Fondi pensione e tassi bassi, trasformare il problema in opportunità

La pandemia di COVID-19 si è trasformata in un momento cruciale per le scelte degli investitori previdenziali: mentre i portafogli prevalentemente obbligazionari faticano a disporre di fonti di rendimento, crescono interesse ed esposizione nei confronti dei mercati azionari

Leo Campagna

I rendimenti dei fondi pensione e delle unit linked collegate ai PIP a fine febbraio 2021 parlano chiaro: con i tassi a zero (se non in territorio negativo), i portafogli prevalentemente obbligazionari fanno sempre più fatica a disporre di fonti di rendimento. Per esempio, tra il 29 febbraio 2020 e il 28 febbraio 2021, mentre le linee bilanciate azionarie dei fondi negoziali censiti dal Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali evidenziavano un rendimento medio annuo del +10,2%, le linee obbligazionarie miste (+0,8%) e quelle obbligazionarie pure (+0,7%) non riuscivano a raggiungere nemmeno il punto percentuale.

Non sorprende allora che cresca l’interesse e l’esposizione ai mercati azionari. Recenti ricerche evidenziano come molti fondi sovrani e investitori istituzionali abbiano ridotto le posizioni nel reddito fisso e gradualmente investito parte della loro liquidità accumulata per incrementare l’esposizione agli asset di rischio, a mano a mano che le performance dei mercati finanziari miglioravano durante la pandemia. 

Migliorato anche il sentiment di rischio degli istituzionali in tutte le asset class, in particolare nell’ambito degli asset sensibili all’andamento delle commodity, delle valute e della riallocazione verso l’azionario. A maggio dell’anno scorso, invece, emergeva che all’inizio del 2020 gli investitori istituzionali e i fondi sovrani avevano optato per un posizionamento cauto, con livelli di liquidità che avevano raggiunto i massimi storici dopo la grande crisi finanziaria del 2008-2009. Da allora, però è stata  aumentata l’allocation nell’azionario, approfittando dei prezzi più convenienti dopo la profonda correzione di marzo 2020.

La pandemia si è pertanto trasformata in un momento cruciale per le scelte strategiche dei fondi istituzionali e sovrani: facendo leva sui loro orizzonti di investimento di lungo periodo hanno cercato di trarre vantaggio dalle turbolenze del mercato. Dapprima puntando sulle obbligazioni societarie di medio-alta e alta qualità (investment grade) supportate dai flussi di acquisto sul mercato da parte delle principali banche centrali. Successivamente, puntando sull’azionario e sui mercati privati, cioè lì dove i profili di rendimento sono in linea con i loro approcci di investimento pluriennali. 

Mara Guarino, Itinerari Previdenziali

16/4/2021

 
 
 

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