PIP, anche a maggio resta innestata la retromarcia

Continua l'avvio d'anno difficile per i PIP, il cui rendimento medio si è attestato nel mese di maggio a quota -1,9%: alcune considerazioni sulle diverse linee di investimento e sui possibili scenari per il futuro a partire dai dati del Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali 

Leo Campagna

Nonostante il sensibile rimbalzo delle borse mondiali registrato nell’ultima settimanale del mese, anche maggio ha visto chiudere in rosso le performance dei PIP. In base ai rendimenti calcolati per le unit linked collegate ai PIP censiti dal Comparatore dei Fondi Previdenziali, il rendimento medio mensile si è attestato a -1,9%. Leggermente peggio hanno fatto le unit azionarie (-2,1%) e quelle bilanciate (-2,1%), ma in territorio negativo sono scivolate anche le unit linked flessibili (-1,7%) e quelle obbligazionarie (-1,1%).

Il risultato di maggio lascia innestata la retromarcia nel motore dei PIP che, da inizio anno, segnano un arretramento medio del -8,6%, con le linee obbligazionarie in rosso del -5,3% e quelle bilanciate che hanno fatto peggio  di tutte: in media -10,1% nei primi 5 mesi di quest’anno.

Proprio il ribilanciamento dei portafogli dei fondi bilanciati globali è alla base, secondo un’analisi condotta da un importante banca d’affari statunitense, del rimbalzo dei listini nell’ultimi settimana di maggio. La necessità di apportare modifiche capaci di rispondere meglio allo scenario internazionale scompaginato con la guerra in Ucraina ha portato i gestori dei comparti bilanciati a scelte più aggressive in Borsa, meno direzionali nel reddito fisso e più diversificate su materie prime e strumenti inflation linked.

Tornando ai rendimenti dei PIP, si nota come quelli a un anno adesso siano tutti in negativo:  sia a livello generale (-3,4% in media) sia nelle singole categorie, dalle unit linked azionarie (-0,7%) alle bilanciate (-5,6%), dalle flessibili (-3,9%) alle obbligazionarie (-5,0%). A proposito di linee obbligazionarie, lo scenario si fa sempre più critico. Anche i loro rendimenti medi a 2 anni (-2,9%) e a 3 anni (-2,2%) sono in territorio negativo e questo lascia pensare che il trend che per quarant’anni ha visto i tassi scendere costantemente fino a spingersi in negativo, sia stato definitivamente archiviato. Un problema non da poco per i gestori delle linee obbligazionarie e garantite dei prodotti previdenziali. 

Leo Campagna

17/6/2022

 
 
 

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