Fondi pensione, bilancio positivo in un anno negativo

Nell'anno del nuovo coronavirus l'impatto della pandemia sul sistema dei fondi pensione è risultato piuttosto limitato: raccolta contributiva e prestazioni intermedie, cosa emerge dalla lettura dei dati della gestione previdenziale tratti dalla relazione COVIP per il 2020

Michaela Camilleri

Il 2020 sarà senza dubbio ricordato in tutto il mondo come l’anno del nuovo coronavirus: dal punto di vista economico-finanziario, molti settori produttivi hanno registrato forti cali dell’attività; i governi nazionali e le banche centrali hanno reagito con ampie misure espansive a sostegno del reddito delle famiglie e delle imprese e della liquidità dei mercati finanziari e creditizi e un cospicuo e prolungato utilizzo degli ammortizzatori sociali. L’andamento dei mercati finanziari, dapprima molto negativo, nel corso dell’anno ha poi avuto un’intonazione positiva, recuperando gran parte delle perdite. 

A giugno dello scorso anno commentavamo i dati statistici relativi al primo trimestre 2020 pubblicati da COVIP, fornendo una prima lettura dei possibili effetti della pandemia sul sistema di previdenza complementare e chiedendoci quali sarebbero state nei mesi a seguire le ripercussioni sulla gestione dei fondi pensione e sulle scelte degli iscritti in termini di contribuzione e di richieste di prestazioni (pensionistiche e non).

A distanza di quasi un anno, grazie allo sguardo d’insieme fornito dalla Relazione Annuale COVIP per il 2020, è possibile sostenere che l’impatto di COVID-19 sui fondi pensione è risultato piuttosto limitato. Dalla lettura dei dati elaborati dall’Autorità di Vigilanza si rileva che nel 2020 la raccolta dei contributi è continuata con regolarità, mantenendo una tendenza alla crescita e mostrando un lieve calo dei dati aggregati solo nel secondo trimestre, mentre sul versante delle uscite non si sono registrate maggiori richieste di anticipazioni e riscatti, che anzi hanno mostrato una lieve diminuzione. A fine anno, grazie ai recuperi registrati dai mercati, i risultati della gestione finanziaria sono stati nel complesso positivi.

Concentrandoci sulla gestione previdenziale e rimandando a un altro articolo l’analisi dell’andamento delle adesioni e delle performanceil totale delle risorse accumulate dalle forme pensionistiche complementari nel 2020 è di 197,9 miliardi di euro, il 6,7% in più rispetto all’anno precedente. Tale incremento è, in parte, dovuto a contributi incassati per 16,5 miliardi di euro (+2,2% sul 2019), il cui flusso è risultato maggiore, seppur di poco, rispetto al 2019: ne sono affluiti 5,5 miliardi ai fondi negoziali, in crescita del 2,9%; quelli destinati ai fondi aperti e ai PIP, 2,3 e 4,6 miliardi, sono aumentati, rispettivamente, del 5,9 e dell’1,6% (per un maggiore dettaglio si veda la tabella 1). 

A fronte di 16,5 miliardi di euro di contributi previdenziali incassati, la gestione previdenziale ha registrato uscite per 8,6 miliardi (8,5 nel 2019) e la raccolta netta è stata positiva per 7,9 miliardi. Rispetto allo scorso anno, le uscite sono aumentate per quanto riguarda le prestazioni pensionistiche mentre sono diminuite le richieste di riscatti (1,7 miliardi del 2020 contro i 2,1 miliardi del 2019) e di anticipazioni (1,8 miliardi del 2020 contro i 2,3 miliardi del 2019), sia a livello di sistema sia di singola tipologia di forma pensionistica. Sono state erogate prestazioni pensionistiche in capitale per 3,4 miliardi di euro (419 milioni in più rispetto al 2019) e in rendita per circa 600 milioni di euro (16 in meno rispetto al 2019). Nell’anno sono stati erogati circa 900 milioni di euro di rendite integrative temporanee anticipate (RITA), 391 milioni in più rispetto al 2019, per lo più concentrate nei fondi pensione preesistenti. Le richieste di anticipazioni sono in gran parte riferite a causali diverse dalle spese sanitarie o dall’acquisto o ristrutturazione della prima casa.

Tabella 1 – Risorse e contributi delle forme pensionistiche complementari,
valori in milioni di euro

Tabella 1 – Risorse e contributi delle forme pensionistiche complementari, valori in milioni di euro

Fonte: Relazione COVIP per l’anno 2020

Il calo delle uscite anticipate rispetto al 2019 può in parte essere attribuito all’efficacia della comunicazione da parte dei fondi pensione nei confronti degli aderenti, invitati a riflettere bene sulla possibilità di richiedere prestazioni intermedie, trasferimenti o cambi di comparto in un momento in cui un’uscita immediata avrebbe reso definitive le perdite subite, escludendo la possibilità di beneficiare di futuri recuperi del mercato. Nonostante l’eccezionalità della situazione, gli aderenti sembrano avere dimostrato maturità e consapevolezza, non facendosi influenzare dagli eventi contingenti ed evitando scelte avventate che avrebbero potuto compromettere la loro posizione.

Tabella 2 – Componenti della raccolta netta nelle diverse forme pensionistiche complementari, 
valori in milioni di euro

Tabella 2 – Componenti della raccolta netta nelle diverse forme pensionistiche complementari, valori in milioni di euro

Fonte: Relazione COVIP per l’anno 2020

Ci ripromettiamo allora di spostare ancora una volta l’asticella della valutazione un po’ più in là nel tempo, quando verranno meno le misure di contenimento delle ricadute occupazionali della pandemia e la tenuta del sistema fin qui dimostrata andrà (ri)confermata.

Michaela Camilleri, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali 

19/7/2021

 
 

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