Fondi pensione, ecco le condizioni affinché il 2024 sia un buon anno per i bond

Come confermano le performance registrate dal Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali, dopo mesi di difficoltà, il 2023 pare chiudersi con segnali positivi per i mercati obbligazionari. Alla luce di queste premesse, cosa aspettarsi quindi dal nuovo anno? 

Leo Campagna

Si è chiuso un ottimo mese di novembre per i fondi pensione aperti. In base alle performance disponibili all'interno del Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali, il rialzo medio mensile dei fondi aperti si è attestato a +2,8%, portando a quota +4,7% il risultato da inizio anno: un rendimento in grado di colmare quasi per la metà la perdita media accumulata nell’intero 2022 (-10,5%).

In attesa di conoscere i dati del mese di dicembre, si può affermare che il 2023 si sia rivelato un anno migliore di ogni previsione per gli investitori. I principali mercati azionari hanno recuperato tutte (Europa e Giappone) o in buona parte (Stati Uniti)  le perdite accumulate nel 2022, con la sola eccezione della Cina. Al contrario, i mercati obbligazionari hanno accusato un altro anno difficile con continui cambi di direzione e un trend sostanzialmente negativo fino al mese di novembre. Nel momento in cui le aspettative di riduzione dei tassi nel 2024 hanno cominciato a diffondersi, è partito un rally  che ha coinvolto anche il reddito fisso. Basti pensare che tra fine ottobre e metà dicembre 2023, l’indice JPMorgan dei titoli di Stato USA ha guadagnato il 2,29% e quello dei titoli di Stato EMU addirittura il 5,8%.

Ci sono le condizioni affinché questo trend positivo sul mercato obbligazionario possa proseguire nel 2024? Se l’inflazione dovesse seguire la traiettoria prospettata dal Presidente della Federal Reserve statunitense Powell, sia la Banca Centrale USA che quella europea potrebbero agevolare il rallentamento economico allentando la stretta monetaria senza tuttavia riaccendere la corsa dei prezzi al consumo. 

Un contesto del genere sarebbe favorevole al comparto obbligazionario che dovrebbe rimodellarsi evidenziano un irripidimento delle curve dei rendimenti, con un forte calo dei tassi a breve rispetto a una diminuzione meno pronunciata di quelli a lungo termine. Di contro, se ciò non avvenisse potrebbe prendere corpo una fase di stagflazione, sebbene - al momento - non se ne vedano i prodromi. 

Leo Campagna

29/12/2023
 

 
 

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