Fondi pensione negoziali, virata in positivo ma il rischio non va azzerato

Sulla scia del recupero dei mercati finanziari, è proseguito anche a febbraio il rialzo dei fondi negoziali. Le tendenze macroeconomiche mondiali rendono tuttavia difficile prevedere l'andamento dei prossimi mesi, richiedendo di conseguenza una gestione del rischio particolarmente oculata 

Leo Campagna

In attesa di conoscere i dati del mese di marzo che saranno completi alla fine di aprile, i valori delle quote dei fondi pensione negoziali hanno messo a segno un buon rialzo anche a febbraio, sulla scia del recupero dei mercati finanziari. Infatti, dopo un rendimento medio con segno +1,7% a gennaio, i fondi pensione negoziali censiti nel database di Itinerari Previdenziali evidenziano un guadagno medio dello 0,7% a febbraio che permette loro di completare il recupero delle perdite degli ultimi 12 mesi: la performance media annuale a fine febbraio 2019 si attesta a +0,1%. 

Nel frattempo, dopo il rally dei mercati azionari, obbligazionari ed emergenti nel primo trimestre di quest’anno, cresce il dibattito sulla profondità della decelerazione:  si tratta di un "semplice" un rallentamento dell’economia oppure se si è prossimi a una recessione. Coloro che temono quest'ultima eventualità sottolineano soprattutto due fattori. In primis, il continuo flusso di notizie macro-economiche negative (indici PMI manifatturieri, produzione industriale, rallentamento della Cina), le dispute commerciali, la Brexit e l’instabilità politica in Europa. In secondo luogo, la recente inversione della curva dei tassi USA con i rendimenti dei titoli di Stato a breve che hanno sopravanzato quelli a 10 anni; un fenomeno che in passato ha quasi sempre segnalato l’arrivo di una recessione in un arco di tempo tra i 6 e i 18 mesi.

Chi invece opta per un rallentamento dell’economia, peraltro fisiologico dopo un ciclo di espansione che è tra i più longevi della storia, sostiene invece che molte delle problematiche politiche e economiche sono in gran parte già incorporate nei prezzi e che quindi, non appena giungeranno notizie meno negative (soprattutto nella seconda parte dell’anno), si potrà assistere a un nuovo trend ascendente dei mercati finanziari. Tra questi figura, Esty Dwek, senior investment strategist di Natixis Investment Managers, secondo il quale, grazie al sostegno delle principali banche centrali, alle aspettative di un accordo commerciale tra Washington e Pechino e a una stabilizzazione della crescita in primavera, è ragionevole aspettarsi una marcia in più nei prossimi mesi nei mercati finanziari, sebbene di minore intensità rispetto a quanto sperimentato nel primo trimestre di quest’anno. In particolare in Europa, sempre secondo Dwek “il quadro dei mercati sembra proiettato verso un miglioramento in virtù di una stabilizzazione della crescita e di un quadro politico meno controverso anche se le elezioni europee e le potenziali tariffe automobilistiche rimangono i punti interrogativi chiave”.

Insomma, con la dovuta cautela, se è vero che potrebbe non essere il momento di aggiungere troppo rischio, sembra altrettanto vero che eliminarlo completamente potrebbe costituire una strategia non corretta.

Leo Campagna

26/4/2019

 
 

Ti potrebbe interessare anche