Fondi pensione, lo scenario dopo il taglio dei tassi da parte della FED

Dopo il taglio di 50 punti base ai tassi da parte della Federal Reserve sembra sempre più probabile un percorso di allentamento delle politiche monetarie per i prossimi mesi: quali i possibili scenari per i diversi comparti dei fondi pensione? 

Leo Campagna

Negli ultimi 12 mesi, i fondi pensione aperti censiti dal Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali hanno registrato un rialzo medio del 7,1%, con i comparti azionari a +12,1% e quelli bilanciati a +8,1%. Un divario che dovrebbe però colmarsi nelle performance attese per i prossimi 12 mesi. Scopriamo insieme come.

Dopo il taglio di 50 punti base ai tassi da parte della Federal Reserve statunitense sembra sempre più probabile un percorso di allentamento delle politiche monetarie per i prossimi mesi e per tutto il 2025. I più ottimisti arrivano a ipotizzare fino ad altri 200 punti base di futuri tagli ai tassi ma, anche se fossero la metà, disegnerebbero uno scenario molto favorevole sia al mercato azionario che a quello obbligazionario.

Proviamo a fare qualche conto. Ipotizziamo due portafogli, uno 100% azionario e uno 60-40 (60% equity e 40% bond). Dal momento che siamo sui massimi storici per i principali indici azionari (S&P 500, in particolare), potrebbe essere ragionevole ipotizzare per i prossimi 12 mesi un ulteriore rialzo dell’azionario del 6%. Per i bond, il discorso invece cambia a seconda del posizionamento nella curva dei tassi. Infatti, ipotizzando un taglio di 100 punti base, tale misura dovrebbe ripercuotersi per intero nei rendimenti dei titoli a breve (12 mesi) e per una buona percentuale (diciamo lo 0,75%) nei rendimenti dei titoli a medio termine (5-7 anni). Per i titoli a lungo termine (10 anni e oltre di scadenza), è invece più difficile che vi siano cali di rendimento molto cospicui dal momento che il debito pubblico delle principali economie sviluppate è molto elevato e richiederà emissioni sempre più frequenti e corpose a tassi alti per essere sottoscritte completamente.

Il portafoglio 100% equity registrerebbe una performance tendenziale a 12 mesi del 6% e il portafoglio 60-40 un rendimento del 5,9% circa. Se così fosse, sarebbe preferibile il portafoglio 60-40 perché, se lo scenario atteso cambiasse improvvisamente in peggio, l’azionario potrebbe correggere anche con perdite a due cifre, mentre la componente obbligazionaria fungerebbe da cuscinetto protettivo e permetterebbe di attutire in parte le perdite complessive. 

Leo Campagna

4/10/2024  

 
 

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