La previdenza complementare taglia il traguardo dei 20 anni, quali sfide future?

I fondi pensione possono già vantare alle spalle una storia piuttosto lunga, ma i passi da compiere per incentivare le adesioni (in particolar modo da parte dei più giovani) e la consapevolezza sul tema sono ancora molti: sfide e opportunità che attendono la previdenza complementare nel prossimo futuro

Antonio Barbieri

Molti fondi pensione hanno iniziato il loro percorso proprio 20 anni fa, a cavallo tra il 1998 e il 1999, in seguito a importanti riforme del sistema previdenziale, che si ponevano l’obiettivo di creare le condizioni per consentire l’integrazione della pensione pubblica, penalizzata dal calcolo contributivo.

Utilizzando un linguaggio tecnico, il “track record” è lungo, aggiungiamo, anche importante. I dati COVIP di fine 2018 mostrano una realtà consolidata con quasi 167 miliardi di euro di risorse destinate alle prestazioni e 8,8 milioni di posizioni in essere.

Una storia lunga abbiamo detto, ma solo recentemente importante: il fondo pensione ha infatti cominciato a svilupparsi solo nel 2007, quando è stato reso molto più vantaggioso dal punto di vista fiscale. Il tasso di partecipazione rimane tuttavia ancora troppo basso, inferiore al 30%, con la maggioranza dei lavoratori che lo considera ancora con diffidenza. La mancanza di chiarezza e di semplicità sui temi fiscali rimane una fonte di preoccupazione per la maggior parte degli aderenti.

E non si può poi non citare la rigidità, vera o percepita, dello strumento. Questo punto merita un approfondimento: in parte, infatti, la rigidità dei fondi pensione è mutata negli ultimi anni, grazie ad esempio all’introduzione della RITA, che riduce l’orizzonte temporale del fondo e introduce un nuovo ruolo dello stesso come ammortizzatore sociale.

Il tasso di adesione a una forma di previdenza integrativa rimane quindi ancora basso e la percentuale risulta ancora inferiore per i lavoratori con meno di 35 anni: incredibilmente, i giovani, che sono quelli più esposti alla revisione dei trattamenti pensionistici obbligatori, sono anche quelli che meno si preoccupano del tema e del lungo termine. Sicuramente manca la consapevolezza, e molto probabilmente si ignorano ancora i vantaggi fiscali immediati e futuri così come la possibilità di utilizzare le risorse accumulate nel fondo pensione per specifiche necessità anche prima del pensionamento vero e proprio.

Le continue discussioni sul primo pilastro e i continui cambiamenti legislativi, ad esempio l’inasprimento della fiscalità applicata ai rendimenti introdotto ormai qualche anno fa, sicuramente non giovano alla crescita del settore, minando le già poche certezze del potenziale aderente e instillando dubbi sulla stabilità normativa nel lungo temine. Tuttavia, la previdenza complementare rimane un’opportunità di risparmio a cui lo Stato riconosce agevolazioni di cui altre forme di risparmio non beneficiano: il vantaggio fiscale più importante è la deducibilità delle contribuzioni fino a un massimo di 5.164,57 euro, agevolazione valida anche nel caso in cui vengano effettuati versamenti a favore di familiari fiscalmente a carico.

Questi numeri sono molto importanti, così come la tassazione agevolata in caso di prestazione, e devono essere una delle motivazioni, oltre all’esigenza di integrare il primo pilastro nel lungo termine, per avvicinarsi alla previdenza complementare e aprire la propria posizione.

Le recenti novità normative confermano la necessità del secondo pilastro: riducendosi ulteriormente il tasso di sostituzione del primo pilastro, la presenza del Fondo Pensione a cui attingere può rappresentare un’importante integrazione. La previdenza complementare rimane quindi lo strumento personale dedicato e idoneo a una più efficiente programmazione previdenziale: esso consente di programmare al meglio il proprio futuro e quindi permette una maggiore serenità. E per chi non lo sapesse, il bisogno di sicurezza è uno dei bisogni primari della “piramide di Maslow”.   

Antonio Barbieri, Responsabile Ufficio Investimenti Previdenziali e Istituzionali Arca Fondi SGR 

20/3/2019

 
 

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