Fondi pensione, i corporate bond sono i nuovi titoli di Stato?

Nello scenario economico-finanziario tracciato da COVID-19 per i prossimi mesi, i corporate bond si candidano come possibile bene rifugio per la liquidità "posteggiata" in attesa di investimenti a medio-lungo termine: quali opportunità per gli investitori previdenziali? 

Leo Campagna

Nell’ultima riunione del 2020 la BCE ha incrementato di 500 miliardi di euro, e fino a un totale di 1.850 miliardi, il programma di acquisto di titoli sul mercato per l’emergenza pandemica. Ha inoltre prorogato il programma per nove mesi insieme a un’espansione del TLTRO3 (long term refinancing operation o piano di rifinanziamento a lungo termine) sino al giugno 2022, con un lieve allentamento delle restrizioni per le banche che desiderino usufruirne. 

È molto probabile che le politiche monetarie resteranno accomodanti anche dopo la distribuzione dei vaccini, per via delle profonde ferite inferte all’economia da COVID-19. Altrettanto probabile che lo spread tra le obbligazioni dei mercati periferici e centrali dell’UE continui a ridursi portando la maggior parte dei tassi dei governativi euro in territorio negativo per i prossimi 2-3 anni. Uno scenario nel quale i corporate bond si candidano come possibile bene rifugio per la liquidità posteggiata in attesa di investimenti a medio-lungo termine.

Infatti, tra i titoli di Stato, gli unici che sembrano rispondere a questo requisito almeno in parte sono i Treasury USA (i titoli di Stato americani) sulle scadenze più lunghe: quelli a 10 annui offrono un rendimento poco al di sotto dell’1% (circa lo 0,93%), mentre quelli a 30 anni pagano l’1,67%. Si tratta di tassi più generosi se confrontati con i BTP omologhi (il decennale italiano offre attualmente lo 0,53% e il trentennale l’1,43%), ma c’è un rischio di cambio con l’euro che continua a apprezzarsi. Una dinamica, quest’ultima, che sembra destinata a proseguire anche con la nuova amministrazione Biden, alla luce delle ingenti emissioni del Tesoro USA attese nel 2021 per finanziare i piani fiscali varati quest’anno dagli Stati Uniti per contrastare gli effetti della pandemia sull’economia.

Per cercare di ricavare quel reddito che i titoli di Stato euro non sono più in grado di garantire, anche i portafogli dei fondi pensione dovranno riposizionarsi e fare più spazio alle obbligazioni societarie e bancarie. Tra quest'ultime, in particolare, si distinguono le obbligazioni subordinate che, offrono rendimenti da high yield ma sono emesse da banche con rating investment grade. Dopo un decennio di costruzione della loro resilienza per le crisi future (fortemente voluta dalla BCE), le banche hanno effettuato significativi accantonamenti per le perdite su crediti e, allo stesso tempo, hanno aumentato il proprio capitale di riserva. Questi titoli consentono di partecipare alla ripresa ciclica senza doversi spostare nelle fasce di rating molto basse o nei settori indesiderati dove il tasso di default è probabilmente più alto.

Leo Campagna 

28/12/2020

 
 
 

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