PIP, cosa deve insegnare la correzione di febbraio

La brusca correzione dei mercati finanziari ha fatto sentire i suoi effetti anche sulle quotazioni delle diverse forme di previdenza complementare: gli elementi da non sottovalutare in vista dei prossimi mesi

Leo Campagna

La brusca correzione dei mercati finanziari ha fatto sentire i suoi effetti anche sulle quotazioni delle diverse forme di previdenza complementare e, più in particolare, sui PIP. Infatti, come abbiamo ricordato in altri articoli, le linee unit linked offerte all’interno dei contratti PIP sono in prevalenza azionarie e bilanciate e risultano quindi, rispetto a quelle dei fondi pensione aperti e negoziali, più sbilanciate verso profili di rischio elevati.

Il calo vistoso dei mercati azionari di febbraio (indice Stoxx 50 europeo a -5,4%) ha trascinato al ribasso le performance dei  PIP: il risultato medio delle unit linked dei PIP censiti nel database di Itinerari Previdenziali si è infatti attestato a -2,9%, azzerando il buon risultato di gennaio e portando il totale da inizio anno a -1,6%. Certo, per effettuare un'analisi accurata,  occorre tener presente che la stragrande maggioranza di contratti PIP prevede un mix tra le unit linked e una gestione separata che, per sua natura, non ha risentito assolutamente del calo del mercato. Assumendo per esempio un rendimento medio netto annuo della gestione separata del 2% e ipotizzando un contratto per il 50% investito in unit linked e per l’altra metà nella gestione separata, il rendimento medio dei PIP nei primi due mesi di quest’anno ammonterebbe a -0,64% (cioè il 50% di -1,6% + il 50% di +0,33%, cioè due mesi di rendimento della gestione separata).

Ma al di là di queste pur concrete questioni, la lezione più importante da cogliere dalla correzione di febbraio è un’altra. Dopo un prolungato periodo di rialzo degli indici di Borsa (lo scorso 9 marzo è stato festeggiato il nono anniversario dal minimo dei listini azionari post crac Lehman Brothers) e una fase di volatilità estremamente contenuta (basti pensare che l’indice Vix della volatilità di Wall Street che in media oscilla intorno a 20 punti nel 2017 si è attestato a quota 11) dobbiamo abituarci a improvvisi cambi di regime sui mercati.

Le correzioni sono infatti indispensabili per creare delle nuove opportunità di acquisto per gli investitori di lungo termine, come dovrebbe essere chi aderisce a una forma individuale di previdenza. In particolare, chi sceglie linee a più alto profilo di rischio, deve comprendere che le oscillazioni anche ampie possono comportare cadute di valore delle quote nell’immediato, ma nel lungo termine costituiscono i momenti strategici per i gestori per accumulare posizioni su titoli a sconto.

Leo Campagna

20/3/2018

 
 

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