Fondi pensione, prepararsi ad affrontare il quarto trimestre

Secondo i dati del Comparatore Itinerari Previdenziali, il rendimento medio dei fondi pensione negoziali da inizio anno si positivamente è attestato a quota +4,4%: elezioni presidenziali USA e tensioni geopolitiche potrebbero però influenzare l'andamento del quarto trimestre 

Leo Campagna

Con il rialzo medio dello 0,4% registrato in agosto, i fondi pensione negoziali si sono attestati a un guadagno medio da inizio anno al 31 agosto 2024 pari al +4,4%: è quanto risulta  interrogando il Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali, dal quale emerge che il podio dei migliori comparti da inizio 2024 vede 3 fondi azionari con performance tra il +9,8% e il +11,6%.

Entrando nel quarto e ultimo trimestre dell’anno, tuttavia, potrebbero sorgere alcune difficoltà nell’azionario (sui massimi assoluti o molto vicino ad essi) in vista delle delicate elezioni presidenziali negli Stati Uniti, previste per il prossimo 5 novembre, e per l’acuirsi delle tensioni geopolitiche. Potrebbe pertanto valere la pena assumere un’esposizione meno accentuata sull’azionario.

Nei prossimi trimestri i tassi di interesse USA e dell’area Euro potrebbero scendere anche di 200 punti base e questo comporterà una contrazione dei rendimenti dei titoli a breve termine. Spostare la liquidità verso il reddito fisso e l’azionario sarà quasi indispensabile per assicurarsi rendimenti più sostanziosi. In quest’ottica, potrebbero tornare utili, oltre a un’ampia diversificazione obbligazionaria, anche obbligazioni di buona qualità (rating investment grade) a media scadenza (3-5 anni). Molto interessanti anche le strategie con le obbligazioni a scala, quelle in cui l’esposizione è suddivisa in bond raggruppati con scadenze in precisi anni, per esempio 2026, 2027 e 2028: in questo modo, ci si assicura fino alla scadenza delle obbligazioni il rendimento annuo che oggi quei titoli offrono. 

Per chi volesse poi proteggersi almeno in parte dal possibile impatto delle elezioni statunitensi sono in molti a ritenere efficace l’esposizione all’oro, nonostante abbia raggiunto un nuovo massimo storico superando quota 2.600 dollari l’oncia. L'inizio del ciclo di allentamento monetario da parte della Federal Reserve statunitense, il peggioramento delle tensioni in Medio Oriente e la costante domanda da parte delle Banche Centrali alla ricerca di una diversificazione delle loro riserve valutarie continueranno a sostenere il prezzo del metallo prezioso nonostante la straordinaria performance già realizzata da inizio anno.

Leo Campagna

11/10/2024  

 
 

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