L'evoluzione del private equity italiano
Da business esclusivo a infrastruttura finanziaria per lo sviluppo economico e la creazione di valore: una sintesi dell'evoluzione del private equity dalla sua affermazione in Italia fino alle tendenze oggi in atto, che disegnano nuovi scenari per investitori e imprese
Il private equity è passato da strumento finanziario riservato a pochi investitori pionieri e HNWI con un network di relazioni importanti, ad asset class irrinunciabile nellallocazione dei portafogli finanziari, tanto degli investitori istituzionali, quanto dei privati. Questa evoluzione, tuttavia, è ancora in corso, e a ritmi ancora più serrati. Il profilo istituzionale del private equity è destinato a svilupparsi ulteriormente e a formare una radicata infrastruttura finanziaria per lo sviluppo economico e la conservazione del valore del capitale.
Il private equity italiano si afferma negli anni Ottanta-Novanta del secolo scorso, e nasce come club esclusivo per investitori sofisticati. Le capacità negoziali e relazionali dei grandi protagonisti del private equity italiano (fra di essi anche il fondatore di Equinox, Salvatore Mancuso) rappresentano le leve principali per investire con successo il capitale degli investitori. Barriere allingresso come i ticket minimi elevati, le asimmetrie informative del mercato M&A e le reti relazionali chiuse erano le caratteristiche principali. Si mutuano dalle esperienze estere i modelli di LBO che, con la logica di massimizzazione dei rendimenti (spesso di breve-medio termine), appaiono i driver del successo. Presto però, a causa dei primi casi negativi, la percezione pubblica si deteriora, mettendo allindice pratiche come lasset stripping o le ristrutturazioni troppo aggressive.
Si impone perciò un modello nuovo, sospinto politicamente anche a causa della crisi finanziaria del 2008 e il successivo credit crunch. Le PMI cercano fonti alternative di capitale, rispetto al credito bancario e la crescente sofisticazione degli investitori istituzionali li avvicina a temi di diversificazione più funzionali alla generazione di rendimenti medio-alti meno erratici nel tempo. Cresce la pressione regolamentare che sfocerà nella direttiva AIFMD, trasformando gli operatori di private equity europei da uomini di business ad imprenditori dellindustria finanziaria, soggetti alla supervisione e al controllo delle autorità di vigilanza.
Aumenta la complessità del contesto globale, la consapevolezza degli imprenditori, e con questa anche la necessità di generare rendimenti mediante la creazione di valore operativo e non soltanto finanziario. Levoluzione del settore finanziario, da puramente banco-centrico a uno più rivolto al mercato, favorisce questa trasformazione, mentre i mercati liquidi conoscono unepoca di minore appeal e di maggiore volatilità, con la concentrazione delle performance spesso su pochi grandi titoli per ciascun listino. I temi della sostenibilità diventano centrali nelle società moderne e questo viene immediatamente integrato nei modelli di business del private equity, con le pratiche ESG che caratterizzano lapproccio allinvestimento degli operatori.
Il mercato europeo del private equity cresce, raggiungendo circa 213 miliardi di dollari nel 2024, con previsioni di crescita fino a 235,5 miliardi di dollari nel 2025 e 371,75 miliardi di dollari entro il 2030, con un tasso di crescita annuale composto del 9,56%. In Italia, il private equity sta diventando un alleato per affrontare i grandi snodi della transizione industriale: digitale, green e generazionale, con sempre più imprenditori che vedono nei fondi una leva per internazionalizzarsi, rafforzare la governance e attrarre competenze. Nel 2024 gli investimenti in operazioni small e mid (sotto i 150 milioni di euro) hanno raggiunto i 6 miliardi di euro, segnalando un consolidamento dellinteresse verso le aziende familiari, anche nelle aree storicamente meno presidiate come il Mezzogiorno.
Il passaggio a cui stiamo assistendo oggi vede il private equity come piattaforma oramai familiare sia agli imprenditori che agli investitori istituzionali e privati, con nel frattempo lapertura dellasset class anche al risparmio retail (fondi con ticket più bassi, veicoli semi-liquidi, PIR - Piani Individuali di Risparmio). Questo fenomeno sta facendo incrementare la liquidità sullasset class e lindustria si sta adattando a questa nuova situazione aumentando la propria dinamicità e le occasioni di investimento. Mi riferisco ad esempio alla crescita del secondario come strategia di investimento che rappresenta una leva importante per la continuità dei progetti di investimento e il raggiungimento di obiettivi di lungo termine, senza tuttavia perdere la necessaria disciplina finanziaria.
Questa tendenza è destinata rapidamente a evolversi e credo che gli operatori di private equity dovranno sviluppare risposte adeguate a soddisfare il mercato, mantenendo fede al proprio ruolo di motori dello sviluppo, attraverso modelli che ottimizzino il timeframe degli investimenti, con le necessità di sviluppo di lungo periodo e mediante strategie di deployment che evitino il rischio di polarizzazione, con alcune imprese che accedono a capitali abbondanti, e altre pur finanziariamente meritevoli, che ne rimangono escluse.
Questo potrebbe aumentare il potenziale del private equity quale motore per il consolidamento di settori frammentati e quale elemento essenziale per portare linnovazione e lattitudine alla competitività a un tessuto economico più esteso. Si pensi che uno studio McKinsey stima che, se la Germania aumentasse la sua quota di proprietà di private equity per allinearsi ai paesi nordici entro il 2030, potrebbe aggiungere quasi 100 miliardi di euro al PIL del Paese e creare fino a 1,4 milioni di nuovi posti di lavoro.
Siamo solo allinizio di unulteriore fase di sviluppo del private equity che sfrutta una caratteristica essenziale, la capacità dei gestori di accompagnare i processi di investimento e di creazione di valore, svolgendo il ruolo di agenti preposti alla tutela e allincremento del valore del capitale. Sono convinto sia unevoluzione che meriti limpegno di tutti gli attori della filiera, ed Equinox è fortemente impegnata in questo percorso, avendo le proprie radici radicate sin dai tempi del primo sviluppo del private equity in Italia.
Giorgio Mercogliano, Managing Partner Equinox
16/10/2025