Debito emergente: per il 2024 attesa crescita del +4%, nonostante la contrazione della Cina
Le prospettive future per gli investimenti nel debito emergente sono positive: crescita stabile e inflazione più contenuta hanno determinato una riduzione della volatilità dei mercati e supportato gli asset più rischiosi, ma occorre prestare attenzione ai fattori di rischio geopolitico specifici di ogni Paese
Nel corso degli ultimi 25 anni, gli investimenti nel debito emergente hanno fatto enormi passi avanti: laumento esponenziale del numero di Paesi coperti e della tipologia di emissioni ha aperto nuove prospettive per gli investitori.
Dal dicembre 1998, quando, allindomani del default russo e della crisi finanziaria asiatica, fu lanciata la prima strategia di Payden dedicata al debito emergente, di acqua sotto i ponti ne è passata: il numero di Paesi coperti da uno degli indici obbligazionari EM più utilizzati, è passato da 8 a 70 e oggi spazia dallEuropa Centrale e Orientale al Medio Oriente, dallAfrica allAsia, fino allAmerica Latina. I mercati emergenti sono diventati unasset class troppo grande per essere ignorata dagli investitori: rappresentano infatti oltre il 40% del PIL globale [dati al 2022] e includono una vasta gamma di emittenti, con diverse opportunità d'investimento a livello di rischio e rendimento.
Sebbene, nelluniverso emergente, il debito sovrano rappresenti ancora lopzione preferita dagli investitori, oggi, a differenza del 1998, è possibile scegliere tra unampia gamma di titoli di debito quasi-sovrano e societario, potendo acquistare non soltanto obbligazioni denominate in dollari o euro, ma anche emissioni in valuta locale.
Contrariamente a quanto credono molti investitori, il debito dei mercati emergenti non è così rischioso e sottosviluppato: circa la metà dell'indice sovrano in dollari ha un rating Investment Grade e la percentuale è ancora più alta tra le obbligazioni societarie emergenti (59%) e le obbligazioni in valuta locale (79%). Il debito emergente non offre solo un vantaggio in termini di diversificazione rispetto allequity EM, ma anche un importante vantaggio in termini di minore volatilità. Se, infatti, guardiamo agli ultimi ventanni, lequity emergente ha generato rendimenti assoluti più elevati, ma, al netto della volatilità, i ritorni del debito emergente sono risultati superiori del 40% circa. Dal punto di vista fiscale, poi, sebbene il debito pubblico EM sia notevolmente aumentato nel post-pandemia, è ancora lontano dai livelli record delle economie sviluppate. I disavanzi delle partite correnti dei principali Paesi emergenti superano di poco l1% del PIL a livello aggregato, una percentuale piuttosto gestibile dal punto di vista dei finanziamenti.
Grazie allampliamento delluniverso EM e al maggior livello di diversificazione, oggi gli investitori hanno molti più strumenti a disposizione per la gestione della volatilità: a titolo di esempio, a seguito della pandemia sono aumentati i casi di default sovrani, mentre i mercati emergenti hanno mediamente retto a livello economico, riuscendo ad evitare episodi drammatici come quelli del 1997/1998, grazie soprattutto aduna migliore gestione della politica economica e a una serie di ammortizzatori esterni.
Dopo COVID-19, i mercati emergenti hanno visto un miglioramento dei fondamentali, con le istituzioni monetarie che hanno reagito prontamente di fronte allimpennata dellinflazione globale, spesso optando per un aumento dei tassi di interesse di riferimento ben prima della Federal Reserve. Si tratta di uno scenario inedito: negli ultimi due cicli economici, infatti, le manovre di politica monetaria delle Banche Centrali EM sono sempre state in linea con quelle della Fed o, al più, in ritardo rispetto ad essa. In prospettiva, secondo lultimo World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale, nonostante la contrazione delleconomia cinese, la crescita dei mercati emergenti dovrebbe rimanere pressoché invariata rispetto al 2023 (intorno al +4% a livello aggregato). L'allentamento delle condizioni monetarie dovrebbe rappresentare un fattore di sostegno sul fronte domestico, mentre, a livello esterno, i mercati emergenti dovrebbero beneficiare della forza della crescita USA. Le prospettive future sono nel complesso positive: crescita stabile e inflazione più contenuta hanno determinato una riduzione della volatilità dei mercati e supportato gli asset più rischiosi. Detto questo, occorre prestare attenzione ai fattori di rischio geopolitico specifici di ogni Paese.
In conclusione, il debito emergente offre importanti vantaggi in termini di diversificazione e i rendimenti elevati hanno storicamente generato un flusso di reddito sostenibile a lungo termine. Le valutazioni del debito EM sono convenienti rispetto a settori analoghi e le opportunità non mancano sia su mercati in valuta forte che su mercati in valuta locale (inclusi i mercati di frontiera), opportunità che rendono quello attuale un ottimo momento per prendere in considerazione questasset class.
Kristin Ceva, Responsabile strategie Paesi emergenti Payden & Rygel
9/7/2024
Questo materiale è stato approvato da Payden & Rygel Global Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Financial Conduct Authority del Regno Unito, e da Payden Global SIM S.p.A., società di investimento autorizzata e regolamentata dalla CONSOB italiana.
Questo articolo ha uno scopo puramente illustrativo e non è da intendersi come consulenza fiscale, legale o finanziaria professionale. Vi invitiamo a rivolgervi al vostro consulente fiscale, legale e finanziario per esaminare la vostra situazione specifica. Le dichiarazioni e le opinioni qui riportate sono aggiornate alla data del presente documento e sono soggette a modifiche senza preavviso. Inoltre, le opinioni espresse in questo articolo non sono necessariamente indicative dell'opinione di Payden & Rygel. Questo materiale non può essere riprodotto o distribuito senza l'autorizzazione scritta di Payden & Rygel.