PIP e ciclicità dei mercati: cosa riserva il futuro?

Come stanno reagendo mercati finanziari e risparmio previdenziale all'emergenza "coronavirus"? In attesa di capire l'evolversi della pandemia, ecco alcune (prime) indicazioni che si possono trarre a partire dalle performance dei PIP nel mese di febbraio

Leo Campagna

I nav dei PIP sono i più tempestivi a essere pubblicati e consentono di valutare l’impatto sulle forme di previdenza complementare dell’ultima settimana di febbraio dei mercati finanziari. Un’ottava settimana, quella dal 24 al 28 febbraio, in cui i principali indici di Borsa internazionali hanno lasciato sul parterre circa 12 punti percentuali, mentre gli spread (extra rendimento rispetto ai titoli di stato dei Paesi "core") delle obbligazioni societarie si sono allargati (nel frattempo i prezzi, che si muovono in direzione opposta ai rendimenti, si sono contratti). In questo scenario, la performance mensile media delle unit linked dei PIP censiti dal Comparatore dei Fondi di Itinerari Previdenziali si è attestata a -3,2%.

Un risultato che ha trascinato in "rosso" anche la performance media da inizio anno (-2,9%), ovvero quella dal primo gennaio al 28 febbraio. Quanto accaduto lo scorso mese, e proseguito nella prima settimana di marzo, ha fatto capire che gli investitori si erano forse eccessivamente tranquillizzati sulla portata della diffusione del coronavirus e delle sue possibli implicazioni sull’economia globale. Adesso, si teme una recessione e le perdite dei listini potrebbero assumere ampiezze molto più ampie di quelle finora sperimentate.

A questo proposito abbiamo allora analizzato quanto accaduto nel quarto trimestre 2018 quando, tra il 3 ottobre e il 24 dicembre, l’indice S&P 500 di Wall Street arrivò a sfiorare una caduta del 20%. In quei tre mesi (dal 30 settembre 2018 al 31 dicembre 2018) le linee azionarie delle unit linked collegate ai PIP persero in media l’11,8%: a febbraio 2020 la loro caduta è stata in media del -5,3%, mentre la media è del -5,7% nel primo bimestre di quest’anno.

Dodici mesi dopo settembre 2018, la performance media delle linee azionarie segnava un +2,4%: non solo avevano cioè recuperato la quota precedente la profonda correzione dell'ultimo trimestre di quell'anno, ma avevano persino incrementato il valore del portafoglio gestito. Al 28 febbraio 2020, il valore medio delle quote dei comparti azionari delle unit linked dei PIP risultava del 2,3% al di sopra di quella del settembre 2018, nonostante la correzione da inizio anno.

Non sappiamo quanto durerà questa crisi e quanto profonda sarà l’attuale correzione sui listini. Tuttavia, l’esempio citato vuole ricordare come l’andamento dei mercati finanziari sia ciclico, con un trend tendente al rialzo nel lungo termine ma che, nel breve, può registrare cadute, anche piuttosto rovinose, spesso di durata limitata. Un aspetto che chi si sta costruendo la pensione di scorta deve sempre tenere bene a mente.

Leo Campagna 

16/3/2020

 
 
 

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