L'altro "sistema": prestazioni e vitalizi non compresi nel bilancio previdenziale
A quanto ammonta la spesa sostenuta da enti e organi costituzionali per pensioni e vitalizi non compresi nel bilancio previdenziale? I dati emersi dal Quinto Rapporto Itinerari Previdenziali
Nonostante il dibattito politico degli ultimi giorni sia in particolar modo concentrato sullintesa di governo, largomento vitalizi continua a essere al centro dellattenzione, anche mediatica. Sui bilanci di Camera e Senato le pensioni dei dipendenti e i vitalizi dei parlamentari che hanno cessato il mandato continuano in effetti a rappresentare una quota tuttaltro che marginale: se a Montecitorio la spesa complessiva riferita al 2016 ha raggiunto quota 395 milioni di euro, a Palazzo Madama si è attestata intorno ai 215 milioni di euro.
Ma, nel dettaglio, quali sono i numeri dellaltro sistema previdenziale, costituto da prestazioni pensionistiche e vitalizi non compresi nel bilancio previdenziale?
Pur con la doverosa premessa di avere a che fare con dati talvolta incompleti (a causa di omissioni nella comunicazione delle posizioni allAnagrafe Generale gestita dal Ministero del Lavoro tramite lInps in base alla legge n.243/04), un importante quadro della situazione è tracciato dal Quinto Rapporto sul Bilancio del Sistema Previdenziale italiano a cura del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali che, in continuità con le due precedenti edizioni, raccoglie infatti anche per il 2016 i dati relativi ai vitalizi dei parlamentari italiani e dei consiglieri regionali, nonché alle prestazioni a favore dei dipendenti degli organi istituzionali tra cui la Corte Costituzionale, la Presidenza della Repubblica, Camera e Senato e di altre categorie privilegiate.
In totale, sono 29.385 (+292 rispetto al 2015) le prestazioni pensionistiche considerate, per un costo complessivo annuo di 1.346,8 milioni di euro. Venendo allanalisi delle singole voci sostenute da enti e organi costituzionali, non passa in particolar modo inosservato il dato riferito alla regione Sicilia, che gestisce un fondo di previdenza sostitutivo per i propri dipendenti: per finanziare le pensioni dei 16.774 dipendenti in quiescenza si è fatto fronte tra pensioni dirette e indirette - a un esborso di oltre 626 milioni di euro.
Per quel che riguarda Camera e Senato, altrettanto interessante rimarcare come la spesa per le pensioni dei dipendenti sia nettamente superiore a quella sostenuta per pagare i vitalizi degli ex parlamentari: a Montecitorio ammonta infatti a 264 milioni, a fronte di 131 milioni spesi per i 2.106 assegni vitalizi, di cui 1.464 assegni diretti (erano 1.445 lo scorso anno) e i 642 (10 in meno dello scorso anno) assegni di reversibilità; al Senato, invece, a fronte di 142 milioni spesi per le pensioni dei dipendenti, sono quasi 72 i milioni stanziati per i 1.261 assegni vitalizi diretti e indiretti maturati da ex senatori. Rispetto allo scorso anno, peraltro notevole la variazione della composizione riferita al Senato: 810 i vitalizi diretti registrati nel 2016 (contro gli 891 del 2015) e 451 quelli di reversibilità (contro i 378 dellanno precedente).
Fonte: Quinto Rapporto sul Bilancio del Sistema Previdenziale italiano a cura del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali
Passando dal numero di pensionati allimporto medio delle pensioni erogate, si può infine notare come laltra previdenza veda in questo caso in testa i giudici costituzionali, con un importo pari a 199.091 euro, imputabile peraltro a un numero davvero esiguo di prestazioni in pagamento (22 pensioni dirette e 12 di reversibilità). Seguono a una certa distanza deputati e senatori, i cui vitalizi medi ammontano rispettivamente a 73.019 e 67.198 euro.
Non meno trascurabili, nel tracciare il quadro dellaltra previdenza anche i dati relativi alle Regioni che, complessivamente, erogano 3.517 vitalizi, per una spesa totale di circa 157,36 milioni di euro lordi lanno. Limporto medio del vitalizio si attesta in questo caso intorno ai 44.743 euro lordi annui, benché vadano individuate con significative variazioni da regione a regione: basti confrontare, con solo riferimento al valore medio imputabile ai soli vitalizi diretti, i 28.900 euro lordi lanno della Toscana con i circa 77.000 euro lordi lanno della Puglia.
Fonte: Quinto Rapporto sul Bilancio del Sistema Previdenziale italiano a cura del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali
Non è comunque la Puglia a capeggiare la classifica delle Regioni che spendono di più: ai primi posti troviamo infatti Sicilia, Sardegna, Lazio, Puglia e Campania, con una spesa complessiva che oscilla tra i 10 e i 18 milioni di euro lordo lanno; cifre che trovano in parte riscontro anche nel numero di vitalizi erogati (311 nel caso della Sardegna, 250 nel caso della Sicilia). Tra le Regioni che, viceversa, spendono meno si segnalano invece Basilicata, Molise, Umbria, Abruzzo e Toscana con una spesa totale compresa tra i 4 e i 3 milioni di euro. Molise, Basilicata, Abruzzo, Liguria e Toscana (dagli 83 ai 158 percettori) figurano inoltre tra le Regioni con il minor numero di vitalizi erogati.
Analizzato nel dettaglio, il quadro regionale si presenta dunque in verità assai differenziato. Se è infatti vero che dallanalisi del rapporto tra popolazione residente e numero di vitalizi totale (diretti e reversibilità) erogati per regione risulta che in Italia a ogni vitalizio corrispondono circa 17.000 abitanti, lo è altrettanto che alcune Regioni si mostrano in realtà più virtuose di altre. È ad esempio il caso della Lombardia, che vanta un vitalizio ogni 46.000 abitanti, seguita quindi dallEmilia Romagna (25.000) e dalla Campania (circa 24.000); allestremità opposta si collocano invece il Molise con un rapporto pari a 3.740 abitanti per vitalizio e la Sardegna (circa 5.316).
Fonte: Quinto Rapporto sul Bilancio del Sistema Previdenziale italiano a cura del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali
Mara Guarino, Itinerari Previdenziali
24/5/2018