Fondi pensione, il ritorno del portafoglio 60/40

I rendimenti dei comparti bilanciati dei fondi pensione aperti censiti dal Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali hanno sofferto ad aprile ma le performance da inizio anno restano comunque positive. Quali scenari (e quali strategie) per i mesi a venire? 

Leo Campagna

Meno un punto percentuale e trenta centesimi: a tanto ammonta la perdita media registrata dai fondi pensione aperti bilanciati nel mese di aprile. Una battuta d’arresto che non ha comunque impedito di mantenere saldamente in territorio positivo la performance da inizio anno dei comparti di categoria; il guadagno medio dei fondi pensione bilanciati, in base ai dati resi disponibili dal Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali, si posiziona infatti a +1,60%

Un andamento che prosegue la traiettoria dello scorso anno, in cui il rendimento medio annuo di questa tipologia di fondi si è attestato a quota +7,9%. Proiettando sui 12 mesi il risultato del primo quadrimestre 2024, si otterrebbe un +4,8%, prossimo al target potenziale atteso per un portafoglio 60/40 (60% equity e 40% bond). Infatti, ipotizzando che la componente azionaria possa rendere nei prossimi 5-10 anni - tra dividendi e rivalutazione dei prezzi di Borsa - un 6% medio annuo e quella a reddito fisso un 3,5%, il rendimento atteso per un portafoglio bilanciato 60/40 si posizionerebbe a +5%.

Ovviamente, si tratta di un risultato atteso teorico, non garantito e, soprattutto, non lineare. Occorre in particolare mettere in conto le normali oscillazioni di mercato, non soltanto in ambito azionario. Tanto più che, come si è osservato nei primi 4 mesi di quest’anno, anche le quotazioni delle obbligazioni sono suscettibili di instabilità. Se a fine 2023, quando si è cominciata a scorgere una possibile inversione di tendenza delle politiche monetarie della FED e della BCE, i tagli dei tassi USA attesi per il 2024 erano tre, a gennaio le attese erano poi salite addirittura a sei tagli. Ma ad aprile, complice un’inflazione persistente e un mercato del lavoro (soprattutto negli Stati Uniti) sostenuto, i tagli attesi dei tassi per il 2024 sono crollati a uno. Nel frattempo, le quotazioni dei titoli di stato USA e dell’area euro sono scese comportando una perdita di oltre 2 punti percentuali sia dell’indice JPMorgan governativi globali che dell’indice JPMorgan EMU. 

Anche per questo, il portafoglio 60/40 viene rimodellato da diversi gestori in uno 60/20/20: 60% equity, 20% bond e 20% strategie alternative. In quest’ultima componente del portafoglio vengono inseriti private credit e private equity, investimenti in infrastrutture, oro e materie prime. Un modo per migliorare la stabilità del portafoglio nel tempo e renderlo meno influenzato dalle turbolenze dei mercati.

Leo Campagna

24/5/2024 

 
 

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