Small cap: adattarsi al trend "stay private"
Anche se le aziende possono rimanere non quotate più a lungo, ciò non riduce le opportunità di coglierne la crescita iniziale nell'universo diversificato e fondamentalmente sano delle small cap. Ne parlano i gestori di portafoglio Jonathan Coleman, Aaron Schaechterle e Scott Stutzman
In un contesto in cui molte aziende rimangono private per tempi più estesi, alcuni temono che le opportunità per gli investitori nelle small cap tendano a ridursi. Il numero di società quotate in borsa negli Stati Uniti è infatti sceso da circa 6.500 di 25 anni fa a circa 3.000 di oggi[1]. Tuttavia, crediamo che queste preoccupazioni siano spesso esagerate e che le opportunità di adattamento siano sottovalutate.
Di recente un po' in ombra, ma fondamentalmente sano
Anche se recentemente meno in vista, il mercato delle piccole capitalizzazioni è fondamentalmente sano. Il recente divario tra le aziende di grande e piccola capitalizzazione riflette più il sentiment del mercato che le prestazioni delle aziende stesse, con la crescita degli utili delle small cap che ha eguagliato quella delle large cap negli ultimi 20 anni [2].
Il ruolo del private equity: complesso, non dominante
Il private equity svolge un ruolo nella riduzione dell'universo delle small cap quotate, ma il suo impatto è spesso eccessivamente semplificato, in quanto la dimensione media delle operazioni di private equity (circa 140-180 milioni di dollari) si colloca più nel segmento delle microcapitalizzazioni che in quello delle small cap. Le normative hanno contribuito a ridurre il numero di quotazioni ma hanno anche migliorato la qualità delle aziende rimanenti.
Potenziale di recupero dell'IPO
Nonostante il recente impatto, le dinamiche del mercato privato potrebbero cambiare. Con la scadenza dei prestiti relativi agli investimenti in private equity effettuati tra la fine del 2010 e l'inizio del 2020 le aziende devono decidere quali saranno i loro prossimi passi.
In un contesto di bassi tassi di interesse, le società di private equity potrebbero vendere le società in portafoglio ad altri acquirenti di private equity, a valutazioni più elevate, supportate da una maggiore capacità di leva finanziaria. Ma gli attuali elevati tassi di interesse rendono più difficili tali transazioni, poiché i costi del debito sono aumentati in modo significativo.
Ecco perché la quotazione in borsa potrebbe diventare una strada più allettante per le aziende che necessitano di un rifinanziamento o per gli sponsor di private equity in cerca di una via d'uscita.
Sostenere la connessione privato/quotato
Quando aziende interessanti si avvicinano ai mercati quotati, esistono due strade per sostenere il loro percorso e garantire al tempo stesso migliori allocazioni in IPO.
Il posizionamento "cornerstone" nelle IPO consente ai maggiori investitori istituzionali di investire capitale prima che le aziende inizino il tradizionale processo di roadshow di due settimane. L'accordo è vantaggioso per entrambe le parti: le aziende ottengono un supporto istituzionale credibile, mentre gli investitori istituzionali si assicurano posizioni significative senza la delusione di ricevere allocazioni minime in operazioni di rilievo e molto richieste.
Gli investitori possono anche investire selettivamente in società private in fase avanzata prima che vengano quotate in borsa, il che consente loro di stabilire posizioni a valutazioni solitamente più interessanti di quelle che potrebbero essere raggiunte dopo l'IPO. Questo approccio di tipo crossover ha un duplice scopo: da un lato, le aziende vengono supportate nel loro percorso verso la quotazione in borsa, dall'altro gli investitori ottengono un accesso anticipato alle aziende che ritengono possano generare rendimenti complessi nell'arco di diversi anni.
Estendere le opportunità
Le strategie "cornerstone" e crossover" offrono ulteriori possibilità per ampliare la gamma di opportunità di investimento, garantendo al tempo stesso accesso e posizioni significative in interessanti aziende in crescita, fin dalle prime fasi. Un universo quotato diversificato, abbinato a questi metodi di sourcing proattivi, permetterà agli investitori in small cap di scoprire ancora interessanti opportunità di crescita e di creazione di valore.
a cura di Janus Henderson Investors
8/9/2025
-------------------
[1] Fonte: Center for Research in Security Prices (CRSP®), The University of Chicago Booth School of Business; Jefferies
[2] Fonte: Bloomberg. Dal 29 dicembre 1978 al 29 maggio 2020, il rendimento annualizzato del Russell 2000 Index (small cap) è stato del 9,8% e Russell 1000® Index (large cap) è stato del 10,0%. Dal 29 maggio 2020 al 30 maggio 2025, il rendimento annualizzato Russell 2000 Index è stato del 9,6% e Russell 1000® Index del 15,6%
Le offerte pubbliche iniziali (IPO) sono investimenti altamente speculativi e possono essere soggetti a una minore liquidità e a una maggiore volatilità. I rischi speciali associati alle IPO includono una storia operativa limitata, un trading non esperto, un elevato turnover e una performance non ripetibile.
I titoli a piccola capitalizzazione possono essere meno stabili e più suscettibili di sviluppi avversi, e possono essere più volatili e meno liquidi dei titoli di maggiore capitalizzazione.
Queste sono le opinioni dell'autore al momento della pubblicazione e possono differire da quelle di altri individui/team di Janus Henderson Investors. I riferimenti a singoli titoli non costituiscono una raccomandazione all'acquisto, alla vendita o alla detenzione di un titolo, di una strategia d'investimento o di un settore di mercato e non devono essere considerati redditizi. Janus Henderson Investors, le sue affiliate o i suoi dipendenti possono avere unesposizione nei titoli citati.
Le performance passate non sono indicative dei rendimenti futuri. Tutti i dati dei rendimenti includono sia il reddito che le plusvalenze o le eventuali perdite ma sono al lordo dei costi delle commissioni dovuti al momento dell'emissione
Le informazioni contenute in questo articolo non devono essere intese come una guida all'investimento.
Non vi è alcuna garanzia che le tendenze passate continuino o che le previsioni si realizzino.
Comunicazione di Marketing.