Liquid alternative, le opportunità di investimento in Asia e Giappone nel 2023

Dopo un 2022 complicato, l'anno nuovo richiede ai player istituzionali un ripensamento dei propri portafogli di investimento: nonostante uno scenario economico globale ancora delicato, dall'area asiatica (con in testa Cina e Giappone) arrivano opportunità interessanti

a cura di Pictet Asset Management

Il 2023 imporrà probabilmente un ripensamento per i portafogli istituzionali, tenendo conto delle molteplici sfide macroeconomiche. A livello macro, infatti, il rischio di recessione resta alquanto elevato. Gli utili societari e i margini delle aziende non hanno, infatti, ancora interamente risentito dell’effettivo aumento dell'inflazione e dei maggiori costi di finanziamento del debito. Inoltre, aumentano gli interrogativi sulla tenuta della domanda dei consumatori nei prossimi mesi e il relativo andamento.

Guardando oggi i rischi e i vantaggi che contraddistinguono le diverse aeree geografiche, riteniamo che l’area asiatica presenti opportunità interessanti per investitori istituzionali. Tali opportunità sono frutto della diversità dei mercati, delle possibili dislocazioni e della varietà di settori in grado di generare alfa anche al di fuori di una semplice connotazione long/short. In particolare, l’area asiatica presenta anzitutto rilevanti catalizzatori sia di breve che di medio termine, tra cui la ristrutturazione dell’economia cinese, il miglioramento della corporate governance in Giappone, l’attivismo degli azionisti in Australia e l’emergere delle Tigri asiatiche. 

In Giappone il miglioramento del codice di governo societario sta conducendo alla restituzione del capitale agli azionisti con livelli di dividendi ed entità di programmi di buyback mai visti prima. E ci aspettiamo che questo processo continui. Inoltre, prevediamo che l’attività di M&A in Giappone aumenti in modo consistente, in quanto quest’ultimo beneficia di alcuni fattori specifici, tra cui la presenza di molte società sane, con rapporti di indebitamento bassi e valutazioni economiche interessanti. È bene ricordare poi come, a differenza del resto del mondo, i tassi di interesse in Giappone siano ancora vicini allo zero e dovrebbero rimanere tali a lungo, il che rende il finanziamento conveniente. E al momento le società di private equity si trovano con alti livelli di liquidità da impiegare. Tutti questi fattori rendono quindi, a nostro avviso, il Giappone un’area molto interessante a cui guardare il prossimo anno.

Con riferimento al Sud-Est asiatico, invece, riteniamo che la regione si trovi a beneficiare di una forte crescita economica e demografica, anche grazie alla fuga di capitali dalla Cina e a un diffuso miglioramento della regolamentazione e della corporate governance. Questa evoluzione, infatti, ha portato a un aumento consistente dei livelli di attività di M&A all’interno della regione durante il 2022; da inizio anno sono stati registrati oltre 4000 deals per un controvalore pari a circa 400 miliardi di dollari (figura 1). Possiamo dire, quindi, che l’intera area asiatica solo nel primo semestre del 2022 rappresentava già il 21% dei volumi globali. E ci aspettiamo che questa tendenza prosegua anche nel 2023.

Figura 1 - Valore degli M&A in dollari (mld)

Fonte: Ptichbook, Frost & Sullivan Analysis

Resta sempre presente un elemento di ciclicità che tuttavia crediamo sia possibile ridurre attraverso un approccio market neutral, a bassa leva e a volatilità contenuta. La combinazione dei catalizzatori presentati offre il più ampio spettro di opportunità. Riteniamo però essenziale integrare la valutazione di pre-eventi, quali possibili cessioni di rami d’azienda o acquisizioni, con il potenziale impatto di cambiamenti nel quadro regolamentare, incluso il buyback, fino a Mbo e Lbo o annunci obbligatori di offerte pubbliche. 

Marco Ghilotti, Senior manager - Institutional Clients Pictet Asset Management 

30/01/2023


Fondato a Ginevra nel 1805, il Gruppo Pictet è uno dei principali gestori patrimoniali e del risparmio indipendenti in Europa. Con un patrimonio gestito e amministrato che ammonta a circa 613 miliardi di euro al 30 settembre 2022, il Gruppo è controllato e gestito da otto soci e mantiene gli stessi principi di titolarità e successione in essere fin dalla fondazione. Il Gruppo Pictet, con oltre 5.000 dipendenti, ha il suo quartier generale a Ginevra e altre sedi nei seguenti centri finanziari: Amsterdam, Barcellona, Basilea, Bruxelles, Dubai, Francoforte, Hong Kong, Londra, Losanna, Lussemburgo, Madrid, Milano, Montreal, Monaco di Baviera, Nassau, New York, Osaka, Parigi, Principato di Monaco, Roma, Shanghai, Singapore, Stoccarda, Taipei, Tel Aviv, Tokyo, Torino, Verona e Zurigo. Pictet Asset Management (“Pictet AM”) comprende tutte le controllate e le divisioni del Gruppo Pictet che svolgono attività di asset management e gestione fondi istituzionali. Fra i principali clienti si annoverano alcuni dei maggiori fondi pensione, fondi sovrani e istituti finanziari a livello mondiale.

 

 
 
 

Ti potrebbe interessare anche