella: questo progetto – pur essendo nato in risposta alla pandemia – si ispira alla promozione di un cambiamento sociale stabile e condiviso sul territorio e, in questo senso, rappresenta un esempio interessante di come il welfare filantropico possa operare in ottica strategica anche all’interno di condizioni emergenziali.

Elisabetta Cibinel e Valeria De Tommaso,
Ricercatrici Laboratorio "Percorsi di secondo welfare"

7/4/2022

 
 

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