Nuovo bonus Maroni, posticipare il pensionamento tra vantaggi e svantaggi
La Legge di Bilancio per il 2025 ha prorogato ed esteso la platea dei potenziali beneficiari del cosiddetto "bonus Maroni", l'incentivo a posticipare il pensionamento per i dipendenti che, pur avendo maturato i requisiti per Quota 103 e per la pensione anticipata ordinaria, scelgono di proseguire l'attività lavorativa: vantaggi e svantaggi a confronto
La Legge di Bilancio per il 2025 (art. 1, c. 161, della legge 30 dicembre 2024, n. 207, di modifica dellart. 1, c. 286, della legge 29 dicembre 2022, n. 197) ha prorogato l'incentivo al posticipo del pensionamento a favore dei lavoratori dipendenti che, pur avendo maturato i requisiti per accedere a Quota 103, scelgano di proseguire lattività lavorativa e ha esteso questa possibilità anche ai dipendenti che maturano i requisiti per la pensione anticipata ordinaria. Per usufruire di questo incentivo, i lavoratori devono aver dunque maturato entro il 31 dicembre 2025 i seguenti requisiti: 62 anni di età anagrafica e 41 anni di contributi (Quota 103) oppure 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva minima per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne (pensione anticipata ordinaria).
La misura si ispira al cosiddetto bonus Maroni introdotto dallart. 1 della L. 243/2004 che prevedeva che lintera contribuzione IVS (Invalidità, Vecchiaia e Superstiti), sia a carico del lavoratore che del datore di lavoro, venisse corrisposta in esenzione di imposta in busta paga al lavoratore che, in possesso dei requisiti di accesso alla pensione di anzianità, decidesse di rimanere al lavoro. Stando agli ultimi dati INPS disponibili relativi alle domande accolte nel primo biennio di applicazione (2004-2005), il numero di adesioni era stato importante e aveva riscontrato i favori di circa 53.000 persone. Come rilevato dallUfficio parlamentare di bilancio (UPB), la detassazione completa dellintera contribuzione aumentava infatti la percezione immediata dello sconto contributivo, importante soprattutto quando le decisioni sono prese in unottica di breve periodo e/o in presenza di vincoli di liquidità. Nel 2004, peraltro, letà media dei potenziali beneficiari era decisamente più bassa allora rispetto a oggi e ciò comportava una maggiore disponibilità a continuare lattività lavorativa. Infine, al beneficio monetario di breve termine si sommava quello implicito nel metodo di calcolo retributivo della pensione allora vigente per i fruitori dellincentivo, che rendeva costoso in termini attuariali il versamento dei contributi per laccumulo della pensione nella fase finale della vita lavorativa.
Il funzionamento dellincentivo nella sua riedizione 2025 consiste, invece, nel versamento diretto in busta paga della quota di contribuzione IVS a carico del solo lavoratore, pari al 9,19% dellimponibile pensionistico per i lavoratori privati e all8,85% per quelli pubblici. Tali contributi verranno accreditati in busta paga e, a differenza di quanto previsto dalla Legge di Bilancio per il 2023, sono esenti ai fini dellimposta sul reddito delle persone fisiche.
Il bonus cessa al momento del raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia (67 anni di età con 20 anni di contributi) e decorre seguendo le stesse regole delle finestre mobili previste per la decorrenza della pensione. Di conseguenza, per i lavoratori che maturano i requisiti per Quota 103 negli anni 2024 e 2025, il relativo trattamento pensionistico decorre trascorsi: 7 mesi dalla data di maturazione dei requisiti, per i lavoratori dipendenti del settore privato e i lavoratori autonomi; 9 mesi dalla maturazione dei requisiti, per i lavoratori dipendenti del comparto pubblico. Con specifica che per i requisiti maturati nel mese di gennaio 2025, lesonero contributivo non può comunque avere una decorrenza antecedente 1° agosto 2025, nel caso di dipendenti del settore privato e 1° ottobre 2025, per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni. Per i lavoratori che maturano, invece, i requisiti per la pensione anticipata nel 2025, il relativo trattamento pensionistico decorre trascorsi: 3 mesi dalla maturazione del requisito contributivo; 4 mesi dalla maturazione del requisito contributivo per i lavoratori la cui pensione è liquidata a carico di alcune gestioni dei dipendenti pubblici (CPDEL, CPS, CPI e CPUG).
Dalle simulazioni condotte dallUfficio parlamentare di bilancio, emerge che leffettivo vantaggio del trasferimento dei contributi pensionistici in busta paga assume connotazioni differenti a seconda che lorizzonte temporale di valutazione sia il breve oppure il medio-lungo periodo. Nel primo caso, è rilevante laumento immediato del reddito disponibile. Nei primi due anni di applicazione dellincentivo rivisto dal governo Meloni (2023 e 2024), laumento del reddito disponibile è stato pari allammontare dei contributi a carico del lavoratore al netto della maggiore imposta personale che deriva dal più elevato reddito imponibile. Questanno limponibilità fiscale dei contributi viene meno e, di conseguenza, leffetto sul reddito disponibile aumenta ulteriormente. Se invece lorizzonte di valutazione è il lungo periodo, occorre considerare che ai minori contributi pensionistici versati corrispondono minori assegni pensionistici in futuro. Anche se, ai soli fini del calcolo della convenienza, in un sistema tendenzialmente equo dal punto di vista attuariale, come quello contributivo italiano, le due grandezze sono molto vicine e tendono a elidersi.
Figura 1 Stima di alcuni effetti finanziari dellincentivo a prolungare la vita lavorativa con crescita positiva e parametri istituzionali (1)
Fonte Ufficio parlamentare di bilancio
Come risulta evidente dalle stime, in unottica di lungo periodo lunico vantaggio sostanziale risiede nel fatto che i contributi che entrano in busta paga sono esenti da tassazione personale sul reddito, con la somma complessiva delle minori imposte approssima il guadagno netto.
Michaela Camilleri, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali
26/3/2025