Fondi pensione, dimmi che comparto hai e ti dirò chi sei!
Dalla scelta del comparto d'investimento si dovrebbero dedurre alcune caratteristiche individuali dell'iscritto al fondo pensione ma, in realtà, dati alla mano, non è sempre così. Quanto il comparto scelto è coerente con il profilo dell'aderente?
In materia di fondi pensione, si discute da lungo tempo su come incentivare le adesioni, tra proposte di un nuovo semestre di silenzio-assenso e ampliamento dei vantaggi fiscali. Tuttavia, il dibattito non può esaurirsi allatto delliscrizione: quando si parla dunque di previdenza, non solo complementare, occorre porre lattenzione anche sul tema delladeguatezza delle prestazioni. Uno dei modi per farlo (ma le variabili da considerare sono molteplici, tra cui il livello della contribuzione) è valutare la coerenza delle scelte di investimento rispetto al profilo dell'iscritto.
Come si posizionano, dunque, gli iscritti nei diversi profili di investimento proposti dai fondi pensione? Per procedere allanalisi vengono in aiuto i dati COVIP relativi alla distribuzione degli iscritti per comparto di investimenti e alla loro esposizione alla componente azionaria. Calcolare la quota di azioni presente nei portafogli dei singoli iscritti non è un semplice esercizio finanziario ma consente di trarre indicazioni circa ladeguatezza del comparto di investimento scelto rispetto allobiettivo previdenziale, nonché sulla coerenza riguardo ad alcune caratteristiche individuali di tipo socio-demografico come, ad esempio, letà.
Una buona regola è quella di posizionarsi su profili più rischiosi, cioè con un maggior peso della componente azionaria nei primi anni della carriera lavorativa, per poi spostarsi gradualmente su profili più conservativi allapprossimarsi delletà di pensionamento. In realtà, ciò che risulta dallanalisi dellAutorità di Vigilanza è la prevalenza dei profili caratterizzati da una quota azionaria bassa o addirittura nulla: il 38% degli iscritti è concentrato nei comparti garantiti e il 13,1% in quelli obbligazionari, il 39,7% nei comparti bilanciati e solo il restante 9,2% nei comparti azionari. Guardando alle diverse tipologie di fondi pensione, circa il 26,2% degli iscritti ai fondi negoziali, percentuale che sale al 39,6% nei fondi preesistenti (si tratta delle gestioni assicurative) e al 66,4% nei PIP (gestioni separate di ramo I), mentre resta marginale nei fondi aperti (14,1%). Gli aderenti che si posizionano su profili bilanciati e azionari sono circa il 74% nei fondi aperti, percentuale che si riduce al 56,9% nei fondi negoziali, al 44,4% nei fondi preesistenti e del 26,9% nei PIP; in generale, la percentuale di iscritti con profilo azionario risulta significativa solo per i fondi aperti (22,3%).
Negli ultimi anni, il peso dei profili garantiti è tuttavia sceso: rispetto al 2018, è diminuito di quasi sei punti percentuali a favore soprattutto dei profili bilanciati (2,2 punti percentuali) e azionari (2,8 p.p). Nelle tipologie di forma pensionistica, i profili garantiti scendono soprattutto nei PIP (9,4 p.p), nei fondi aperti (6 p.p) e anche nei fondi preesistenti (4,2 p.p). I profili bilanciati aumentano in particolare nei PIP (5,5 p.p). Per i profili azionari, si registrano incrementi in tutte le forme pensionistiche: 6,8 punti nei fondi aperti, 3,5 punti nei fondi preesistenti, quasi 2 nei fondi negoziali e nei PIP.
Figura 1 Iscritti per tipologia di forma e comparto di investimento
Fonte: elaborazioni su dati COVIP, Relazione per lanno 2022
Osservando la distribuzione degli iscritti per profilo di investimento e classi di età nelle diverse tipologie di fondi pensione, gli iscritti ai PIP scelgono in larga prevalenza e già a partire da età molto giovani un profilo garantito, mentre per gli iscritti alle altre tipologie di forma si notano tendenze allaumento del peso delle linee garantite al crescere delletà. Per quanto riguarda i fondi negoziali, si osserva lampia prevalenza di iscritti di età compresa tra 35 e 54 anni con profilo bilanciato e laumento della frequenza dei profili meno rischiosi all'aumentare delletà. Nei fondi aperti, il peso delle linee azionarie è relativamente maggiore rispetto alle altre forme per tutte le classi di età, così come risulta minore lincidenza dei comparti garantiti.
Figura 2 - Iscritti per profilo di investimento e classi di età nelle singole tipologie di forma pensionistica
Fonte: COVIP, Relazione per lanno 2022
Fin qui le scelte di investimento degli iscritti sono state valutate sulla base delle diverse soluzioni offerte dai fondi pensione, classificate in quattro profili principali (azionario, bilanciato, obbligazionario e garantito). Come spiega lAutorità di Vigilanza, ciò, da un lato, permette di fare confronti agevoli ma, dallaltro, porta a includere nella stessa categoria anche linee di investimento piuttosto diverse rispetto alla quota di azioni detenuta (come nel caso ad esempio delle linee bilanciate, verso le quali si indirizza la scelta di quasi il 40% degli iscritti). Scendendo allora nel dettaglio delleffettiva esposizione azionaria delle singole posizioni individuali, la tendenza alla riduzione della quota azionaria allavanzare delletà è evidente nei fondi aperti, con percentuali intorno al 50-55% al di sotto dei 39 anni che tendono oiu a diminuire progressivamente, senza tuttavia scendere al di sotto del 25%, anche oltre i 60 anni. Il profilo decrescente è replicato nei fondi preesistenti e nei PIP, sebbene sia più piatto nelle fasce di età centrali dove lincidenza si mantiene intorno al 20-25%; in media il peso delle azioni nei fondi preesistenti e nei PIP è circa la metà di quello registrato dai fondi aperti su tutto lintervallo anagrafico. Fanno eccezione i fondi negoziali, i cui iscritti hanno una percentuale di azioni appiattita sul 25-30% su tutte le classi di età fino a 59 anni, per poi scendere nelle fasce più anziane.
Figura 3 Quota azionaria nei portafogli previdenziali degli iscritti per tipologia di forma
Fonte: COVIP, Relazione per lanno 2022
La struttura dellofferta di opzioni di investimento incide su questa differente esposizione azionaria: nei fondi negoziali i comparti bilanciati - i più diffusi in termini di scelte degli iscritti - hanno una minor componente di azioni rispetto a quella delle stesse linee proposte dai fondi aperti, anche qui le più diffuse tra gli iscritti. Nei PIP, invece, tale componente è rilevante come per i fondi aperti, ma la gran parte del patrimonio complessivo, come si diceva, è accumulata presso le gestioni separate di ramo I. Anche la diffusione di piani di tipo life-cycle è diversa: sono offerti da 4 fondi negoziali su 33 per un totale di 20.000 posizioni, 40 fondi aperti per 364.000 posizioni (il 30% del totale) e 26 PIP su 68 per 602.000 posizioni interessate (pari al 17% del totale).
Per riassumere le indicazioni che giungono dallanalisi di questi dati, i risultati suggeriscono lipotesi di una logica life-cycle, assente fino a qualche anno fa, con un peso maggiore della componente azionaria in età più giovane, che tende poi gradualmente a ridursi o annullarsi in prossimità del pensionamento. Tali segnali sono più evidenti nel caso dei fondi aperti e più tenui nel caso dei fondi preesistenti e dei PIP; sono presenti anche per i fondi negoziali per le età più vicine al pensionamento. Tuttavia, lesposizione azionaria può essere ritenuta ancora subottimale per le fasce anagrafiche più giovani in considerazione della lunghezza del periodo che le separa dal raggiungimento della pensione.
Michaela Camilleri, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali
17/5/2024