PIP, cosa rivelano le performance di ottobre
L'andamento delle quote delle unit linked collegate ai PIP censiti nel Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali evidenzia un buon trend per il segmento azionario ma con alcune importanti divergenze tra le linee globali internazionali e i comparti specializzati nell'area Euro
Osservando landamento delle quote delle unit linked collegate ai PIP censiti nel Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali, si scopre che nel mese di ottobre il guadagno medio mensile si è attestato a +0,4%: una performance che ha permesso di allungare quella da inizio anno a +8,0% e quella relativa agli ultimi 12 mesi a +16,2%. Meglio dei valori medi le unit linked azionarie, che hanno chiuso ottobre con un rialzo mensile del +0,7%, vale a dire del +11,8% da inizio anno e del +23,3% annuale. Tuttavia, analizzando nel dettaglio il comparto delle unit linked azionarie, si nota un'importante divergenza tra quelle specializzate sullazionario area euro e quelle globali internazionali.
Le azionarie area euro mostrano infatti una perdita media mensile del -1,0% contro il +1,0% delle azionarie globali internazionali, un +7,5% medio da inizio anno (rispetto al 12,2% delle azionarie globali internazionali) e un incremento del +21,3% a 12 mesi (contro il 23,6% delle unit linked che investono in tutti i listini del mondo senza limitazioni di area geografica).
Secondo alcuni esperti, questa divergenza potrebbe proseguire nei prossimi mesi sulla scia della vittoria di Trump alle elezioni presidenziali USA. Le proposte del programma elettorale del neopresidente statunitense in tema di deregolamentazione e tassazione, se applicate, dovrebbero avvantaggiare le banche e i titoli small e mid cap in particolare, ma anche lequity USA nel suo insieme, in quanto tenderebbero a far migliorare le prospettive degli utili aziendali. Al contrario dellEuropa, la cui crescita continua a stagnare mentre le politiche fiscali sono orientate a una minore linea espansiva.
E questo anche se le valutazioni dellazionario europeo continuassero a essere molto più attraenti di quelle di Wall Street sia in questa fase che rispetto alle medie storiche. Forse uneccezione potrebbe essere quella delle small e mid cap europee per le quali, oltre alla sensibile sottovalutazione storica attuale, si potrebbero aggiungere gli effetti positivi di una riduzione da parte della BCE dei tassi di interesse. D'altro canto, proprio il rialzo dei tassi dal 2022 in poi le ha penalizzate in misura molto più significativa delle large cap che possono finanziarsi anche sul mercato senza ricorrere alle banche.
Leo Campagna
22/11/2024