Fondi pensione, inizia un anno con prospettive di investimento più favorevoli

Il 2022 appena concluso è stato contraddistinto dalla forte volatilità dei mercati e da una crescita economica più contenuta rispetto alle previsioni iniziali: quali scenari attendono ora i player previdenziali e, in particolare, i risparmiatori che hanno scelto fondi pensione e PIP? 

Leo Campagna

Stanno per essere pubblicati i NAV di fine dicembre 2022 degli strumenti di previdenza integrativa: permetteranno di conoscere i rendimenti annuali definitivi dei fondi pensione negoziali, di quelli aperti e dei PIP censiti dal Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali. Nell’attesa, inizia il 2023 e cominciano a circolare le previsioni per l’anno entrante. 

Nel 2022, da inizio anno al 23 novembre, l'MSCI World equity index delle Borse mondiali è sceso di quasi il 15%, mentre il Barclays Global Aggregate Bond index ha perso oltre il 16%. L’aspetto interessante di questa correzione dei mercati finanziari - e del contestuale brusco rialzo dei tassi e dei rendimenti nel reddito fisso - è che sono migliorati i rendimenti prospettici nelle diverse asset class. Entrando nei particolari, il rendimento medio annuo dei titoli governati globali si attesta al 2,8% contro il 2,1% della media storica dal 1998. Il rendimento medio dei corporate bond investment grade globali è invece al 5% contro il 3,8% della media storica e quello degli high yield globali all’8,8% rispetto al 7,7% medio storico.

Anche il debito emergente in valuta forte evidenzia attualmente un rendimento medio del 7,4% superiore al 6,8% medio storico. E per quanto riguarda le azioni? Nei mercati sviluppati lo earning yield (cioè il reciproco del rapporto p/e e quindi il rendimento azionario inteso come il rapporto tra profitti e prezzo dell’azione) è pari al 6,3%, mentre nel caso dei mercati emergenti il valore sale all’8,7%: a ogni modo, per entrambi si tratta di percentuali sostanzialmente allineate a quelle delle medie storiche dal 1998.  

Pertanto, mentre oggi il rendimento atteso per l’obbligazionario (in particolare IG) è significativamente al di sopra della media storica, le Borse non sono sopravvalutate ma neppure economiche: nel 2023 la tendenza dei listini dipenderà sostanzialmente dall’andamento degli utili. A questo proposito, ricordiamo che gli analisti stimano che gli utili nel 2023 possano crescere del 4% negli Stati Uniti, del 2% in Europa e del 3% nei mercati emergenti ma molti asset manager temono una contrazione dei profitti aziendali tra il -5% e il -10%; contrazione che provocherebbe un'inevitabile correzione degli indici di Borsa. 

  Leo Campagna      

13/1/2023

 
 

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