Fondi pensione aperti, l'importanza della diversificazione

Con febbraio i fondi pensione aperti censiti dal Comparatore Itinerari Previdenziali hanno riportato la performance media da inizio anno a quota -0,1%: i risultati dei diversi comparti, con differenze anche piuttosto significative, offrono però qualche utile spunto di riflessione sul concetto di diversificazione

Leo Campagna

I fondi pensione aperti hanno guadagnato in media lo 0,1% nel mese di febbraio. Un risultato che porta la performance media da inizio anno delle 330 linee dei fondi pensione aperti censiti dal Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali a -0,1%. Tuttavia, se questi sono i valori medi, emergono significative divergenze tra le linee più esposte in Borsa e quelle più inclini al reddito fisso. 

Infatti le linee a indirizzo azionario, grazie anche al +1,8% di febbraio, vantano a fine febbraio un risultato positivo del +1,6% da inizio anno. Nel caso invece dei fondi pensione aperti bilanciati, il rendimento medio di febbraio (+0,3%) ha permesso di riportare in parità (zero) il rendimento medio da inizio anno. Al contrario, sia per i comparti garantiti che quelli obbligazionari, le performance di febbraio (rispettivamente pari a -0,6% e a -0,7%) hanno peggiorato il risultato da inizio anno (-0,9% per entrambe le categorie di fondi pensione aperti).

Analizzando i risultati di febbraio si conferma l’importanza della diversificazione di portafoglio. Un approccio che, nel caso dei fondi pensione, è di vitale importanza per le prestazioni di lungo termine. Infatti i gestori degli strumenti previdenziali non devono farsi attrarre eccessivamente dai trend del momento per quanto questo possa comportare nell’immediato delle underperformance. Con particolare riferimento, nella fattispecie, alle "accuse" che spesso si sentono rivolgere ai team di gestione dei fondi pensione italiani accusati di essere eccessivamente”europacentrici e di trascurare gli altri mercati internazionali e, più in particolare, i titoli ad alta crescita. 

Quanto accaduto nell’ultimo mese (dal 12 febbraio al 12 marzo) sui mercati finanziari dimostra come i rialzi eccesivi di alcuni settori espongano a potenziali violente correzioni. In un solo mese, mentre l’MSCI World index ha chiuso praticamente invariato, il comparto Oil&Gas (+18,9%), l’Energy (+18%) e quello delle linee aeree (+17,7%) hanno surclassato i titoli del settore hardware (-6,6%), l’information technology (-5,1%) e la biotecnologia (-4-4%). Risultati che amplificano le performance da inizio anno dei tre settori Oil&Gas, Energy e Airlines (rispettivamente pari a +33,3%, +32,9% e +23,5%) e quasi azzerato quelle relative ai settori hardware, IT e biotech (rispettivamente pari a -1,9%, +2,8% e +0,3%).  

Leo Campagna 

26/3/2021

 
 

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