Fondi pensione, la prospettiva di lungo termine per guardare all'azionario in modo diverso

Dopo una lunga fase rialzista, iniziata nell'autunno dello scorso anno, i mercati azionari sembrano aver bisogno di una pausa: difficile prevedere l'entità di una possibile correzione ma quali i rischi, e soprattutto le opportunità, per i fondi pensione? 

Leo Campagna

Negli ultimi 10 anni, i fondi pensione aperti hanno registrato un guadagno medio del 2,3% all’anno. Lo si evince analizzando i dati disponibili nel Comparatore dei Fondi di Itinerari Previdenziali: un’analisi che permette anche di notare come le linee azionarie siano riuscite a offrire una performance annualizzata del +5,1% contro lo 0,9% di quelle obbligazionarie.

Guardando ai prossimi mesi, dopo una lunga fase rialzista, iniziata nell’autunno dello scorso anno, i mercati azionari sembrano aver bisogno di una pausa. Dal momento  che parecchi listini si trovano  in prossimità dei record storici, una correzione potrebbe rivelarsi fisiologica per evitare eccessi. Per chi, come per esempio i fondi pensione aperti, ha una prospettiva di investimento di lungo termine, è comunque possibile fare una diversa valutazione dei mercati azionari, a prescindere se e di che entità sarà la correzione.

Infatti, se è vero che le valutazioni di Borsa appaiono elevate, potrebbe esserci una distorsione dovuta a un gruppo ristretto dei componenti più importanti nel benchmark. Una distorsione particolarmente accentuata nell’indice S&P 500 di Wall Street. Stiamo parlando delle cosiddette Magnifiche 7 (Nvidia, Meta Platform, Apple, Amazon, Microsoft, Alphabet-Google e Tesla) che hanno registrato performance di Borsa molto superiori alla media di mercato, raggiungendo capitalizzazioni stellari e trascinando al rialzo l’intero indice.

Questo gruppo ristretto di megacaps sta però anche avendo un impatto eccezionale sulla valutazione dell’S&P 500 determinando un divario di rilievo tra i 10 titoli più importanti il cui rapporto prezzo/utili (p/e) atteso per i prossimi 12 mesi si attesta a 29,3 e gli altri 490 titoli, con fondamentali più ragionevoli e sani, il cui p/e prospettico a 12 mesi si colloca a 17,8. Questa divergenza rappresenta un’opportunità per i gestori attivi che, a differenza di quelli passivi, possono posizionarsi sui segmenti di mercato con valutazioni più ragionevoli.

Leo Campagna

2/8/2024 

 
 

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