Fondi pensione aperti, un secondo semestre 2020 migliore di quello 2019

Alla luce della pandemia e dei dirompenti effetti dei lockdown sull'economia mondiale, il secondo semestre 2020 si è dimostrato per i fondi pensione aperti più favorevole di quello 2019: premiate soprattutto le linee a indirizzo azionario, capaci di un rialzo di nove punti percentuali

Leo Campagna

A dicembre le 334 linee dei fondi pensione aperti censiti dal Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali hanno registrato un apprezzamento medio del valore della quota di mezzo punto percentuale. Un risultato trainato dalle linee azionarie, capaci di un rialzo medio del +1,5%, e da quelle bilanciate (+0,7%): al di sotto della media, invece, sia le linee bilanciate obbligazionarie (+0,4%) sia quelle garantite (+0,1%) e obbligazionarie (+0,1%).

Il rendimento medio di dicembre ha permesso di chiudere un secondo semestre molto positivo con un rialzo che, complessivamente, si è attestato a +4,5%. Anche in questo arco di tempo, le linee che hanno generato le migliori performance semestrali sono state quelle a indirizzo azionario, capaci di un +9,0%; seguono i comparti bilanciati con un +5,4%. Le linee bilanciate obbligazionarie, invece, si sono fermate a un apprezzamento medio semestrale del +3,4%, quindi al di sotto della media di mercato. Lo stesso vale sia per le linee garantite (+2,4%) e per quelle obbligazionarie (+2,0%).

Si tratta di rendimenti semestrali che si sono posizionati a un livello superiore a quelli del secondo semestre 2019. Infatti tra fine giugno  2019 e fine dicembre 2019, il guadagno medio di tutte le linee dei fondi pensione aperti si era attestato a +2,5%. A guidare questa performance erano stati i comparti a vocazione azionaria (+5,3%), seguiti dai bilanciati (+3,2%), quindi dai bilanciati obbligazionari (+1,6%), dai garantiti (+1,0%) e dagli obbligazionari (+1,0%).

Il differenziale di rendimento tra i rendimenti medi del secondo semestre 2020 con quelli dello stesso periodo dell’anno precedente appiano per certi versi sorprendenti alla luce della pandemia e dei dirompenti effetti che i lockdown hanno causato alla maggioranza dei settori dell’economia reale. Resta il fatto che con i tassi di interesse destinati a restare su livelli  bassi o negativi molto a lungo in tutti i Paesi sviluppati, le asset class rischiose risultano ancora favorite, sebbene più esposte a fasi di volatilità.

Leo Campagna 

5/2/2021

 
 
 

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