L'approccio Cashflow Driven per la gestione dei patrimoni di fondi pensione e Casse

Perseguendo il duplice obiettivo di coprire le passività e di massimizzare il patrimonio nel tempo, fondi pensione e Casse di Previdenza stanno adottando con sempre maggior frequenza strategie di investimento Cashflow Driven (CDI), che mirano ad allineare le uscite future con il reddito generato dai titoli in portafoglio: l'esperienza di Generali Investments

A cura di Generali Insurance Asset Management*

Le tecniche di costruzione di portafoglio sono da sempre in continua evoluzione. Senza dubbio quella più popolare è la cosiddetta Modern Portfolio Theory (MPT), introdotta e formalizzata nel 1952 da Harry Markowitz. La sua popolarità trova fondamenta nel concetto dell’investitore avverso al rischio, che identifica e costruisce il proprio portafoglio massimizzando rendimento atteso per unità di rischio di mercato. Questa tecnica poneva le sue basi in un mondo caratterizzato da trend demografici, aspettative di vita, costi legati a pensionamento e spese mediche long-term estremamente differenti da quelli odierni. 

Nel corso degli ultimi anni, al mutare delle condizioni socio-economiche, si è fatta strada tra gli investitori l’idea che l’obiettivo dell’investitore razionale dovesse migrare dalla semplice massimizzazione degli attivi soggetti a un vincolo di rischio, verso la massimizzazione del surplus economico. La principale differenza che questo cambio di prospettiva introduce è una rinnovata attenzione alla volatilità dello stato di funding del valore delle passività. Ragione per cui un approccio cosiddetto Liability-Driven Investment (LDI), meglio noto come Asset-Liability Management (ALM), è considerato più completo e olistico dell’approccio MPT.

L’investitore LDI necessità dunque di competenze analitiche legate a un accurato uso delle proiezioni dei cash-flow, di un forte grado di esperienza e specializzazione nel mercato obbligazionario in tutte le sue sfaccettature e sempre di più dell’accesso a un ecosistema di soluzioni di investimenti alternativi. Mentre l’applicazione di tutto ciò appare evidente se legata a un prodotto vita tradizionale o uno schema pensionistico a benefici definiti (DB), l’approccio sta trovando sempre più spazio anche in fattispecie dove i flussi di cassa sono impliciti come uno schema pensionistico a contributi definiti (DC).

L’introduzione di Solvency II ha rinforzato l’importanza strategica dell’approccio LDI nel settore assicurativo, in particolare per i prodotti vita tradizionali, che hanno un elevato assorbimento di capitale in presenza di un disallineamento tra le passività  e gli attivi a loro copertura  (tipicamente con le passività che hanno scadenze più lunghe degli attivi). Questo ha portato la maggior parte dei grossi attori europei a darsi l’obiettivo di ridurre, o in molti casi ad azzerare, tale disequilibrio.  

Fondi pensione e Casse di Previdenza si stanno interessando sempre più alla gestione dei propri portafogli in un’ottica ALM. Questi investitori istituzionali, infatti, perseguono il duplice obiettivo di coprire le passività e di massimizzare il patrimonio nel tempo. In base alla natura e alle esigenze del fondo ciò si traduce con sempre maggior frequenza nell’adozione di strategie d’investimento LDI, o più precisamente Cashflow Driven (CDI), che mirano ad allineare le uscite attese future con il reddito generato dai titoli in portafoglio.

Generalmente i fondi pensione entrano nel mondo CDI estendendo in prima battuta il loro universo d’investimento al credito. Tuttavia il mercato del credito liquido non è sempre in grado di offrire un ventaglio di possibilità abbastanza ampio da assicurare il matching perfetto dei cash-flow ai passivi, in particolare per mancanza di alternative su redditività e scadenze. Gli investitori più sofisticati tendono dunque a rilassare i propri vincoli in termini di rating e di liquidità, rivolgendosi anche ad asset class non tradizionali (ad esempio, direct lending, infrastructure e real estate). Questo ha un doppio beneficio: alcuni investimenti alternativi possono generare delle entrate adeguate e stabili nel tempo che, migliorando il profilo dei flussi di cassa del fondo, permettono a quest’ultimo di liberare capitale da investire su asset class ad elevata redditività.

In Generali Investments proponiamo soluzioni customizzate per i clienti terzi secondo un approccio a tre fasi. Acquisiamo un quadro preciso delle necessità dei clienti legate al profilo delle passività. Definiamo un’asset allocation appropriata a generare valore nel medio-lungo periodo e studiata per difendere l’investimento anche in momenti di turbolenza sui mercati. Infine, assicuriamo ai clienti il miglior accesso possibile al mercato dei capitali, sia pubblico che privato.

In questi anni Generali Insurance Asset Management S.p.A. Società di gestione del risparmio ha maturato ampia esperienza nella gestione LDI, sia a livello di riduzione del disallineamento tra attivi e passivi, sia nella gestione del rischio di credito, impiegando attivamente a un portafoglio di asset superiore a 450 miliardi di euro queste logiche di investimento [i]. La piattaforma Multi-Boutique del Gruppo Generali ricopre un ruolo fondamentale, mettendo a disposizione le capacità di numerosi gestori indipendenti e specializzati per tipologia di asset class (tradizionale), focus geografico, strategie e investimenti illiquidi in infrastrutture e real estate, equity e debt; legati fra di loro da una solida struttura comune di distribuzione, risk management e compliance.

Ciò permette ai clienti interessati di avere accesso in modo semplice e immediato a un ampio spettro di strategie alternative e allargare il panorama di investimenti a disposizione per realizzare i propri obiettivi.

*A cura di Generali Insurance Asset Management S.p.A., Società di gestione del risparmio

2/2/2021


[i] Fonte: Generali Insurance Asset Management S.p.A. Società di gestione del risparmio, dati al 31 dicembre 2020

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