Fondo pensione e riscatto di laurea a confronto
Contribuzione al fondo pensione o riscatto di laurea? Si tratta di due strumenti messi spesso a confronto perché finalizzati all'ottenimento di un vantaggio in termini pensionistici. Tuttavia, per valutarne la convenienza, occorre analizzare la propria storia contributiva e definire prima l'obiettivo che si intende raggiungere
Fondo pensione e riscatto della laurea: due strumenti apparentemente simili perché entrambi finalizzati allottenimento di un vantaggio in termini pensionistici. Da una parte, con il riscatto di laurea, si versa una somma all'INPS per gli anni di studio che si intendono riscattare e si va a coprire in termini di contribuzione quel periodo come se si fosse iniziato a lavorare già ai tempi delluniversità, con la possibilità di raggiungere un duplice obiettivo: anticipare il pensionamento e/o aumentare limporto dell'assegno. Dallaltra parte, con il fondo pensione, si versano periodicamente dei contributi che si accumulano e che vengono investiti sui mercati finanziari ottenendo una serie di vantaggi fiscali con la finalità di integrare la pensione pubblica, una vera e propria opportunità di risparmio di lungo periodo.
Di conseguenza, volendo mettere a confronto queste due strumenti per valutarne la convenienza si tratta di definire prima lobiettivo che si vuole raggiungere.
Come funziona il riscatto di laurea
Il riscatto di laurea consente di trasformare a pagamento gli anni di università in anni utili al perfezionamento dei requisiti per la pensione. La facoltà è riconosciuta a patto che sia stato conseguito il diploma di laurea (o titolo equiparato): non è infatti accordata a quanti, pur avendo seguito un corso di studi universitario, non lo abbiano poi concluso. È, inoltre, necessario che nel periodo da riscattare linteressato non sia stato contestualmente studente e lavoratore, muovendo dal presupposto che il richiedente per quel determinato periodo risulti già previdenzialmente coperto proprio dallattività professionale svolta.
Quanto costa riscattare la laurea? L'onere di riscatto è determinato con le norme che disciplinano la liquidazione della pensione con il metodo di calcolo retributivo o con quello contributivo, tenuto conto della collocazione temporale dei periodi oggetto di riscatto. Se i periodi da riscattare si collocano nel regime retributivo, il calcolo dellimporto da versare dipende da molteplici fattori, quali letà, il genere, lanzianità contributiva totale e le retribuzioni degli ultimi anni; nel regime contributivo, invece, limporto del riscatto si calcola applicando alla retribuzione degli ultimi 12 mesi laliquota contributiva in vigore alla data di presentazione della domanda. Oltre al riscatto di laurea ordinario, la normativa prevede la possibilità di accedere al riscatto agevolato per chi ha periodi di studi da riscattare che ricadono sotto il regime contributivo (dall'1 gennaio 1996, per intenderci). In questo caso, il calcolo dellimporto da versare è determinato sul minimale degli artigiani e commercianti nellanno di presentazione della domanda, e in base allaliquota di computo delle prestazioni pensionistiche, nel medesimo periodo, nel Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD). Per il 2024 il reddito minimo annuo da prendere in considerazione ai fini del calcolo è pari a 18.415 euro e il costo del riscatto agevolato è pari a circa 6.076 euro per ogni anno di durata legale del corso universitario. La facoltà di riscatto può essere esercitata anche da soggetti inoccupati, non iscritti ad alcuna forma di previdenza obbligatoria. Va detto che lonere di riscatto è interamente deducibile e rateizzabile senza interessi in 10 anni.
Gli obiettivi del riscatto della laurea possono, dunque, essere due: anticipare il pensionamento, perché il riscatto è utile ai fini del diritto, cioè contribuisce ad aumentare lanzianità contributiva necessaria per raggiungere un determinato requisito pensionistico; aumentare limporto dellassegno, perché il riscatto è utile anche ai fini del calcolo della pensione, nel senso che aggiunge anzianità contributiva utile al calcolo del montante e dunque va a incrementare il valore della prestazione pensionistica. In realtà non è sempre detto che si riescano a raggiungere entrambi gli obiettivi. Se, ad esempio, lobiettivo è anticipare il momento del pensionamento non è sempre detto che il riscatto sia utile: per chi ha iniziato a lavorare tardi, aggiungere anzianità contributiva potrebbe non servire perché potrebbe essere più facile andare in pensione con un requisito basato sulletà, come la pensione di vecchiaia (oggi, 67 anni) o la pensione anticipata contributiva (oggi, 64 anni e 20 di contributi). Al contrario, per chi si è laureato in corso e ha trovato subito occupazione, il riscatto di laurea potrebbe servire effettivamente ad anticipare il momento della pensione perché gli anni di contribuzione aggiunti possono servire a raggiungere prima il requisito di pensione anticipata (41 anni e 10 mesi per le lavoratrici, un anno in più per i lavoratori) o altri requisiti che richiedono unanzianità contributiva minima. Tutto dipende dalla storia contributiva di ciascun lavoratore.
Come funzione il fondo pensione
Il fondo pensione funziona come un salvadanaio in cui confluiscono i versamenti contributivi delliscritto che vengono investiti sui mercati finanziari, nel rispetto di precise regole e secondo profili di rischio/rendimento variabili. La posizione finale delladerente dipenderà quindi da una serie di fattori: dallimporto complessivamente versato alla forma pensionistica complementare; dalla durata del periodo di contribuzione; dai costi sostenuti durante la partecipazione alla forma pensionistica; dai rendimenti (al netto della tassazione) ottenuti con linvestimento sui mercati di quanto versato .
Quanto costa aderire al fondo pensione? Tutti possono aderire a un fondo pensione, godendo di una serie di vantaggi fiscali in tutte fasi di partecipazione: dalla deducibilità dei contributi versati alla tassazione agevolata in fase di erogazione. Il costo di adesione al fondo pensione dipende dalla forma pensionistica scelta, è rappresentato dallIndicatore Sintetico dei Costi (ISC) ed è confrontabile attraverso il comparatore dei costi messo a disposizione sul sito dellAutorità di Vigilanza. Si può contribuire al fondo pensione versando il proprio contributo e il TFR (per i lavoratori dipendenti). In alcuni casi, è anche il previsto il contributo da parte del datore di lavoro.
Lobiettivo della previdenza complementare è, dunque, integrare la pensione pubblica accantonando una parte dei risparmio in unottica di lungo periodo, che però prevede la possibilità di accedere a prestazioni intermedie, erogate cioè prima del raggiungimento dei requisiti pensionistici. Uno dei falsi miti più diffusi a proposito della previdenza complementare riguarda proprio lindisponibilità delle somme versate fino al momento del pensionamento. In realtà, le somme accumulate nella propria posizione individuale restano a disposizione delliscritto anche nel corso della propria vita lavorativa, seppur con modalità e con riferimento ad alcune specifiche circostanze, e possono essere richieste per anticipazioni, riscatti e trasferimenti.
Se la finalità è integrare la pensione di base, è utile allora confrontare leffetto che produce il versamento allINPS dellimporto del riscatto e leffetto che produce un versamento di pari importo nella previdenza complementare.
Michaela Camilleri, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali
10/4/2024