Fondi pensione, chiuso il 2023 con segno più

Per i fondi pensione il 2022 è stato un anno di crisi doppia, non solo di rendimenti ma anche di valore. I dati COVIP di fine 2023 mostrano però come le perdite siano state parzialmente recuperate: tutte le tipologie di forme pensionistiche e di comparti registrano rendimenti medi positivi, con valori più elevati per le gestioni con una maggiore esposizione azionaria

Michaela Camilleri

Per il settore dei fondi pensione (ma non solo) il 2022 è stato un anno di crisi doppia: da un lato, le performance registrate sono state le peggiori degli ultimi 15 anni e, per la prima volta dopo molto tempo, non hanno consentito di battere i rendimenti obiettivo (uno su tutti il TFR); dall’altro, l’impennata inflazionistica ha generato una perdita in termini di valori reali che necessiterà di tempo per poter essere completamente recuperata. 

Gli ultimi dati diffusi dalla COVIP, relativi alla fine dell’anno appena trascorso, dimostrano come la crisi sia stata parzialmente superata, anche per effetto dell’andamento positivo dei mercati finanziari che nel 2023, tanto sul fronte obbligazionario quanto su quello azionario, hanno recuperato gran parte delle perdite subite nel 2022. A guidare la ripresa dei mercati sono state soprattutto le attese sulle decisioni di politica monetaria delle principali Banche Centrali e le stime dei loro potenziali effetti sull’andamento della crescita economica e dell’inflazione. Gran parte del movimento al rialzo delle quotazioni è avvenuto nell’ultima parte dell’anno, grazie alla crescente convinzione degli operatori che le Banche Centrali fossero ormai a un punto di svolta, a favore di netti tagli dei tassi di interesse sia negli Stati Uniti sia in Europa.

 

I rendimenti dei fondi pensione

Le tendenze osservate sui mercati finanziari si sono riflesse sui rendimenti dei fondi pensione: sulla scia dei risultati del primo semestre, anche gli ultimi mesi del 2023 si confermano positivi per il settore, che va così a chiudere l’anno con il segno più. Nel dettaglio, tutte le tipologie di fondi pensione registrano in media rendimenti positivi: i PIP – Unit Linked e i fondi aperti hanno segnato performance rispettivamente pari all'8,3% e al 7,9%, seguiti dai fondi negoziali con il 6,7% e dalle gestioni separate che si mantengono in linea con l’anno precedente (1,3%). Si tratta di un recupero parziale, con rendimenti a 3 e 5 anni che si mantengono al di sotto del rendimento obiettivo della rivalutazione del TFR, mentre si riallineano su orizzonti temporali più lunghi e coerenti con la finalità del risparmio previdenziale (a 10 anni).

Figura 1 – I rendimenti dei fondi pensione a 1 anno, 3, 5 e 10 anni

Figura 1 – I rendimenti dei fondi pensione a 1 anno, 3, 5 e 10 anni

Fonte: elaborazioni Itinerari Previdenziali su dati COVIP provvisori per il 2023

Più nel dettaglio, tutti i comparti registrano in media rendimenti positivi, con valori più elevati per le gestioni con una maggiore esposizione azionaria: 10% nei fondi negoziali, 11,3% nei fondi aperti e 11,4% nei PIP, mentre i bilanciati si attestano al 6,9% nei fondi negoziali, all’8,3% nei fondi aperti e al 7,1% nei PIP. Più contenuti, invece, i rendimenti dei comparti obbligazionari e garantiti. 

Figura 2 - I rendimenti dei fondi pensione per tipologia di comparto a fine 2023

Figura 2 - I rendimenti dei fondi pensione per tipologia di comparto a fine 2023
Fonte: elaborazioni Itinerari Previdenziali su dati COVIP provvisori per il 2023

Valutando gli ultimi 10 anni, a fronte di una rivalutazione del TFR pari al 2,4%, i rendimenti medi annui composti delle linee a maggiore contenuto azionario si collocano intorno al 4-4,5% per tutte le tipologie di fondi, mentre per le linee bilanciate i rendimenti medi sono compresi tra il 2 e il 3%. Le linee garantite e quelle obbligazionarie si attestano in media vicino allo 0 e le gestioni separate di ramo I dei PIP, che però contabilizzano le attività al costo storico e non al valore di mercato, ottengono un rendimento dell’1,8%. Osservando la distribuzione dei risultati dei singoli comparti tra le diverse tipologie di forma pensionistica e le diverse linee di investimento, tutti i comparti azionari e anche una buona parte dei bilanciati mostrano rendimenti più elevati rispetto agli altri e al TFR.

 

L’andamento del patrimonio e degli iscritti

A fine 2023 il patrimonio ammonta a 222,6 miliardi di euro, in crescita dell’8,2% rispetto ai 205,6 miliardi dell’anno precedente. Nel documento statistico aggiornato, l’autorità di Vigilanza specifica che circa i tre quinti dell’incremento è dipeso dal miglioramento dei corsi dei titoli in portafoglio mentre il resto è dovuto ai flussi contributivi al netto delle uscite. L’attivo netto destinato alle prestazioni ha raggiunto i 67,9 miliardi di euro nei fondi negoziali (+11,1% rispetto al 2022), i 32,6 miliardi nei fondi aperti (+16,3% sul 2022) e i 49,9 miliardi nei PIP (+9,8%).

Figura 3 – Il patrimonio dei fondi pensione negli ultimi 10 anni

Figura 3 – Il patrimonio dei fondi pensione negli ultimi 10 anni

Fonte: elaborazioni Itinerari Previdenziali su dati COVIP 

Alla fine del 2023, i fondi pensione raccolgono 9,610 milioni di iscritti (+4% rispetto al 2022). In termini di posizioni, ossia includendo coloro che aderiscono contemporaneamente a più forme, i fondi negoziali registrano 211mila posizioni in più rispetto alla fine dell’anno precedente (+5,5%), per un totale che supera i 4 milioni. Gli incrementi maggiori continuano a rilevarsi in Prevedi (+87.700 posizioni), destinatario dell’adesione contrattuale di lavoratori attraverso il versamento di un contributo a carico del solo datore di lavoro, e in Perseo Sirio (+37.600 posizioni), per il quale è attiva l’adesione anche tramite silenzio-assenso per i lavoratori di nuova assunzione. Nelle forme pensionistiche di mercato, si contano 109.000 posizioni in più nei fondi aperti (+5,9%) e 83.000 in più nei PIP (+2,2%); alla fine dell’anno, il totale delle posizioni in essere in tali forme è pari, rispettivamente, a 1,950 milioni e 3,781 milioni.

Michaela Camilleri, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali

13/2/2024 

 
 
 

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