L'evoluzione del debito pubblico dei Paesi UE
Come diretta conseguenza delle politiche monetarie e fiscali iper-espansive e della contrazione economica causata dalle misure di contenimento del virus, durante la pandemia da COVID-19 il rapporto debito/PIL di tutti i Paesi UE è aumentato vertiginosamente. E la situazione non si è ancora del tutto normalizzata
Il rapporto debito pubblico/PIL rappresenta uno dei principali indicatori della sostenibilità finanziaria dei conti pubblici. Dopo la crisi del 2008 e la successiva crisi del debito sovrano cominciata nel 2010, i Paesi dellUnione Europea hanno intrapreso percorsi distinti. Alcuni Paesi, i più virtuosi, hanno adottato misure volte a contenimento e stabilizzazione, mentre altri hanno continuato ad aumentare la spesa pubblica e, di conseguenza, il debito. La scoppio della pandemia da COVID-19 ha portato a un aumento generalizzato della spesa pubblica e del deficit in tutti i Paesi europei, accompagnato da una contrazione della crescita economica. Oggi, a distanza di quattro anni, lUE sembra essere divisa in due: da una parte, una decina di Paesi che hanno ridotto il proprio debito pubblico sia rispetto al 2019 sia rispetto al 2010; dallaltra, la maggior parte degli Stati membri i quali presentano un livello di che non solo non è tornato ai valori pre-COVID, ma risulta addirittura superiore a quello del 2010.
Nel dettaglio, nel 2019 larea Euro si attestava a un rapporto debito/PIL pari all83,6%. Durante lanno della crisi sanitaria questo rapporto è aumentato di circa 13 punti percentuali, incremento senza precedenti, con la sola eccezione delle due guerre mondiali. Tra i Paesi UE che hanno registrato il maggior incremento nel livello di indebitamento si osservano in particolare: la Spagna (21,6%), lItalia (20,7%), la Francia (+17%) e la Germania (+9,4%). Al contrario, i Paesi nordici hanno mostrato maggiore resilienza, grazie a una spesa pubblica più contenuta e a una minore contrazione dellattività economica.
Guardando invece al 2024, si può notare come la stragrande maggioranza dei Paesi UE è riuscita a riportare il proprio debito pubblico su livelli inferiori al 2020, fatta eccezione per Estonia, Finlandia, Lettonia, Lussemburgo, Repubblica Ceca, Romania e Slovacchia. Tuttavia, comparando i livelli di indebitamento del 2024 con il periodo pre-pandemico, si nota come solamente 8 Paesi (Cipro, Croazia, Danimarca, Grecia, Irlanda, Paesi Bassi, Portogallo e Svezia) hanno un rapporto debito/PIL inferiore. Questo scenario diventa ancora più preoccupante se si confrontano i livelli di debiti attuali con quelli raggiunti durante lo scoppio della crisi del debito sovrano: solamente 10 Paesi (Austria, Danimarca, Germania, Irlanda, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Svezia, Ungheria) presentano livelli di debito inferiori, mentre gli altri 17 hanno aumentato significativamente il debito pubblico, superando in alcuni casi (Francia, Spagna e Finlandia) anche il +30%.
Tabella 1 Levoluzione del rapporto debito pubblico/PIL dei Paesi UE
Fonte: Trading Economics, Fred e Fondo Monetario Internazionale
Guardando alla tabella in termini assoluti, si nota che i Paesi mediterranei continuano a rimanere quelli più esposti. La Grecia continua a rimanere il Paese più indebitato dEuropa nonostante la forte riduzione del debito rispetto al livello del 2020 superiore al 200%. In Italia, nonostante il debito sia tornato ai livelli pre-pandemia, rimane comunque molto elevato pari al 135,3% attestandosi al secondo posto come Paese europeo più indebitato. Spagna e Portogallo distaccano di molto Italia e Grecia, ma rimangono anche loro fortemente indebitati con un livello di debito pubblico rapportato al PIL intorno ai 100 punti percentuali. In compenso la maggior parte dei Paesi UE (15 su 27) continua a rispettare la soglia del 60% fissata dai parametri di Maastricht, anche se tra le principali economie dellUE figurano solo i Paesi Bassi e la Polonia tra questi 15 Paesi.
Francesco Scinetti, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali
20/10/2025
