Fondi pensione, la strategia 60/40 è superata e va cambiata in modo strutturale

Se sul medio periodo i comparti bilanciati dei fondi pensione aperti hanno rispettato le aspettative, il brusco rialzo dei rendimenti nel reddito fisso degli ultimi mesi sta inviando segnali tutt'altro che rassicuranti: cosa emerge dall'analisi delle performance registrate dal Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali

Leo Campagna

Se si analizzano i rendimenti dei fondi pensione aperti a 3 e 5 anni si può constatare come i portafogli bilanciati siano riusciti nel loro intento, quello di offrire un rendimento positivo intermedio tra quelli azionari e quelli obbligazionari. Infatti, in base alle performance medie dei 313 comparti dei fondi pensione aperti censiti dal Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali, le linee azionarie hanno reso a tre anni il 18,7% e a 5 anni il 19,4%, le linee bilanciate rispettivamente il 6,9% e il 7,9% e quelle obbligazionarie il -1,3% e il -0,7%.

Le considerazioni cambiano se l’analisi si sposta agli ultimi 12 mesi, durante i quali le linee azionarie hanno accusato perdite medie dell’1,7%, le bilanciate del 3,9% e le obbligazionarie del 4,9%. È vero che anche nell’ultimo anno i rendimenti dei comparti bilanciati si sono posizionati nel range intermedio a quelli dei comparti azionari e obbligazionari ma il brusco rialzo dei rendimenti nel reddito fisso degli ultimi mesi sta inviando segnali tutt’altro che rassicuranti alle strategie che si basano su una certa non correlazione tra azioni e bond.

In particolare il tradizionale portafoglio 60/40 (60% in azioni e 40% in obbligazioni), una delle strategie più diffuse nell’ambito dei fondi bilanciati, potrebbe risultare superato in quanto l’obiettivo principale della gran parte dei portafogli bilanciati consiste nell’accumulare risparmi sufficienti a rispondere a necessità future come, per esempio, il fabbisogno di denaro durante la pensione. 

La tesi tradizionale suggerisce di ridurre il rischio azionario e aumentare quello legato alla duration a mano a mano che si invecchia e ci si avvicina alla quiescenza. Secondo alcuni esperti, tuttavia, i fondi bilanciati previdenziali dovrebbero cominciare con allocazioni elevate ai rischi azionari e di duration, con quest’ultima che “copre” il rischio di tassi di interesse dei loro obiettivi di investimento. Infatti, col passare degli anni la sensibilità del portafoglio alle variazioni dei tassi diminuisce con il calare della duration e consente una riduzione ‘automatica’ dell’esposizione al rischio di tassi di interesse. Con l’età, tuttavia, è opportuno che si riduca l’esposizione a entrambi i premi al rischio, sia quello azionario che quello di duration

Leo Campagna

1/7/2022

 
 

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