Fondi pensione, la scelta (non facile) tra obbligazioni a breve e a lungo termine

I dati del Comparatore Itinerari Previdenziali evidenziano rendimenti a 3 anni ancora in rosso, anche per i fondi aperti a indirizzo obbligazionario. Bene però gli ultimi 6 mesi e, anche per il futuro, le occasioni di reddito non mancano

Leo Campagna

Da inizio anno a fine luglio i fondi pensione aperti a indirizzo obbligazionario hanno registrato un rialzo medio del valore delle quotazioni del 2%. D'altra parte, l’analisi delle performance calcolate in base ai NAV (net asset value) dei fondi pensione aperti censiti dal Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali rivela che il rendimento a 3 anni resta ancora ampiamente in rosso (-3,6%). E non sarà facile raddrizzarlo nel secondo semestre 2023. Anche se, le occasioni di reddito adesso non mancano. 

L'1 agosto, Fitch Ratings ha abbassato il rating del credito a lungo termine degli Stati Uniti da AAA ad AA+. Era da circa due mesi che l’agenzia aveva messo sotto osservazione il debito statunitense a causa dello stallo del Congresso sul tetto del debito, risoltosi pochi giorni prima di un potenziale default. Secondo gli analisti di Fitch il declassamento è riconducibile al deterioramento fiscale che si prevede nei prossimi 3 anni, all'erosione della governance e al crescente onere generale del debito anche a causa del forte aumento dei tassi di interesse. 

Si tratta di una notizia che potrebbe influenzare il mercato del reddito fisso internazionale, in particolare quello dei titoli di stato, le cui emissioni sono previste in forte aumento nei prossimi mesi per far fronte all’ingente incremento del debito pubblico a livello mondiale. Invece di concentrarsi sul declassamento del rating, l’attenzione dovrebbe essere posta ai dati dell’economia reale, al mercato del lavoro, all'inflazione e alle mosse della Federal Reserve. Il consistente e continuativo inasprimento delle condizioni di credito ha portato a un rialzo cumulativo dei tassi USA al 5,25% che determinerà un indebolimento dell'economia statunitense nei prossimi mesi, mentre l'inflazione dovrebbe continuare a rallentare.

I mercati azionari sembra stiano valutando un atterraggio relativamente morbido, mentre i mercati della duration (cioè quelli obbligazionari a medio e lungo termine) sembrano incorporare un maggior rischio di recessione. Resta tutto da verificare, infine, se il ciclo di inasprimento della Fed, ovvero l'aumento dei tassi di interesse per raffreddare l'inflazione, sia prossimo alla fine. 

Nel complesso, le obbligazioni di alta qualità rimangono interessanti e quelle a breve scadenza, in particolare, offrono attualmente rendimenti più elevati perché sono più strettamente legate ai tassi di policy delle Banche Centrali. Uno scenario vantaggioso per gli investitori alla ricerca di reddito e che preferiscono non caricarsi eccessivamente del rischio di duration, anche se questa scelta dovrebbe comportare una minore rivalutazione del capitale in caso di calo dei tassi. Al contrario, per chi punta a una maggiore plusvalenza in conto capitale, occorre guardare alle obbligazioni a più lunga scadenza, sebbene questo comporti un rischio di tasso di interesse più elevato. 

Leo Campagna

1/9/2023 

 
 

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