PIP, i prossimi nove mesi come il 2016 o come il 2018?

Con un rendimento medio pari al -4,5%%, il primo trimestre 2022 non è stato tra i più memorabili per le unit linked collegate ai PIP censiti dal Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali: cosa aspettarsi per il resto dell'anno?

Leo Campagna

Si è concluso il primo trimestre dei PIP e le performance registrate non saranno tra quelle da ricordare con maggiore soddisfazione. Infatti il rendimento medio delle unit linked collegate ai PIP censiti dal Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali si è attestato a -4,5%. Leggermente peggio hanno fatto le linee bilanciate (-5,5%), mentre quelle azionarie sono riuscite a chiudere i primi tre mesi a -4,2%, grazie anche ad alcuni comparti specializzati sullo stile di gestione value che ha fatto molto meglio rispetto al growth.

Il primo trimestre in "rosso" sta diventando una consuetudine per gli anni pari: sia nel primo trimestre 2016 che in quelli 2018 e 2020, i rendimenti medi delle unit linked collegate ai PIP sono finiti in territorio negativo. Per la precisione, tra l'1 gennaio e il 31 marzo 2016 hanno accusato una perdita media del 3,2%, nel primo trimestre 2018 un calo medio del 3,3% e nel primo trimestre 2020 una caduta del -15,1% (fine marzo 2020 ha coinciso con il picco negativo dei mercati allo scoppio della pandemia).

Ma cosa è accaduto invece nei nove mesi successivi? Tra aprile e dicembre 2016, le unit linked collegate ai PIP hanno guadagnato in media il 6,4%, nei nove mesi aprile-dicembre 2018 invece hanno perso un ulteriore 5,6% e nel periodo tra aprile e dicembre 2020 hanno rimbalzato in media del 27,3%.

Escludendo quanto accaduto nel 2020, in quanto fortemente influenzato dalla pandemia, che indicazione trarre dagli andamenti registrati nel 2016 e nel 2018 per l’attuale contesto? Un elemento che depone a favore di una certa similitudine con il 2018 sono i rendimenti dei Treausury USA. Nel 2018, i tassi del decennale USA salirono dal 2,4% al 2,8% nel primo trimestre e proseguirono l’ascesa nel corso dell’anno portandosi fino al 3,1% a novembre 2018. Nel primo trimestre di quest’anno, il rendimento del Treasury USA a 10 anni è balzato dall’1,50% di fine dicembre al 2,4% di fine marzo. 

Se, come in molti osservatori ipotizzano, nei prossimi mesi il rendimento del decennale USA dovesse proseguire il trend al rialzo, allora la possibilità che l’azionario possa riprendere la strada del rialzo si riduce. Tuttavia, se gli utili aziendali dovessero sorprendere al rialzo in uno scenario di guerra Russia-Ucraina in via di risoluzione, le possibilità che l’azionario riprenda quota aumenterebbero.

Leo Campagna

22/4/2022

 
 

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