Pensioni, aggiornati i coefficienti di trasformazione per il prossimo biennio
Il Ministero del Lavoro ha rivisto al ribasso i coefficienti di trasformazione per il calcolo della quota contributiva della pensione nel biennio 2025-2026: i nuovi valori e l'incidenza sull'importo della rendita pensionistica
Sono stati aggiornati i coefficienti di trasformazione dei montanti contributivi per i lavoratori che andranno in pensione a partire dall'1 gennaio 2025. Pubblicati con Decreto direttoriale del 20 novembre 2024 adottato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministero dellEconomia e delle Finanze, i nuovi coefficienti che determinano la quota contributiva dellassegno pensionistico per il prossimo biennio si riducono tra l1,55% e il 2,18% a parità di età anagrafica rispetto ai valori attuali.
Si tratta del settimo aggiornamento dall'introduzione del sistema contributivo con la Legge Dini del 1995 e la revisione al ribasso avrà effetto sugli assegni pensionistici la cui decorrenza è compresa tra l'1 gennaio 2025 e il 31 dicembre 2026. Tutti i precedenti aggiornamenti sono stati negativi e hanno comportato una graduale riduzione dei valori che va, però, di pari passo con un progressivo miglioramento della speranza di vita. Lunica eccezione è stata quella intervenuta nel 2022, valida per il biennio 2023-2024, che ha prodotto un incremento dellimporto delle rendite pensionistiche a scapito di una riduzione della speranza di vita dovuta agli effetti della pandemia da COVID-19. Il nuovo aggiornamento, in linea con i precedenti, torna dunque negativo per effetto dei nuovi parametri demografici forniti dall'Istat e, in particolare, della riduzione delle probabilità di morte.
Tabella 1 I coefficienti di trasformazione del montante contributivo in rendita pensionistica
Fonte: elaborazioni a cura del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali
Quanto incide questa riduzione sullimporto della pensione? Per fare un esempio pratico, supponendo che un lavoratore abbia maturato (attraverso il versamento dei contributi e la rivalutazione annuale del montante accumulato alla media quinquennale del PIL) un montante contributivo pari a 300mila euro e sia andato in pensione all'età di 64 anni nel 2024, per calcolare la rata di pensione lorda annua spettante basta semplicemente moltiplicare l'importo del montante finale per il coefficiente relativo ai 64 anni di età anagrafica: 300.000 x 5,184% = 15.552 euro lordi l'anno. Con i valori in vigore dal prossimo anno, lo stesso montante vale 15.264 euro annui lordi, 288 euro in meno. Alletà di 67 anni, un montante di 300mila euro fino al 31 dicembre 2024 corrisponde a 17.169 euro, in quanto si applica un coefficiente più elevato allaumentare delletà di accesso alla pensione, ma a partire dal 2025 il medesimo importo vale 345 euro in meno. Semplificando, ciò si verifica per effetto della riduzione delle probabilità di morte e del conseguente aumento della speranza di vita che consente di beneficiare della rendita pensionistica per un numero maggiore di anni.
Coefficienti di trasformazione: cosa sono e a chi si applicano
Secondo il sistema di calcolo contributivo, introdotto con la Legge Dini n. 335/1995, limporto della pensione annua si ottiene moltiplicando il montante contributivo, ossia la somma rivalutata dei versamenti effettuati durante la vita lavorativa, per un coefficiente di trasformazione, che cresce con laumentare delletà, premiando di fatto quanti vanno in pensione più tardi. I coefficienti di trasformazione variano in base alletà anagrafica del lavoratore alla data di raggiungimento dei requisiti pensionistici, dai 57 ai 71 anni: maggiore è letà del pensionando, maggiore sarà quindi anche il valore del coefficiente e, di conseguenza, limporto del montante contributivo, perché la speranza di vita residua è minore. Al di sotto dei 57 anni (per gli assegni di invalidità o le pensioni ai superstiti), viene comunque applicato il coefficiente previsto per questa fascia anagrafica.
I coefficienti sono revisionati automaticamente, a partire dal 2019, ogni 2 anni anziché ogni 3 come inizialmente previso dalla riforma Monti-Fornero (la riforma Dini prevedeva una revisione decennale), sulla base dellandamento dellaspettativa di vita per far fronte alle dinamiche demografiche. I coefficienti di trasformazione rappresentano, così, un importante stabilizzatore del sistema pensionistico italiano.
Applicandosi alla sola quota contributiva della pensione, la revisione di questi coefficienti riguarda: i cosiddetti contributivi puri, ovvero i soggetti sprovvisti di anzianità al 31 dicembre 1995; chi esercita l'opzione di calcolo per il sistema contributivo; chi aveva meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 e, pertanto, si vede applicato il metodo di calcolo misto; chi aveva almeno 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995, per la quota di anzianità accreditata dopo il 31 dicembre 2011.
Michaela Camilleri, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali
16/12/2024