Fondi negoziali, se prevale ancora la speranza dei rialzisti di Borsa

Le performance dei fondi negoziali hanno potuto beneficiare nelle prima parte del 2023 del buon traino offerto dalle linee bilanciate azionarie. Le prospettive per la seconda metà dell'anno appaiono però più incerte e, forse, meno confortanti

Leo Campagna

Mentre stanno per essere pubblicate le quote di fine giugno dei PIP e dei fondi pensione aperti, è ormai completo il quadro delle quote di fine maggio dei fondi pensione negoziali. Le performance delle 103 linee dei fondi chiusi censiti dal Comparatore dei fondi di Itinerari Previdenziali si attestano, in media, al +0,3%, relativamente al mese di maggio 2023, al +2,5%, da inizio anno, e al -1,3%, a 12 mesi. Da inizio anno, i rendimenti maggiori sono stati registrati dalle linee bilanciate azionarie che hanno beneficiato dell'ottima impostazione dei mercati azionari. 

Tuttavia, dopo un primo semestre in cui le Borse sono salite, nel complesso, di circa dieci punti percentuali, le prospettive per la seconda parte del 2023 appaiono meno confortanti. Con l’inflazione in graduale calo ma ancora attesa su livelli ben al di sopra dei target delle Banche Centrali, le politiche monetarie difficilmente potranno allentarsi, mentre la recessione negli Stati Uniti e in Europa sembra inevitabile. Un contesto che diminuisce gli spazi di ulteriori rialzi per i listini azionari.

A questo proposito, secondo alcuni osservatori, da seguire con attenzione è il rendimento del Treasury decennale americano. Dallo scorso dicembre si è stabilizzato sotto i massimi di rendimento di novembre, mentre i tassi della Fed hanno continuato a salire. Se avesse seguito gli inasprimenti della Banca Centrale USA avrebbe dovuto stazionare oggi sopra il 4% e questo non è accaduto soltanto per le crisi bancarie di marzo; crisi che hanno determinato un fly to quality che ha spinto gli acquisti di Treasury lunghi contenendone i rendimenti.

Ma, adesso, quelle crisi sembrano archiviate e i tassi statunitensi a breve proiettati in area 5,75%: il rendimento del decennale USA al 3,85% può confermarsi solo se i flussi di acquisti proseguiranno alimentati dai compratori che aspettano la recessione o un crollo inaspettato dell’inflazione. Se la recessione non ci sarà, o sarà lieve e di breve durata, difficilmente i prezzi al consumo scenderanno velocemente. Al contrario, se prevarrà l’idea che l’inflazione scenderà comunque, portandosi dietro i tassi, le Borse potrebbero continuare a salire, anche se con una crescita più bassa di quella sperimentata negli ultimi mesi. Finora, ed è la speranza dei rialzisti, la forza del decennale (ovvero i robusti flussi di acquisto che ne hanno moderato il tasso di rendimento) ha consentito ai listini azionari di mostrare comunque una tendenza rialzista.

Leo Campagna

15/7/2023 

 
 

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