Fondi pensione, il rischio del circolo vizioso dell'azionario USA

Con i grandi titoli tecnologici a guidare in modo sempre più marcato l'andamento del mercato azionario (negli USA in particolare), per gli investimenti previdenziali si aprono scenari tanto interessanti quanto rischiosi: come approcciare quindi i prossimi mesi?

Leo Campagna

Negli ultimi 12 mesi, ovvero dal 31 maggio 2022 al 31 maggio 2023, la performance media complessiva delle 334 linee dei fondi pensione aperti censiti dal Comparatore dei fondi di Itinerari Previdenziali è stata del -1,5%, con i comparti garantiti (-2,8%) e obbligazionari (-3,0%) più in "rosso" e quelli azionari già in territorio positivo (+1,2%).

Merito anche della buona intonazione delle Borse che, dopo aver toccato i minimi tra fine settembre e inizio ottobre 2022, hanno imbastito un significativo rally. A questo proposito, vale la pena fare una riflessione: il mercato azionario delle large e mid cap USA a fine maggio evidenziava un guadagno di circa 10 punti percentuali ma con il 97% di questo rendimento determinato dai primi 10 titoli più rappresentativi in termini di capitalizzazione di mercato, e con i primi 5 che hanno contribuito addirittura per il 78% del risultato complessivo. A ogni modo, non si tratta di un fenomeno nuovo per il mercato azionario. Oggi sono i grandi titoli tecnologici a guidare le performance dell’intero listino, così come in passato erano le compagnie petrolifere a svolgere questo ruolo.

Il problema è che il trend ha assunto proporzioni molto significative. Basti pensare che a fine 2020 i 5 maggiori titoli sono stati responsabili per oltre un terzo dei guadagni del mercato statunitense, ovvero meno della metà del contributo dato finora al rendimento del 2023. E in Europa? Qui il rendimento medio dell’azionario large-mid cap da inizio anno a fine maggio 2023 è risultato del +6,11%, con le prime 10 holding che compongono il benchmark a contribuire per il 45%, mentre le prime 5 hanno pesato per il 30%. Una situazione senz’altro meno allarmante di quella dell’azionario statunitense ma che comunque ripropone il rischio di una potenziale scarsa diversificazione. Il fenomeno, peraltro, si sta rafforzando, sia in Europa che negli Stati Uniti, con la rapida diffusione delle strategie passive e di quelle ispirate da criteri ESG. 

In teoria, il mercato azionario dovrebbe finanziare le nuove imprese promettenti, alimentando così la concorrenza, l'innovazione e la crescita economica. Un ruolo che forse potrebbero (dovrebbero) svolgere i fondi pensione che, grazie al loro orizzonte temporale di lungo periodo, possono permettersi di allocare almeno una parte degli attivi in realtà minori che però potrebbero rivelarsi le large e mega cap del futuro. 

Leo Campagna

7/7/2023 

 
 

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