Fondi pensione aperti, ecco i rendimenti 2021

Nel 2021 i fondi aperti censiti dal Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali hanno registrato un rendimento medio del 4,7%: guardando ai singoli comparti spiccano in particolare le linee azionarie (+15%); si fermano invece in territorio negativo garantiti (-0,9%) e obbligazionari (-0,2%) 

Leo Campagna

Un rendimento annuo del 4,7%: a tanto ammonta la performance media dell’intero 2021 dei 313 comparti dei fondi pensione aperti censiti dal Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali. Un risultato che, tuttavia, vede delle significative divergenze tra le differenti categorie. Infatti, se le linee azionarie dei fondi aperti evidenziano un rendimento medio annuo 2021  del +15,0%, i comparti bilanciati segnano un +6,4%, e i bilanciati obbligazionari un +2,5%. Addirittura in territorio negativo, invece, la performance media annua sia delle linee garantite (-0,9%) sia di quelle obbligazionarie (-0,2%). 

I risultati registrati nel corso dell'anno appena concluso rappresentano la prosecuzione dei rendimenti di categoria degli ultimi 5 e 8 anni. Infatti, dal 31 dicembre 2016 al 31 dicembre 2021, i rendimenti medi di tutti i fondi pensione aperti si sono attestati al +15,2% con i comparti azionari a quota +34,9% e quelli bilanciati a +18,6%. Al di sotto della media, invece, i fondi bilanciati obbligazionari (+11,2%), quelli garantiti (+3,6%) e gli obbligazionari (+5,0%).

Per quanto riguarda invece le graduatorie relative agli ultimi 8 anni, ovvero dal 31 dicembre 2013 al 31 dicembre 2021, il rendimento medio dei 313 fondi pensione aperti si posiziona al +31,4%. Rispetto a questo risultato, i comparti azionari evidenziano un apprezzamento medio della quota del +59,0% e i comparti bilanciati del +38,3%. Anche in questo arco di tempo, al di sotto della media di mercato, si collocano le linee bilanciate obbligazionarie (+25,6%), le garantite (+10,8%) e le linee obbligazionarie (+17,8%).

Valori che confermano le statistiche storiche di lungo periodo in base alle quali l’azionario tende a registrare nel lungo periodo rendimenti superiori all’obbligazionario che, a propria volta, fa meglio rispetto agli strumenti di liquidità. Tuttavia, i risparmiatori farebbero bene a non dimenticare che la scelta dei comparti deve sempre essere messe in relazione alla vita lavorativa residua: tendenzialmente, e senza pretesa di fornire un suggerimento dalla validità universale (ancor di più senza conoscere lo specifico profilo di ciascun risparmiatore), le linee azionarie per chi ha almeno 10 anni di attività di lavoro prima della pensione, quelle bilanciate per coloro che hanno ancora almeno 5-6 anni di lavoro prima di smettere di lavorare, e le linee obbligazionarie e quelle garantite per periodi più brevi.

Leo Campagna 

28/1/2022 

 
 

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