Previdenza complementare, oro in pole come fonte alternativa di reddito

Molte Banche Centrali, in particolar modo tra i Paesi emergenti, stanno implementando politiche di diversificazione delle proprie riserve valutarie acquistando oro come bene rifugio per eccellenza: quali prospettive per il futuro e quali riflessi per i player istituzionali? 

Leo Campagna

Da questa settimana cominceranno a essere disponibili nel Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali i rendimenti al 31 ottobre 2024 di PIP, fondi pensione aperti e negoziali. Nel frattempo, continua la ricerca, anche da parte dei diversi strumenti per la previdenza complementare, delle potenziali fonti di reddito alternative ad azioni ed obbligazioni. Non tanto perché queste ultime abbiano esaurito lo spazio di crescita quanto piuttosto per diversificare i rischi e stabilizzare la navigazione in un contesto macro-economico e geopolitico piuttosto complesso. 

A questo proposito, vale la pena osservare che siamo entrati in un nuovo regime geopolitico. Un regime nel quale le Banche Bentrali, in particolare ma non solo quelle dei Paesi emergenti (in prima fila, Cina e India), stanno implementando una politica di diversificazione delle riserve valutarie e comperano l’oro come bene rifugio per eccellenza. 

Forse non tutti sanno che dal 2007 a oggi il prezzo dell’oro è salito più di Wall Street. Esattamente, dal 30 giugno 2007 al 28 ottobre 2024, mentre l’indice S&P 500 è salito del +383,6% in euro, gli ETF specializzati sull’oro hanno registrato un rialzo del +389,5%. Nello stesso arco di tempo l’indice azionario Europa Stoxx 600 non è andato oltre un +32,3%.

Non possiamo prevedere quale possa essere l’andamento del prezzo dell’oro nei prossimi 15-20 anni. Tuttavia, l’attitudine delle Banche Centrali ad accumulare oro dovrebbe sostenere la domanda di metallo prezioso in modo strutturale e delinea prospettive positive per il prezzo di questo metallo prezioso anche per il 2025 e gli anni successivi. 

Leo Campagna

15/11/2024 

 
 

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