Prestazioni INPS all'estero: è finita la fuga dei pensionati italiani?
Secondo i dati del Casellario INPS rielaborati dal Dodicesimo Rapporto Itinerari Previdenziali, a fine 2023 erano poco più di 370mila le prestazioni IVS erogate fuori dall'Italia: mentre diminuiscono i nati nel Paese che si trasferiscono oltre confine, aumentano le pensioni pagate a persone nate e residenti all'estero. Un trend, quest'ultimo, a forte trazione femminile
Al 31 dicembre 2023 i pensionati che risiedono allestero sono 377.797 (erano 384.129 nel 2020, 412.883 nel 2021 e 371.585 nel 2022): una platea nella quale prevalgono le donne, che ne rappresentano il 52,9%, e alla quale vengono complessivamente corrisposte sia in regime nazionale sia in regime di totalizzazione internazionale - 413.425 prestazioni IVS. Dopo il calo degli ultimi anni, si riscontra quindi una leggera inversione di tendenza (nel 2020 erano 419.924, nel 2021 412.83 e nel 2022 erano 406.563) ma la media per pensionato resta tutto sommato stabile a quota 1,094. È questo il trend che emerge dal Dodicesimo Rapporto sul Bilancio del Sistema Previdenziale italiano a cura del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali: pubblicazione che, nellintento di offrire una visione di insieme del complesso sistema pensionistico del nostro Paese, offre anche un approfondimento delle prestazioni erogate allestero a partire dai dati contenuti nel Casellario centrale dei pensionati, comprensivo dunque di tutte le gestioni INPS, delle Casse professionali e dei fondi complementari.
I pensionati in Italia residenti allestero: tutti i numeri
Scendendo ulteriormente nel dettaglio, il documento distingue poi tra i pensionati residenti allestero ma nati in Italia e quelli viceversa residenti e nati allestero. Rientrano in questa seconda categoria 110.318 soggetti, pari al 29,2% del totale estero: una quota, a trazione soprattutto femminile (73,9%), in aumento di circa 23mila unità rispetto al 2022 a ulteriore conferma della crescita realizzata anche nel biennio precedente. Erano infatti 87.172 nel 2020 e 91.527 nel 2021. Di segno opposto il corso riguardante i nati in Italia, che rappresentano il 70,8% del totale residenti allestero: al 2023 sono 267.479, in diminuzione del 2,6% rispetto allanno precedente; giusto per avere un ordine di confronto, solo nel 2020 erano invece 419.924. Un calo consistente che, come puntualizzato dalla stessa INPS, sembra almeno in parte far vacillare il mito del pensionato italiano in cerca, soprattutto per motivi di convenienza fiscale, di mete fuori confine nelle quali trasferirsi una volta lasciato il lavoro».
Passando invece dal numero allimporto delle prestazioni erogate allestero, il Rapporto registra un reddito pensionistico medio mensile lordo pari a 499,56 euro (520,22 euro mensili lordi per i nati in Italia e 450,01 per i nati allestero), importo facilmente spiegato dalla prevalenza di pensioni in regime di totalizzazione internazionale, percepite cioè da italiani o stranieri che hanno versato parte dei loro contributi nel nostro Paese e parte invece in Paesi esteri. Volendo stilare una graduatoria, sono Asia (in media 1.688 euro mensili lordi) e America Centrale (in media 1.178 euro mensili) le aree che spiccano per gli importi pensionistici più elevati, mentre sono Europa (214.949 pensioni) e America Settentrionale (64.418) quelle che si distinguono per la numerosità delle prestazioni. A incidere sulla discrepanza tra le due classifiche molteplici fattori, tra cui politiche fiscali particolarmente favorevoli nei confronti dei pensionati, che potrebbero comunque aver scelto di risiedere allestero anche per motivi di natura economica, ma anche la varietà di motivazioni che possono portare al trasferimento. Da non sottovalutare, in particolar modo, fenomeni di ricongiungimento familiare da parte di persone straniere che desiderano tornare nel Paese dorigine dopo aver lavorato in Italia si pensi ad esempio alle molte badanti dellEst Europa che tornano in patria - o, viceversa, da parte di italiani che desiderano raggiungere coniugi o figli trasferitisi fuori confine per ragioni professionali.
Lasciare l'Italia conviene ancora? I casi di Portogallo e San Marino
Nonostante un numero di prestazioni ancora piuttosto consistente (più di 3.500 al 2023), anche nellimporto, vale la pena a riguardo soffermarsi sul caso del Portogallo, a lungo considerato meta particolarmente attrattiva per i pensionati non solo per ragioni climatiche o socio-culturali ma anche e soprattutto per una fiscalità di favore, dapprima attenuata e quindi del tutto abolita - anche a fronte dellaumento generalizzato del costo della vita - a partire dall1 gennaio 2024. Con effetti che potrebbero essere presto evidenti sulle scelte degli italiani percettori di assegno pensionistico: infatti, terminata questa fase di transizione (chi già gode delle agevolazioni potrà continuare a farlo per 10 anni, durata prevista dalla normativa di riferimento), la stessa INPS stima unulteriore riduzione delle prestazioni pagate nel territorio portoghese, con richieste già sensibilmente in calo nellultimo quinquennio.
Il che, tuttavia, non è sufficiente a spiegare lattenuamento del fenomeno migratorio dei nostri pensionati. Basti ad esempio pensare, con riferimento al solo Vecchio Continente, che restano in vigore agevolazioni significative in Grecia, dove le pensioni estere sono tassate con unaliquota del 7% per 15 anni. Ancora più interessante, forse, il regime previsto dalla Tunisia che per i pensionati stranieri prevede una quota di reddito free tax pari all80%: la tassazione si applica solo sul restante 20% con unaliquota media che si aggira, anche in funzione di ulteriori detrazioni, come quelle per il capofamiglia, tra il 3% e il 5%. O, ancora, alla forte candidatura di San Marino, che si è di recente proposta come meta attrattiva per i pensionati dai redditi più elevati, prevedendo una tassazione di favore per quanti al 2025 raggiungeranno un reddito annuale lordo non inferiore ai 120mila euro o, in alternativa, un patrimonio mobiliare non inferiore a 500mila euro (i requisiti per la cosiddetta residenza atipica erano rispettivamente 50mila e 300mila nel 2024). Posto dunque che i paradisi fiscali alternativi al Portogallo non mancano, quali dunque i fattori che spingono a restare oppure a rientrare in Italia?
Le agevolazioni (fiscali e non) per i pensionati che scelgono lItalia
Se alcune aree, tra cui anche Stati Uniti e Canada, mantengono la propria attrattività grazie al richiamo della famiglia emigrata allestero per ragioni di lavoro, secondo il Presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali Alberto Brambilla, la ritirata dei pensionati italiani potrebbe innanzitutto dipendere dal caro vita che, nellultimo triennio, non ha risparmiato neppure mete dove storicamente il prezzo di affitti e beni di prima necessità era ben più contenuto che in Italia. Senza trascurare il tema delle spese sanitarie, per le quali occorre spesso affidarsi ad assicurazioni private e, quindi, ancora una volta il nodo welfare: trasferirsi fuori dai confini nazionali significherebbe infatti rinunciare sia alla no tax area fino a 8.500 euro sia a eventuali agevolazioni di natura assistenziale previste per i redditi più bassi, quali ad esempio social card. Tutte scelte orientate a garantirsi una buona qualità della vita tanto che, conti alla mano, risiede allestero solo il 2,1% dei pensionati IVS INPS.
Per quanto la notizia non abbia suscitato particolare clamore, va poi segnalato che in verità anche il nostro Paese ha messo in atto nel tempo una serie di provvedimenti volti a favorire lingresso di pensionati dallestero. In particolare, secondo quanto stabilito dalla legge 145/2018, i titolari di pensioni erogate da soggetti esteri che trasferiscono la propria residenza fiscale nel Mezzogiorno possono beneficiare di una flat tax al 7%: come chiarito dallAgenzia delle Entrate, la tassazione sostitutiva dellIRPEF al 7% vale per nove periodi di imposta (semplificando, 10 anni) e si associa alla possibilità di beneficiare dellesenzione della disciplina per attività patrimoniale o finanziarie di fonte estera, a condizione di trasferirsi appunto in uno dei comuni di Abruzzo, Campania, Molise, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna con popolazione non superiore ai 20mila abitanti. Condizione, questultima, in seguito rivista dal decreto Sostegni Ter del 2022, che ha ampliato la platea dei possibili beneficiari ai pensionati esteri che trasferiscono la propria residenza nei comuni coinvolti nel terremoto dellAquila del 6 aprile 2009 (in precedenza oltretutto vincolati al tetto dei 3mila abitanti).
Il tutto mentre in via eccezionale la Legge di Bilancio per il 2025 ha stabilito il mancato adeguamento allinflazione alle pensioni erogate allestero, con la sola esclusione degli assegni di importi non superiori al trattamento minimo.
Mara Guarino, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali
24/2/2025